Dentro un sogno romantico

Pubblicato su Confidenze n. 11 Marzo 2011

Quando Sara la nostra primogenita, ha compiuto 18 anni,

le abbiamo regalato un sogno,

che poi ho raccontato dentro questa storia.

Ci sono storie che proprio non si può fare a meno di raccontare, storie che sarebbe un peccato lasciare dentro un cassetto del nostro cuore, perché sono a lieto fine e regalano a chi le legge un sorriso.

Questa è la storia di un desiderio che si è realizzato e che mi ha insegnato una lezione importante: non basta coltivare dei sogni, ma è anche necessario adoperarsi affinché si realizzino.

E prima che questa esperienza divenga ricordo, eccola qui, nero su bianco: il suo nome è IL BALLO DELLE DEBUTTANTI.

Ne esistono diversi in Italia, quello a cui ha partecipato mia figlia Sara è il Gran Ballo della Venaria Reale, un importante e grande evento di cultura e solidarietà che si svolge in Piemonte.

Questa è stata la seconda edizione che si è svolta negli spettacolari saloni della Venaria Reale, il 13 Novembre 2010.

L’egregia, impeccabile organizzazione è a cura del comitato “Vienna sul lago”, un ente senza fine di lucro.

La prima volta che ne ho sentito parlare, è stato attraverso le pagine di Donna Moderna: una mamma chiedeva informazioni per fare questo regalo a sua figlia in occasione del suo diciottesimo compleanno.

Sono andata a curiosare nel sito e ho trovato queste parole: “Requisiti richiesti: dai 17 ai 23 anni di età e tanta voglia di realizzare il proprio sogno”.

Ho guardato mia figlia e mi sono detta: “Perché non provare?”

Il tuo nome in fondo significa Principessa e non può essere anche questo un buon auspicio?

Allora ho conservato quell’articolo e l’anno prima che compisse 18 anni ho spedito di nascosto la  richiesta di partecipazione e poi, semplicemente ho cominciato a sperare. Non ero nemmeno sicura che questo fosse il suo sogno, ma certamente era il mio e così, ho mischiato le carte e ho cominciato a giocare sperando di vincere.

Non so quante volte mi sono morsa la lingua quando lei chiedeva cosa le avremmo regalato per i suoi 18 anni.

“Una sorpresa”, rispondevo

“E se non mi piacesse?” mi chiedeva provocandomi.

Io incrociavo le dita e tuo padre mi rassicurava: “Un po’la conosciamo nostra figlia non credi?”

Si, lo speravo proprio.

Intanto i mesi volavano via veloci.

Poi a Maggio, la bella notizia è arrivata attraverso una raccomandata e quello è stato il primo momento di vera grande emozione. Non dimenticherò mai il suo sguardo quando le abbiamo mostrato la lettera che comunicava di essere stata scelta per partecipare al ballo. Non sapeva nemmeno cosa fosse, non ne aveva mai sentito parlare e a dirla tutta, era pure un po’ perplessa.

“O mamma” ci siamo detti con il fiato sospeso “forse abbiamo sbagliato tutto”.

O forse no. Ci sono dieci giorni di tempo prima di accettare, e Sara ne ha subito parlato con le  amiche, le cugine, le compagne di classe, le quali per fortuna, decisamente più entusiaste di lei, l’hanno incoraggiata ad accettare.

Un tuffo e via.

Un tuffo nel passato, nell’ignoto, verso qualcosa che non poteva non suscitare almeno un po’ la sua curiosità.

A partire da quel sì, si è aperto un mondo parallelo, fatto di danza, di abiti, di scarpe da ballo, di profumo antico e romantico che non credevamo potesse esistere davvero. Abbiamo trascorso i due mesi precedenti l’evento a seguire le indicazioni che arrivavano mano a mano dal Comitato organizzatore: procurarsi scarpe da ballo di pelle bianche, biancheria color avorio, e divieto di tagliarsi i capelli per poterli raccogliere la serata del ballo.

Novembre è arrivato in un istante, ricordo la sera in cui abbiamo caricato in auto il trolley e l’abbiamo accompagnata a Novara dove altre 25 ragazze la aspettavano per condividere con lei questa esperienza.

Oddio che magone quando l’ abbiamo salutata.

“Figlia mia cosa pensi?” non smettevo di domandarmi “Sei felice,turbata delusa? Credi che ti abbia imposto un sogno più mio che tuo?”

Nei giorni successivi ci siamo sentite poco, perché Sara era impegnata a provare ogni tipo di ballo: walzer, polke, mazurke e a seguire lezioni di bon ton (quanto ci siamo divertiti al tuo ritorno quando hai tentato di insegnarci a sbucciare una mela con il coltello senza mai toccarla!)  .

Mi raccontava di momenti di scoraggiamento, di vesciche dolorose sui piedi, di stanchezza e preoccupazione di non farcela, ma non si è mai arresa.

Intanto noi da casa, ci preparavamo al grande giorno

Tuo padre si è comprato lo smoking ed era bellissimo.

Per me invece un semplice abito da sera,tacchi altissimi, una stola per ripararmi dal freddo e via, partenza per la Reggia di Venaria Reale, dove si sarebbe svolto l’evento.

Quando tuo padre ed io siamo entrati nella Reggia mi è mancato per un attimo il respiro.

Non avrei mai creduto che questo momento potesse veramente arrivare.

Ma dico la verità, ciò che ho provato in quel momento era davvero niente in confronto a quando l’ho vista entrare.

La porta si è aperta al suono di una musica antica e le ragazze che sono entrate a fianco dei cadetti  dell’Accademia navale di Livorno, erano bellissime. Quando poi ho riconosciuto mia figlia tra loro, ho pensato con emozione che quello che ieri era lo sguardo di una bambina, ora era diventato di una donna.

Mentre volteggiava sicura tra le braccia del suo cavaliere, cercavo di indovinare i suoi pensieri, la vedevo felice e sorridente e sapevo in cuor mio, di averle fatto un grande regalo, il cui ricordo l’avrebbe accompagnata per tutta la vita.

Terminata la serata abbiamo fatto ritorno al bed and breakfast e l’indomani siamo ripartiti verso casa.

All’inizio non è stato facile riprendere la vita di tutti i giorni, perché quando un sogno finisce, lascia dentro una scia malinconica della quale si fa fatica a liberarsi.

Ma è soltanto lasciandolo andare che potrà diventare un bellissimo e indimenticabile ricordo che in qualche modo ci terrà compagnia nei giorni a venire.

Ogni tanto sarà piacevole andarlo a ripescare, raccontarlo, riviverlo per non dimenticare, che è soltanto adoperandosi che i sogni più belli si realizzano davvero.

5 pensieri su “Dentro un sogno romantico

  1. “C’era una volta” il Ballo delle Debuttanti anche a Venezia. O meglio al Lido, nella Sala degli Stucchi dell’Excelsior. Grazie al tuo articolo mi hai ricordato questo evento che seguivo per la cronaca del giornale. Federica | VeniceFineArt.it

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    1. fuoritempofuoriluogo

      Hai fatto a tua figlia un regalo meraviglioso che le resterà nel cuore e nei ricordi per sempre. Il ballo delle debuttanti, a mio parere, è uno dei momenti più belli a cui una ragazza possa partecipare, straordinario ed unico, posto tra tradizione e modernità.
      Maria Domenica

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  2. fuoritempofuoriluogo

    Hai fatto a tua figlia un regalo meraviglioso che le resterà nel cuore e nei ricordi per sempre. Il ballo delle debuttanti, a mio parere, è uno dei momenti più belli a cui una ragazza possa partecipare, straordinario ed unico, posto tra tradizione e modernità.
    Maria Domenica

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