Lacrime di cipolla

Non vado pazza per le cipolle e le cucino veramente di rado, persino per preparare il soffritto preferisco utilizzare lo scalogno.

Invece a casa nostra i miei figli le adorano proprio.

Allora ogni tanto per farli contenti le acquisto ma poi ci pensano loro a cucinarle.

L’altra sera ad esempio Susanna si è cimentata nella preparazione di una spettacolare frittata .

La ricetta è molto semplice eccola qui

FRITTATA DI CIPOLLE
Ingredienti:
1 cipolla rossa
4 uova
Formaggio grana
Sale
Zucchero di canna
Preparazione
Sbucciate la cipolla e tagliatela sottilmente, poi fatela cuocere a fuoco lento con un filo d’olio, un pizzico di sale e un cucchiaino di zucchero di canna che la renderà squisitamente caramellata.
Sbattete le uova, aggiungete sale, formaggio e infine la cipolla.  Mescolate e versate in una pentola nella quale avrete messo un filo d’olio a scaldare. Fate attenzione a girarla con cura, (io di solito utilizzo un coperchio!).
Servite calda o tiepida.

Mentre Susanna sbucciava la cipolla, ha cominciato a lacrimare, ma la cosa divertente è che lei aveva sempre creduto che fossero dicerie, quelle delle lacrime di cipolla e invece si è dovuta ricredere!

Le lacrime sono veramente qualcosa di misterioso.

È un posto così segreto, la terra delle lacrime.

(Antoine de Saint-Exupery)

Si versano lacrime quando si provano forti emozioni: gioia, tristezza, rabbia, commozione, si versano lacrime quando si sbucciano cipolle, quando si guarda il sole o quando l’aria fredda ci investe con prepotenza.

Sapevate che esistono tre tipi di lacrime?

Lacrime basali, lacrime riflesse e lacrime emotive.

Le prime hanno il compito importante di mantenere costantemente umido l’occhio, le seconde derivano da traumi o sostanze irritanti, le ultime sono profondamente legate al nostro stato d’animo. 

Quante volte abbiamo versato lacrime senza conoscerne la ragione, è bastato ascoltare una canzone, guardare un film, leggere un libro, ed è come se dentro di noi si fosse sciolto un nodo che faceva troppo male a tenerlo dentro.

Non piangiamo per la scena del film o per la musica della canzone. Piangiamo perché in quel medesimo istante veniamo scaraventate con prepotenza dentro un ricordo della nostra vita che per noi ha avuto un profondo significato.

Versiamo lacrime di stanchezza, di nervosismo e di solitudine.

Versiamo lacrime e basta.

Dio quanto piangete, avete una sorgente d’acqua nello stomaco.

Jack Folla

Poi soffiamo il naso, schiariamo la voce, laviamo il viso e torniamo a pensare alla cena.

Perché noi donne siamo fatte così. Pancia e cuore.

Certe volte invece piangiamo dentro, senza versare lacrime, gli occhi sono asciutti, ma il cuore sanguina, eppure proprio non ce la facciamo a lasciarci andare.

Lacrime che abbiamo trattenuto e che non abbiamo mai avuto il coraggio di versare, che sono rimaste lì, dentro di noi, perché sapevamo che in quel momento nessuno sarebbe venuto ad asciugarle e abbiamo preferito ingoiarle piuttosto che saperle sprecate.

Abbiamo dimenticato che siamo venute al mondo piangendo e che per molto tempo abbiamo utilizzato il pianto come strumento per esprimere un bisogno: essere nutriti, cambiati, cullati.  Abbiamo dimenticato che le lacrime servono ancora e sempre ad esprimere un bisogno.

Piangere ci permette di comunicare emozioni così intense che certe volte non riusciamo a raccontare con le parole.

Eppure ancora facciamo tanto, troppo per nasconderle o soffocarle, ricacciarle indietro.

Ancora sono considerate come un segno di debolezza o di fragilità.

In realtà è proprio il contrario, perché ci vuole molto coraggio a mostrare i propri sentimenti senza paura di essere giudicate.

Io piango per tutto. Tutto mi commuove.

Mi commuovono i film romantici, ma anche quelli comici, l’arrivo della primavera, ma anche dell’inverno, il Natale ma anche la Pasqua, le canzoni che arrivano dritte al cuore e quelle che lo sfiorano appena, i bambini, ma anche le persone anziane. Sono un disastro.

E piango perché ho perso mio marito, piango per tutto ciò che avrebbe potuto essere e non sarà. Mai più.

Però sono molto gelosa delle mie lacrime, è come se le custodissi e le lasciassi andare con parsimonia.

Perché le lacrime rivelano tanto di noi.

Gli occhi che piangono sono occhi il cui sguardo diventa trasparente, rivelando un dolore indifeso.

E il dolore non è merce che si possa svendere a chiunque.

Chi ha di fronte una persona che piange non sempre è in grado di sopportarne il peso, perché si sente incapace di consolare.

In verità di fronte alle lacrime, la via del silenzio è sempre la migliore.

Amiche care, ieri l’altro ho celebrato il primo anno di questo blog, che di lacrime ne ha raccolte veramente tante.

Prima di salutarvi vorrei ringraziarvi ad una ad una (e ormai avete superato il numero 1000!) per esserci state, per avermi letta e per aver condiviso tanto di voi, con me.

Tutto è preziosamente custodito dentro il mio cuore.

Aspetto le vostre storie di lacrime (anche di gioia!)

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Una buona domenica

17 pensieri su “Lacrime di cipolla

  1. Ciao, apprezzo il tuo follow-up. Vorremmo che pubblicassi ogni 15 giorni sulla nostra piattaforma MasticadoresItalia. Possono essere articoli già pubblicati o nuovi. Vorremmo citare il tuo blog e il nome dell’autore. Puoi vedere i nostri autori che collaborano qui e alcuni dei nostri blog, che si basano sulla collaborazione e sono gratuiti
    Saludos
    Juan re crivello
    email contacto: fleminglabwork@gmail.com
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  2. Marina B

    Buongiorno, non le ho mai scritto ma leggo il blog ogni volta che mi arriva una nuova mail. Non sempre leggo con calma e attenzione, ma questa mattina, sarà perché la mia giornata è iniziata con un bel po’ di lacrime dovute alla montagna di dolore che porto dentro, ho gustato le sue parole e mi ci sono proprio ritrovata. Grazie per il suo scritto. Un abbraccio
    Marina

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    1. Gentile Marina, grazie a lei per aver raccolto queste parole e averne fatto qualcosa di speciale. Le auguro di trasformare la montagna di dolore in una valle di speranza. Mi scriva ancora, anche in privato se le fa piacere. Un caro saluto

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  3. Silvia

    come sempre cara Gio’ arrivi in quei momenti, si proprio in quelli lì precisi, proprio quando quelle lacrime che…

    “Certe volte invece piangiamo dentro, senza versare lacrime, gli occhi sono asciutti, ma il cuore sanguina, eppure proprio non ce la facciamo a lasciarci andare”

    sono prepotentemente evase dal di dentro, hanno divelto quelle sbarre che le tenevano prigioniere e hanno allagato viso e mani.
    Anni di prigionia che hanno gonfiato quel cuore che tanto ha retto e sopportato ma che era pronto ad esplodere.

    Lacrime però pacificatrici, che hanno lavato e cullato l’anima.

    Di quante cose ci vergogniamo ma perchè?

    Non posso fare la frittata ma le cipolle per fortuna possono essere una spinta per liberare il cuore.

    Un abbraccio e complimenti per il tuo traguardo! E ti auguro di crescere sempre di più te lo meriti

    Bacio Silvia

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  4. Chissà perché, a volte il fiume torna a scorrere, o forse, scorre sempre, siamo noi che giriamo la testa da un’altra parte.

    La memoria è una cosa strana, non funziona come crediamo, abbiamo la sensazione che sia lineare, e che scorra come un fiume, dalla sorgente alla foce, fine.

    Ma se apriamo la nostra mente, se ci lasciamo andare, se ci affidiamo, possiamo comprendere, che la nostra vita, non è una linea, ma un cerchio, anzi, “il cerchio” perfetto.

    La pioggia, riporta l’acqua alla sorgente ed il cerchio perfetto, è ancora lì, c’è un inizio, ma, non esiste una fine.

    Siamo così limitati dal tempo, dal suo ordine, ci fa sentire così piccoli, con infiniti limiti, ma possiamo superarli, possiamo guardare avanti, ma dobbiamo lasciarci andare, farci trasportare dal fiume, forse, in alcuni momenti, non ne abbiamo la forza, ma il fiume è sempre lì, basta non girarsi altrove.

    Legata ai limiti del tempo, c’è una parola che che affiora sulle nostre labbra ogni tanto, ..mai.. ma poniamoci una domanda, che potere ha il “mai” quando credo, quando voglio credere, fermamente, che il cerchio non ha una fine?

    Facile parlare vero? soprattutto quando non si è dalla parte esatta del dolore, forse la via del silenzio è sempre la migliore? No, ed è per questo che scrivo.

    Siamo stati creati, che ci garbi oppure no, punto. Allora apriamo il nostro cuore, troviamo la forza e chiediamo la grazia, di parlare direttamente con il nostro Creatore, senza più intermediari, senza più limiti, senza più una fine, senza più quella limitazione del tempo, il tempo, che noi creature abbiamo “creato” ed usiamo, per avere la sensazione di comprendere ogni cosa, per chiuderci e sentirci al sicuro, dentro una gabbia dalla quale bisogna uscire.

    Basta così, piccoli passi, ogni giorno un piccolo passo.

    Davide, adesso non “crede” Davide “sà” con certezza, che il tempo non esiste più, nell’infinito abbraccio di Dio, finalmente, lo ha visto con i suoi occhi, con la sua anima, con il suo grande amore.

    Il fiume è divenuto un oceano, il “mai” è diventato un “per sempre”, ed è li che siamo tutti, lì con Lui, anche adesso, per sempre, perché, Dio si è fatto uomo, per essere come noi, e come dice il salmo… “eppure l’hai fatto poco meno di Dio”, questa è la traduzione esatta. Ciao…Giò…

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  5. Ecco! Hai detto tutto! Grazie di cuore per questo parlare di lacrime e per aver messo in parole questi pensieri. Mi ci ritrovo tantissimo e ti dirò mi sono tornati in mente con tenerezza alcuni pianti accolti con dolcezza da chi mi stava accanto.

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  6. fuoritempofuoriluogo

    Non è sempre facile piangere. Ogni lacrima che versiamo è non solo lo specchio in cui vediamo riflessa la nostra immagine ma è anche lo specchio grazie al quale noi ci mostriamo agli altri. E non sempre siamo disposti e pronti a farlo. Complimenti per il blog.
    Maria Domenica

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  7. Rosanna Ippolito

    Io piango spesso e mi commuovo facilmente ma lo faccio sempre di nascosto non mi piace farmi vedere, spesso piango anche dentro senza lacrime è un pianto più profondo che nessuno vede…E’sempre un piacere leggerti

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