Teo pesciolino saggio e pieno di coraggio

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Quando i miei figli erano piccoli, capitava che trascorressero i pomeriggi a casa dei loro amici, e al loro ritorno, raccontavano di quanto nonostante fosse più bella e più grande la loro casa rispetto alla nostra, era sempre bello fare ritorno in famiglia. Allora mi era venuta l’idea di scrivere una storia che li facesse riflettere sul pensiero che per quanto meravigliosi possano essere, non sono i luoghi a rendere felici le persone, ma coloro che ci vivono accanto.



Dedicata alla piccola Verdiana e alla sua nonna speciale che la leggerà per lei.

Teo aprì gli occhi e l’immensità del mare lo spaventò.

D’altra parte come avrebbe potuto non preoccuparsi un pesciolino rosso, abituato a vivere in solitudine e tranquillità dentro un piccolo acquario?

“Per tutte le ostriche” si domandò “come sono arrivato fin quaggiù? Dove è finita la mia casa? Che fine ha fatto il mio acquario?”

Non era certamente casa sua quel luogo sconosciuto nel quale si trovava, senza confini da toccare delicatamente con il musetto.

E poi quell’acqua.. puah! aveva veramente un sapore disgustoso: salata come un brodo di pollo.

Per non parlare del cibo!

Come mai non bastava affiorare dolcemente in superficie per potersi riempire il pancino con pietanze succulente e squisite?

Nonostante fosse confuso, Teo, si fece coraggio e decise di dare un’occhiatina in giro.

Cominciò a procedere con prudenza, augurandosi di incontrare prima o poi una via d’uscita che lo portasse fuori di lì.

“Ciao, e tu chi sei?” comparve all’improvviso, forse da dietro una conchiglia,  e spaventò il piccolo Teo.

 “Mi chiamo Teo e sono un pesciolino. E tu?”

“Io sono Selena la sirena, principessa del mare”.

“Ah, e cosa fai di bello?” chiese Teo, ansioso di fare nuove amicizie.

 “Nuoto in lungo e in largo così che tutti possano ammirare la mia bellezza”.

 “Strano ciò che dici” rispose perplesso Teo   

 “Cosa trovi di strano in tutto questo?” rispose stupita la sirena.

“Credevo che fosse la bellezza del nostro cuore a renderci speciali e non quella del nostro corpo”.

Detto ciò riprese il suo viaggio pensando di essere capitato in un luogo proprio bizzarro. Seguitò a nuotare senza una meta precisa e presto fece un nuovo incontro.

“Ehi” tuonò una voce profonda “Si può sapere come mai mi vieni incontro anziché fuggire ?”

Un grosso pescecane dai denti affilati e aguzzi sovrastava imponente la minuta figura di Teo.

“E perché dovrei fuggire?” rispose Teo indeciso se preoccuparsi o meno” sei un pesce come me, soltanto un po’ più grosso”.

“Non lo sai che pesce grosso mangia pesce piccolo?” rispose il pescecane.

Teo realizzò che in effetti, vivendo tutto solo nel suo acquario, si intendeva poco di pesci grossi. “A dire il vero è la prima volta che incontro un pesce come te, ma una cosa di sicuro la so: dove abito io gli esseri umani grandi non mangiano quelli piccoli, anzi li ho visti spesso scambiarsi carezze e baci e gesti di affetto”. Detto questo proseguì per la sua strada.

Ma gli incontri non erano destinati a finire.

“Buongiorno pesciolino, dove vai così di fretta?”

“Finalmente una faccia conosciuta” pensò tra sé, “di stelle marine così ne ho una identica nel mio acquario anche se non parla mai. Sentiamo questa cosa ha da raccontarmi”.

Cerco la strada per fare ritorno a casa,” spiegò pazientemente Teo “per caso puoi aiutarmi?”

Casa? Quale casa può mai avere un pesce che non sia il mare?”

“La mia casa è un piccolo acquario” rispose Teo, “che si trova proprio vicino ad una finestra dalla quale io vedo il cielo azzurro che la sera si riempie di stelle, e i prati verdi dove i bambini si divertono a giocare”. Detto questo si allontanò lasciando la stella marina alquanto confusa.

Ma la sera stava scendendo sul grande mare e Teo dopo tutto quel girovagare cominciò ad avvertire la stanchezza, ma anche la nostalgia per il suo acquario.

“Oh accipicchia, perché sono finito quaggiù? All’inizio mi era sembrata una bella avventura, ma ora sono stanco, voglio tornare a casa e purtroppo non so come fare”.

A forza di porsi domande, vinto dal sonno e dalla fame, ben presto Teo si addormentò. Ma mentre sognava la strada per il ritorno, d’improvviso una voce lo svegliò.

“Ehi, ti sei forse perduto?” domandò l’uomo.

Nell’udire una voce umana a lui tanto cara, Teo si destò all’improvviso. Strofinò forte gli occhi, li spalancò e…”Per tutti i coralli e le alghe, ma tu sei umano!” esclamò vedendo l’uomo che lo stava osservando.

Certo che sono umano” rispose l’uomo “stavo facendo un’immersione quando ti ho visto sonnecchiare”.

Oh è una lunga storia” rispose felice Teo” a dire il vero non so neppure come sia cominciata, ma vivere quaggiù non fa per me, sai …io vivo in un acquario”.

Se vuoi ti offro un passaggio fino a casa mia” rispose l’uomo intenerito alla vista del pesciolino, “ho giusto un acquario vuoto da tanto tempo, e i miei bambini sarebbero felici di avere un nuovo amico come te”.

“Bambini? Wow, io adoro i bambini! Sono di quelli che schiacciano il naso contro il vetro per guardarmi da vicino? E lasciano cadere dall’alto del buon cibo e fanno attenzione a cambiare l’acqua di tanto in tanto mostrandomi con orgoglio ai loro amici?”

Certo, puoi scommetterci” rispose divertito l’uomo.

 “Sììììì! Portami con te ti prego” esclamò felice il pesciolino.

E così Teo salutò il mare senza alcun rimpianto e fece ritorno alla confortevole vita di un piccolo acquario.

6 pensieri su “Teo pesciolino saggio e pieno di coraggio

  1. una storia che ti insegna ad apprezzare la tua casa e tutto ciò che hai. grazie é una bella storia, utile anche per gli adulti. Quante persne adulte non sono contente di sé e delle proprie cose e guardano volentieri la fortuna egli altri. Ma la tua storia ci incraggia anche ad assumere il coraggio di apporatre delle modifiche nella nostra vita privata se qualcosa non ci piace … ciao e buon fine settimana.

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