Essere ricordati

C’è una frase che amo davvero tanto e che sovente faccio mia:

“Se ti imbatti in una cosa bella la racconti”

Ed è proprio ciò che faccio soprattutto quando scopro storie di donne che in qualche modo hanno fatto della loro vita un capolavoro, donne talentuose ma anche tenaci, instancabili e perché no anche un po’ ambiziose.

Fino a fine settembre, presso la Reggia di Monza, grazie a un accordo con il museo di Capodimonte è possibile visitare la prestigiosa opera “La Villa Reale di Monza” dell’artista Clelia Grafigna (1899).
Questo particolarissimo capolavoro è un dono realizzato per la regina Margherita di Savoia che qui viene proprio rappresentata nell’ambiente privato della corte sabauda con alle sue spalle la monumentale Villa Reale di Monza. La particolarità di questo dipinto è data dal materiale con il quale è stato minuziosamente realizzato: sughero, carta, stoffa e materiale botanico essiccato. ( E stiamo parlando degli inizi del 1900!)

Clelia Grafigna non era come si pensò erroneamente per lungo tempo, una dama di compagnia della regina, ma una bravissima sarta che aveva aperto un atelier di abiti per bambini nel centro storico di Genova dove realizzava abiti da cerimonia dal battesimo alla prima comunione, ma anche cappottini eleganti che erano i preferiti dalla regina per il figlio Vittorio Emanuele.

Clelia però non era soltanto questo, dentro aveva uno spirito libero e indomabile che la spingeva alla ricerca di occasioni per dimostrare il suo talento e la sua bravura.

Fu proprio per merito di una partecipazione a un concorso nel 1896 con un’opera realizzata con la stessa tecnica del quadro “La villa reale di Monza” che i giurati molto colpiti, la invitarono a realizzarne uno per la Regina.

Clelia Grafigna si mise subito all’opera, facendosi inviare da Monza una fotografia della Reggia, riprodusse la facciata, raffigurò la regina, la dama di compagnia e un gruppo di bambini che vestì con i colori della bandiera italiana. Per la cornice ricamò delle margherite, mentre in cielo immaginò due uccellini che trasportavano dei fiori “non ti scordar di me”.

La regina apprezzò così tanto quel dono che inviò a Clelia Grafigna una lettera di ringraziamento firmata dal cavaliere d’onore di sua maestà accompagnata da una spilla gioiello con cifre reali da cui non si è mai separata.

Questa bellissima storia arriva da mia sorella Tiziana, la quale lo scorso 2 Giugno ha avuto l’onore di conoscere e incontrare la nipote di questa artista, una bellissima signora di nome Anna Zunino, che con i suoi onorati 87 anni, è arrivata a Monza da Genova dove vive, solo per ammirare quel quadro realizzato dalla nonna tanti anni fa. 

“Mia nonna ne sarebbe orgogliosa” ha raccontato “durante i trent’anni in cui ha vissuto con me e i miei fratelli fino alla morte nel 1964 ha raccontato la storia di quell’opera. Il lavoro di raccolta di erbe, legni, sugheri intorno a Genova, la richiesta di avere una fotografia di Villa Reale per poterla riprodurre con la tecnica del collage, un anno e mezzo di paziente lavoro tra il 1898 e il 1899 prima di far recapitare il dono alla Villa reale di Monza».

È dal 1964, anno della scomparsa della nonna che la signora Zunino cerca quel quadro e che ha trovato soltanto nel 2019 grazie all’amica di una nipote che aveva scovato un articolo che ne annunciava il prestito alla Reggia di Monza dalle collezioni del museo di Capodimonte dove è sempre stato conservato.

Immaginate che emozione sostare davanti a un’opera della quale aveva tanto sentito parlare e che racchiude così tanto della storia d’Italia e della sua famiglia.

Me la sono un po’ immaginata la Clelia, mentre di notte si adoperava per realizzare un’opera così preziosa e unica nel suo genere (perché di giorno aveva un atelier da portare avanti!), sperando di sorprendere la Regina, di vedere riconosciuto il suo talento e di essere ricordata nel tempo.

Essere ricordati è quasi come essere amati,
ed essere amati è il Paradiso”.

Emily Dickenson

Io credo che a ciascuno di noi in qualche modo piacerebbe essere ricordato per sempre.

Ci sono persone che compiono gesti eroici ed eclatanti, pur di far parlare di sé negli anni a venire.

Ma essere ricordati è un’altra cosa.

Significa lasciare un’eredità preziosa alle persone che abbiamo amato su questa terra: i nostri gesti, le nostre parole, il nostro esempio, il nostro operato che parlerà di noi attraverso le storie narrate da chi ci ha conosciuto.

Fare il nostro pezzettino, e farlo bene, con passione, con impegno, con l’intento di rendere felici gli altri, i quali custodiranno con cura il nostro ricordo negli anni a venire, passandolo di generazione in generazione.

Personalmente mi sento profondamente grata a chi ha lasciato libri, canzoni, opere d’arte, invenzioni che hanno arricchito la vita di tante persone e penso con dispiacere a tutti quegli artisti rimasti sconosciuti dei quali non avremo mai il privilegio di conoscerne la bravura e il talento, per mille ragioni, tra le quali forse, la scarsa fiducia nelle proprie capacità.

Clelia Grafigna non ha lasciato soltanto una splendida opera d’arte, ma anche un messaggio di coraggio e audacia.

Certamente sarà stata una buona moglie, una brava madre, una buona figlia, ma dentro il suo cuore c’era di più, c’era un talento che ha riconosciuto e che si è rifiutata di seppellire.

Se avete in testa un sogno e avete gli strumenti per poterlo realizzare, se siete brave in qualcosa, qualunque cosa, cominciate ad adoperarvi per dimostrarlo, prima di tutto a voi stesse e poi perché no? Al mondo intero.

Per essere ricordate.

E se la storia di Clelia Grafigna vi ha incuriosite, potete andare a vedere la sua opera prenotando la visita alla Villa Reale di Monza accedendo a questo link :

https://www.reggiadimonza.it/it/content/page/biglietti-e-prenotazioni#regdl=la-reggia-di-monza

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10 pensieri su “Essere ricordati

  1. Alessandra Cortese

    Che meraviglia l’opera della signora Clelia e chissà che pazienza nel realizzarla! Hai ragione: sarebbe bello essere ricordati per le nostre qualità e magari anche per qualche nostra abilità. In effetti a volte ricordiamo nelle nostre conversazioni persone che non ci sono più, ma che ci hanno lasciato qualcosa!

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  2. Giovanna! Leggo sempre volentieri i tuoi articoli, perché fanno riflettere. Ma questo mi ha emozionato. Quanto è vero, quanto è importante essere ricordati, soprattutto dai nostri cari. Per me che sono agnostica, è l’unico modo (ricordare) di stare in compagnia di persone che purtroppo non ci sono più. E in questo modo continuano a esistere.

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  3. Che storia meravigliosa!! Io sono sempre più affascinata dalle donne che hanno attraversato la storia dell‘arte in tutte le sue forme e hanno lasciato segni così importanti. È assolutamente necessario riportare alla luce del sole le loro storie e le opere che ci hanno donato. Sono tantissime e devono continuare a vivere nei nostri ricordi e dobbiamo far nostro lo spirito che le ha accompagnate. Grazie davvero per averci fatto conoscere Clelia Grafigna!!

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  4. Francesca

    Bellissima questa storia, indubbiamente la signora Clelia aveva un grande talento e delle mani d’oro!! Per me, essere ricordati è “vivere in eterno”; dice bene Emily Dickenson
    Essere ricordati è quasi come essere amati e essere amati è il paradiso.

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