“Ci vado poco al cimitero, dico la verità.
Giusto una volta a settimana per bagnare i fiori, guardo la tua foto,
cerco di pronunciare due parole brevi e fugaci, un bacio volante e poi scappo via.
Lì io non ti trovo, non sento la tua presenza e fatico a raccontarti qualcosa.
Ma capisco che la percezione della presenza delle persone care che abbiamo perduto sia qualcosa di molto intimo e personale.
Ho ascoltato spesso storie di altre persone che come me hanno subito una perdita lacerante e si recano al cimitero ogni giorno.
Altre invece non ci vanno affatto.
Io ti ritrovo tanto nell’intimità della nostra casa che abbiamo scelto, costruito e arredato insieme, dove sono cresciuti i nostri figli.
La casa testimone di tanti momenti belli e meno belli, ma sempre nostri.
Ti ritrovo nelle piccole cose, nell’ordine che mi hai insegnato, nella precisione, nella vita di tutti i giorni.
E lì ti parlo e ti racconto.”
L’amore non si butta
Nascere e morire sono esperienze che toccano ogni essere vivente.
Eppure, mentre celebriamo la nascita come un miracolo luminoso, facciamo spesso fatica ad accogliere la morte come parte della vita.
La evitiamo, rifuggendone ogni occasione in cui si potrebbe provare a parlarne.
Il 2 Novembre è proprio uno di quei giorni, perché si celebra la Commemorazione di tutti i defunti.
Un giorno che potrebbe aiutarci a riflettere, a fermarci, ad ascoltare ciò che abbiamo perduto e ciò che resta.
Ma anziché farne un’occasione di riflessione, capita che la si trascorra migrando di cimitero in cimitero, come a svolgere un compito ingrato dal quale rifuggire al più presto, per fare ritorno alla confortante quotidianità.
Abbiamo timore della morte, ma forse è proprio il silenzio a renderla così spaventosa. Parlare del dolore, del vuoto, di ciò che rimane, è un modo per guarire e per fare pace con la paura.
“L’amore non si butta”, in uscita il 7 Novembre, vuole essere anche questo:
un invito gentile a non chiudersi, a raccontare ciò che significa lasciar andare qualcuno, credere di morire insieme a lui tanto è grande il dolore, e poi scoprire che dentro di noi esiste una forza potente che ci spingerà a rinascere. Sempre.
E voi amiche care?
Come vivete il ritorno al cimitero?
È un gesto che vi fa paura, o vi consola?
Se vi va, potete raccontarlo.
Le parole, quando si incontrano, accarezzano anche ciò che fa male.
Vi auguro di quel che resta una buona domenica e vi ricordo che potete preordinare “L’amore non si butta” nelle librerie oppure su Amazon attraverso questo link:


