In evidenza

La via dei terrazzamenti, sfidare i nostri limiti senza necessariamente superarli

Ce l’abbiamo tutti nel cuore una ricorrenza con la quale dobbiamo, nostro malgrado, fare i conti almeno una volta l’anno.

Non vediamo l’ora che arrivi e che passi.

La mia ricorrenza più impegnativa, è l’anniversario della perdita di mio marito.

Non so perché, ce ne sono sicuramente altre più complicate da attraversare, anniversari, compleanni, celebrazioni, ma quando si avvicina questo giorno, l’unica cosa che riesco a fare è fuggire, allontanarmi per qualche giorno da quel dolore lacerante che ho provato quel 29 maggio di tre anni fa.

Per questo ancora una volta mi sono cimentata in un cammino, e che cammino, amiche mie, faticoso, faticosissimo, ma bello da togliere il fiato.

Continua a leggere “La via dei terrazzamenti, sfidare i nostri limiti senza necessariamente superarli”
In evidenza

Comodamente curiose

Ho fatto delle considerazioni in questi giorni che mi hanno portato di nuovo a riflettere sul valore che diamo alla confort zone della nostra vita.

Per curiosità sono andata a rileggere l’articolo che avevo postato proprio su questo tema e pensate un po’ cosa ho scoperto?  Che l’avevo pubblicato esattamente due anni fa.

Mi ci sono ritrovata ancora tanto nella bellezza della sensazione che mi da stare dentro una confort zone, ma anche nell’urgenza che sento ogni tanto di trovare il coraggio per uscirne fuori perché è solo così facendo che possiamo sperimentare  sensazioni diverse, fare nuovi incontri, insomma arricchirci e migliorare la qualità della nostra vita.

Continua a leggere “Comodamente curiose”
In evidenza

Concorso musicale Davide Biollo: quando la musica diventa custode della memoria

Anni fa quando il giardino di casa nostra era ancora tutto da riempire, mio marito era rientrato a casa una sera con in mano una piantina piena di piccoli fiori gialli.

“E’ una ginestra” mi aveva raccontato “la pianto nel giardino roccioso perché ho letto che trattiene le zolle e consolida il terreno”.

Avevo sorriso pensando a come avrebbe potuto una piantina così piccola cimentarsi in un’impresa così grande.

Continua a leggere “Concorso musicale Davide Biollo: quando la musica diventa custode della memoria”
In evidenza

So…stare in ascolto

Ieri sera pizza per due, la Susi e io.😋😋

Non so quante volte mi avesse suggerito di mettere le patatine fritte e la mozzarella alla fine della cottura e non all’inizio,  sostenendo che in questo modo la pizza sarebbe venuta migliore.

Ma siccome seppur in buona fede noi genitori crediamo che avere una lunga esperienza significhi avere sempre ragione, non ho mai dato troppo ascolto alle sue richieste, preferendo fare a modo mio.

Continua a leggere “So…stare in ascolto”
In evidenza

Sposarsi (parte terza) quando sei la mamma della sposa

Le cose belle accadono.

Di continuo.

A volte si susseguono con una tale frequenza che ti sorprendi a domandarti se ce la farai a reggere tanta emozione.

E poi capisci che sì, che non solo ce la fai, ma trovi il modo di starci così bene dentro, che ti rimane il rammarico quando finiscono.

Dopo la parte prima di Sposarsi in cui vi ho raccontato del matrimonio di mia nipote Alessandra con Pietro, e poi della parte seconda di Sposarsi in cui a salire all’altare è toccato a mio figlio Samuele con Benedetta, l’amore della sua vita, ieri si è sposata la mia primogenita Sara con Fabrizio, coppia dal cuore grande quanto il loro sorriso.

E io che credevo ormai di averci fatto l’abitudine a certe emozioni, io che credevo di aver imparato ad addomesticare il mio cuore, a tenerne sotto controllo i battiti, a controllare il respiro, in realtà mi sono resa conto che non ero preparata a niente.

Non ero preparata a vedere mia figlia percorrere la navata della chiesa al braccio di suo fratello, per provare a colmare un’assenza inesorabilmente incolmabile.

Non ero preparata a guardarla e rendermi conto che una figlia, alla fine, è una donna meravigliosa che cammina a passo spedito verso il suo futuro in costruzione, accanto all’uomo che ha scelto come compagno di vita.

Da quando è mancato, ho raccontato più volte di quanto fatichi a rassegnarmi a vivere senza la presenza di mio marito accanto a me, che nei miei sogni, davo per scontata.

Ma non mi ero mai soffermata a pensare alla sua assenza come padre e alla fatica che i miei figli affrontano nella quotidianità, ma soprattutto in giorni come questi, in cui basta un attimo per smarrirsi.

Non mi ero mai chiesta come fanno a sopravvivere a questi momenti di gioia senza lasciarsi sopraffare dalla tristezza e dal dispiacere.

Come fanno a colmare un’assenza che certi giorni somiglia tanto a un precipizio dal quale si fatica a risalire.

E mentre mi domandavo tutto questo, è stato come se qualcuno mi avesse invitato a spostare lo sguardo, ed è stato allora, che li ho visti.

Tantissimi, bellissimi, profondamente commossi, incredibilmente emozionati.

Gli amici.

Gli amici di ieri, quelli conosciuti tra i banchi di scuola, quelli che hanno attraversato accanto a loro, innumerevoli giorni impregnati di preoccupazioni e svago.

Gli amici conosciuti per caso, quelli acquisiti, quelli di tutti i giorni e quelli arrivati da lontano per la gioia di condividere quel giorno da consegnare alla memoria per sempre.

Gli amici che si preoccuperanno di aggiustare le cose quando si romperanno in mille pezzi, che penseranno a sorreggerli quando vacilleranno,  a  ricordare quella promessa che ha una durata eterna, prendendosi cura di loro nei giorni a venire.

Ecco l’assenza che si fa presenza, ho pensato.

Ti prometto che non presterò attenzione al mio cuore  a pezzi,
che non sarò triste del tutto,
perché la scia di amore che hai lasciato dietro di te,
sarà così luminosa da accompagnarci per il resto delle nostre vite.

Ci sono dolori che non fanno male, anzi, insegnano a guardare il mondo con occhi diversi, a cogliere ciò che prima sfuggiva, a vivere e a godere dell’attimo, a rallentare fino a sentire il battito del cuore.

L’assenza è la più forte presenza,
coloro che non camminano fuori,
vivono dentro.
Antonio Cuomo

Amiche vi lascio ancora una volta con tante belle foto che raccontano di noi, e di quanto ce la stiamo mettendo tutta per difendere il nostro fazzoletto di felicità.

Oggi voglio salutarvi con un bellissima poesia di Pablo Neruda, che dedico a chiunque di voi, abbia un’assenza nel cuore che fatica a colmare.

Io ringrazio i miei figli di esistere, e i compagni di vita che si sono scelti, per amarmi con lo stesso amore.

SE MUOIO SOPRAVVIVIMI
Se muoio sopravvivimi con tanta forza pura
se tu risvegli la furia del pallido e del freddo,
da sud a sud alza i tuoi occhi indelebili,
da sole a sole suoni la tua bocca di chitarra.
Non voglio che vacillino il tuo riso né i tuoi passi,
non voglio che muoia la tua eredità di gioia,
non bussare al mio petto, sono assente.
Vivi nella mia assenza come in una casa.
È una casa sì grande l’assenza
che entrerai in essa attraverso i muri
e appenderai i quadri nell’aria.
È una casa sì trasparente l’assenza
che senza vita io ti vedrò vivere
e se soffri, amor mio, morirò nuovamente.

In evidenza

I buoni consigli

La scorsa settimana ho fatto un acquisto che andavo meditando da un sacco di tempo e che rimandavo più che altro per la difficoltà di trovare uno spazio adatto in cui collocarlo.

Poi però ho trovato un’ offerta davvero interessante e allora mi sono decisa.

Sto parlando della friggitrice ad aria.   😊😊

Continua a leggere: I buoni consigli

Ho trovato un modello piccolo e compatto a un prezzo strepitoso e incoraggiata da mia sorella Tiziana mi sono detta ora o mai più.

Devo ammettere che le prime patatine cucinate senza utilizzare l’olio mi hanno veramente soddisfatta.

Mi sono anche cimentata con le zucchine, ma poi mi sono fermata. Ho bisogno di qualche buon consiglio mi sono detta.

E dove chiederlo se non a tutte le amiche di questo blog che pazientemente mi seguono? 

Quindi se avete ricette, curiosità, consigli da darmi, vi prego di non esitare, perché ci tengo proprio a utilizzare questo piccolo elettrodomestico che sono sicura mi regalerà una cucina sana e leggera. 

Elargire buoni consigli 

Mi sono un po’ soffermata sul significato di questa espressione.

Non è mai facile dare consigli e soprattutto non è facile riceverne.

Ma quando un consiglio lo si può definire tale? Io credo che innanzitutto debba essere richiesto.

Alzi la mano a chi piacciono i consigli non richiesti soprattutto se provengono da chi non ci conosce affatto e parla sulla base della sua esperienza personale che il più delle volte è molto distante dalla nostra?

Sarebbe carino anche possedere un minimo di competenza sull’argomento in questione, più che altro per non dare consigli inutili ma soprattutto fuorvianti.

Ma soprattutto io amo ricevere consigli dalle persone che mi stanno a cuore, che si sforzano di vedere la situazione dal mio punto di vista e non dal loro.

“Date ascolto al consiglio di chi molto sa;
ma soprattutto date ascolto al consiglio di chi molto vi ama”. 
Arturo Graf 

Bisogna essere disponibili a ricevere consigli, perché è soltanto in questo modo che gli attribuiamo il valore che meritano, altrimenti è solo risorsa sciupata.

Certo ci sono anche consigli occasionali, non richiesti che arrivano a sorpresa.

Vi è mai capitato di essere davanti a uno scaffale di prodotti al supermercato e non sapere cosa scegliere, e così dal nulla accanto a voi compare qualcuno che senza che gli venga richiesto, vi consiglia il prodotto secondo lei migliore e vi motiva anche la sua scelta?

Io le apprezzo sempre queste persone, sono pure coraggiose, potrebbero ricevere una risposta contrariata anziché un grazie eppure osano lo stesso senza ottenere nulla in cambio. Sono perle di saggezza che non vanno sprecate.

E perché funzionano?

Perché quella persona per un momento si è messa nei nostro panni, perché se è lì, probabilmente ha un’esperienza su quel prodotto e perché un giorno forse, se dovesse trovarsi al nostro posto, avrebbe piacere di ricevere un consiglio di questo tipo.

Insomma non è facile ricevere buoni consigli, ma non è facile nemmeno elargirne.

Può accadere di trovarsi in difficoltà davanti a una persona che si rivolge a noi chiedendoci esplicitamente un consiglio perché si trova dentro una situazione dalla quale non sa come uscire: un cambiamento in arrivo, una difficoltà familiare, un problema di salute.

Cosa rispondere a queste persone che certamente nutrono aspettative importanti nei nostro confronti?

Qualche volta le persone ci avvicinano e ci condividono le loro difficoltà solo per il bisogno di essere ascoltate.

In realtà non sempre sono in cerca di un consiglio, perché sanno già quale sarebbe la cosa giusta da fare.

Però raccontarsi a qualcuno che ascolta veramente con il cuore, che sospende il giudizio, che fa domande per meglio capire il nostro disagio, è quanto di meglio possiamo sperare di incontrare, è un respiro che si allarga, un’esperienza che ciascuno uomo meriterebbe di vivere almeno una volta nella vita.

L’ascolto è la forma più grande di vicinanza che possiamo avere verso qualcuno, senza necessariamente riempirlo di consigli, ma piuttosto di incoraggiamento.

Amiche, è difficile ricevere consigli e ancora più complicato darne, ma qualunque sia il ruolo che ci ritroviamo a ricoprire, non possiamo esimerci dal viverlo, peggio sarebbe fare un passo indietro.

 Il mondo ha bisogno di persone capaci di ascoltare e all’occorrenza di consigliare. Difficile sbagliare il tempo, il momento, le parole, se camminiamo sul filo dell’empatia, che ci permette di stare loro accanto.

Vi auguro una buona domenica, la prossima settimana avrò cose belle da raccontavi, ma nel frattempo, aspetto i vostri consigli culinari sulla friggitrice ad aria. 

Potete scrivermi qui gio.fumagalli66@gmail.com, oppure nei commenti qui sotto.🥰🥰

E come sempre se questo articolo vi è piaciuto potete sempre condividerlo cliccando qui 👇👇

In evidenza

Gira il mondo gira

Non so perché, ma nei momenti più faticosi della mia vita, ho sempre sperato che a un certo punto  il mondo smettesse di girare e mi concedesse una tregua, per abituarmi al dolore, al cambiamento, alla fatica di stare al passo.

L’ho pensato cinque anni fa in un giorno di aprile come oggi, quando la malattia di mio marito è entrata con prepotenza  nelle nostre vite.

L’ho pensato di nuovo tre anni fa, quando dentro una pandemia mondiale, ho aperto questo blog, quasi a convincermi in qualche modo che ricercare la normalità, avrebbe rimesso a posto ogni cosa.

Continua a leggere “Gira il mondo gira”
In evidenza

La forza dell’abitudine

Esco ogni mattina con il mio cane, camminiamo nei campi, nei prati, sempre immersi nella natura, eppure sono talmente abituata ai paesaggi che incontro e talmente presa dai miei pensieri che quasi nemmeno mi stavo accorgendo della primavera che avanza imperterrita, per fortuna.

La nostra vita è scandita da gesti abitudinari, da una routine talmente perfetta e confortevole che ci permette di concentrare innumerevoli attività dentro ogni giorno, che se dovesse venire a mancare, ci lascerebbe un po’ con la sensazione di fare fatica a rimanere a galla in mare aperto.

La chiamano la forza dell’abitudine.

Ma cosa significa abitudine?

“Tendenza a ripetere una determinata azione, a rinnovare una determinata esperienza fino a trasformarla in un comportamento consolidato, spesso inconscio e automatico”.

Continua a leggere “La forza dell’abitudine”
In evidenza

Tre giorni a Budapest ovvero ascoltare le buone ispirazioni

Se c’è una lezione che ho imparato dal mio amato parroco dell’infanzia don Natale Beretta, e che non ho mai dimenticato, è che bisogna sempre ascoltare le buone ispirazioni.

Il termine ispirazione significa letteralmente “respirare su”, e i greci credevano che le persone ispirate, venissero in contatto con i pensieri di Dio.

“Illuminazione divina che apre la mente dell’uomo alla verità e lo guida a ben operare”. 

Continua a leggere “Tre giorni a Budapest ovvero ascoltare le buone ispirazioni”
In evidenza

Che vergogna!

Che non ami particolarmente occuparmi delle pulizie di casa non è mai stato un mistero.😥😥

Ma oggi, quando mi sono accorta che il mio freezer faticava a chiudersi talmente spesso era lo strato di ghiaccio che si era formato al suo interno, dico la verità, mi sono vergognata.😳😳

Mi è sembrato di sentire su di me lo sguardo di disapprovazione della mia mamma e in men che non si dica, mi sono rimboccata le maniche e l’ho ripulito per bene.

Continua a leggere “Che vergogna!”
In evidenza

I colori delle emozioni

Esattamente un anno fa in occasione del carnevale, ma non solo, avevo pubblicato questo articolo


https://comodamentesedute.com/2022/03/06/tutti-i-colori-del-mondo/

per raccontare alla fine una semplice verità.

Nonostante tutto, i colori continueranno a far parte della nostra storia, nonostante i duri colpi che non ci vengono risparmiati, e l’immensa fatica di tirarci in piedi ogni volta, tenderemo sempre verso di essi perché sono la nostra energia e la nostra forza”.

Continua a leggere “I colori delle emozioni”
In evidenza

Nascere non basta

Ieri mattina sono passata a salutare mia suocera e la sua badante come faccio ogni settimana e appena ho varcato il cancello e sono entrata in giardino il suo profumo mi ha assalita deciso, diretto, avvolgente,lasciandomi quasi stordita talmente era intenso.

Sto parlando di una pianta dal nome lungo e complicato ma che certamente conoscete:  Edgeworthia chrysantha, che si chiama così semplicemente perché ha preso il nome dal suo classificatore, il signor Michael Pakenham Edgeworth.

Pensate che, io non lo sapevo, in Italia questa pianta viene chiamata “bastone di san Giuseppe”, probabilmente perché fiorisce in questo periodo, molto vicino alla festa di san Giuseppe che si celebra il 19 marzo. 

Viene chiamata anche pianta dei nodi perché i suoi rami sono talmente flessibili che è possibile piegarli fino ad annodarli senza recarle alcun danno.

Continua a leggere “Nascere non basta”
In evidenza

A.A.A. incoraggiatori cercasi

L’altra sera ho aperto il frigorifero alla ricerca di un’idea per la cena e l’ho visto lì, dimenticato, solitario, in paziente attesa.
Sto parlando di una verdura che a casa mia non è mai stata tanto gradita, ma che d’inverno, di tanto in tanto, non mi dispiace acquistare: il porro.
Il problema è decidere come cucinarlo.

Fortunatamente avevo anche della scamorza affumicata e una confezione di pasta sfoglia e così mi sono cimentata in una torta salata che vi dico la verità è venuta veramente buona e per questo non voglio perdere altro tempo e vi giro subito la ricetta.

Continua a leggere “A.A.A. incoraggiatori cercasi”
In evidenza

Punti di vista

Ho appena terminato di leggere un libro autobiografico che mi è piaciuto moltissimo dal titolo NON CI AVRETE MAI (grazie Irene 🥰) 

che narra la storia di una giovane donna di origini marocchine Chaimaa Fatihi, vissuta in Marocco fino all’età di sei anni e poi trasferitasi in Italia con la sua famiglia dove ha ottenuto dopo diversi anni la cittadinanza italiana.

Continua a leggere “Punti di vista”
In evidenza

Venditti & De Gregori in tour: la musica è come l’amore

Qualche volta succede.

Che accadono cose che non ti aspetti e delle quali pensi di non avere bisogno.

Succede che se lasciamo fare alle persone che ci vogliono bene, loro trovano il modo di renderci felici con regali inaspettati. Ma incredibilmente graditi.

Continua a leggere “Venditti & De Gregori in tour: la musica è come l’amore”
In evidenza

L’amica del cuore

Amiche care, proprio una settimana fa come oggi, si celebrava in tutto il mondo la Giornata mondiale degli abbracci di cui ho raccontato proprio lo scorso anno in questo articolo https://comodamentesedute.com/2022/01/23/un-abbraccio-consolante/ che se volete potete tornare a rileggere.

E a proposito di abbracci e di articoli già scritti, ve ne voglio riproporre un altro dedicato all’amicizia, perché oggi dopo tanto tempo sono finalmente riuscita a trascorrere un intero pomeriggio con Katia la mia amica del cuore da sempre.

Sono sicura che se anche voi avete un’amica del cuore, potete immaginare quanto sia stato prezioso il tempo che ci siamo dedicate e come sia volato!

Ed è talmente volato che non ho fatto in tempo a scrivere l’articolo settimanale per il mio blog!

Continua a leggere “L’amica del cuore”
In evidenza

Procrastinare…rimandare a data da destinarsi

Buongiorno amiche mi vergogno un po’ a dirvi che nella mia dispensa c’era ancora un presepe di cioccolato al latte che mi è stato regalato in occasione del Natale.

Ogni volta che mi capitava di aprire e guardarci dentro, lui era lì, in paziente attesa, a domandarsi cosa aspettassimo a consumarlo.

Ma ora che anche Samuele  non abita più con noi, capite che per me e Susanna è veramente impensabile divorarsi 280 grammi di cioccolato.

Prima o poi ci farò qualcosa, mi ripetevo ogni volta.

Poi per curiosità un giorno ho controllato la data di scadenza e mi sono accorta che mancava pochissimo! 😱😱

Così mi sono finalmente decisa e questa settimana ho preparato una torta al cioccolato e ricotta buonissima di cui naturalmente vi giro subito la ricetta.

Continua a leggere “Procrastinare…rimandare a data da destinarsi”
In evidenza

P come parola, P come potenza

Questa settimana sono stata costretta mio malgrado a salutare due donne speciali.

Le persone che vedete accanto a me in questa foto si chiamano Anzhelika e Anton, sono rispettivamente figlia e nipote della cara Raissa, la badante che accudisce mia suocera da diversi anni.

Loro vivevano in Ucraina, Anzhelika  aveva un lavoro, Anton aveva appena terminato gli studi a Varsavia e si era da poco laureato. Era tornato a casa per cercare un lavoro e stare vicino a sua madre, che il papà l’ha perso quando era ancora piccolo.

Sembra una storia familiare simile alle nostre, con la differenza che quasi un anno fa, a questa famiglia come a tante altre, la guerra ha spazzato via tutto in un momento: casa, lavoro, sogni, speranze, futuro, lasciando in cambio soltanto paura e disperazione.

Continua a leggere “P come parola, P come potenza”
In evidenza

Il cammino di Carlo Magno: che fantastica storia è la vita

Non so se capita anche voi, ma qualche volta io prendo e scappo.

Anche se poi torno.

Perché la verità è che nonostante sia innamorata della mia vita quotidiana, ogni tanto sento l’urgenza di allontanarmi da essa, dalla fatica e dall’assiduità che mi richiede certi giorni stare dentro ruoli belli ma impegnativi.

Mi allontano quel tanto che basta, fino a quando il desiderio di fare ritorno mi solletica il cuore. Torno e riprendo da dove ho lasciato, con rinnovato entusiasmo.

La modalità che scelgo per andare è quella del cammino, non so perché, esistono molti modi per mettersi in viaggio, forse più comodi, più confortevoli, più sicuri, ma ciò che provo quando metto un piede davanti all’altro affidando la mia sicurezza a due bastoncini da trekking, quando sento il peso dello zaino sulle spalle, quando in salita il fiato si fa corto, quando capisco che posso fare solo affidamento su me stessa e sulle mie forze per arrivare alla meta, è qualcosa di inestimabile valore.

Lo faccio per non dimenticare che sono ancora viva e per questo immensamente grata.

Questa volta mi sono cimentata con le prime quattro tappe del https://www.camminodicarlomagno.it/

Continua a leggere “Il cammino di Carlo Magno: che fantastica storia è la vita”
In evidenza

Arrivederci al prossimo anno

Si concludeva sempre con questa frase il video che mio fratello Maurizio preparava ogni anno in occasione del raduno parenti che avveniva la sera della vigilia di Natale.

Era un momento meraviglioso, perché in pochi minuti tutti insieme riavvolgevamo in qualche modo la pellicola del nostro ultimo anno trascorso e ce lo gustavamo come un film a lieto fine.

Ricordo di aver pensato spesso a quanto ero stata fortunata, alla vita splendida e ricca di amore che avevo ricevuto in dono e quello per me era il più grande dei regali.

Poi è mancata la mia mamma, e dopo qualche anno il mio papà e infine mio marito, e il desiderio di ripensare all’anno trascorso si è fatto via via meno impellente.

Il dolore qualche volta offusca il desiderio di guardare al passato e di andare avanti verso il futuro, di ricominciare a progettare, a sperare, a sognare e tutto questo rende difficile il vivere, per noi, ma soprattutto per chi ci vuole bene, perché fatica a trovare la maniera giusta di restarci vicino.

Per questo voglio chiudere quest’anno raccontandovi una lezione importante che ho imparato e cioè che dal dolore possiamo davvero risollevarci e trovare un buon modo per andare avanti che non è sopravvivere, ma continuare a vivere intensamente.

Perché questo accada però dobbiamo permettere a chi ci sta accanto di continuare a esserci con costanza e affetto, ma soprattutto dobbiamo coltivare nel nostro cuore il desiderio e l’impegno di ricominciare, facendo della nostra vita qualcosa di meraviglioso, nonostante tutto.

Perciò arrivederci al prossimo anno amiche care, con l’augurio che possiate riempirlo di progetti, incontri e occasioni di essere felici.

Io sto progettando un cammino di inverno, è un’impresa a cui tengo molto che naturalmente non mancherò di raccontarvi al mio ritorno.

E voi? A cosa state pensando per il futuro?

Vi lascio con una bellissima storia natalizia che ha proprio il sapore della speranza, parola a me molto cara.

IL PRIMO NATALE DELLA TUA VITA

Pubblicato su Confidenze n. 1 Gennaio 2022

Lo guardo e mi perdo dentro un mare di amore che non finisco mai di domandarmi da dove provenga.

Il giorno prima sei una persona qualunque, con una vita apparentemente completa e realizzata, con un uomo che hai scelto di amare e credi che ti basterà per tutta la vita, un buon lavoro e una vita sociale appagante.

Poi una mattina un test di gravidanza racconta una storia nuova, scritta a quattro mani, una storia che non avremmo mai creduto si potesse avverare.

Io e Simone stiamo insieme da una vita, prima fidanzati e poi conviventi e fino a qualche mese fa a un figlio non pensavamo proprio.

Poi il giorno in cui ho compiuto 34 anni, è accaduto qualcosa dentro di me, come la consapevolezza di un orologio interno che instancabilmente e inesorabilmente muoveva le su lancette in avanti, senza fermarsi mai.

Ho pensato che a questa età mia madre aveva già avuto me e altri due fratelli al seguito e che sì, ero giovane, e sana, e avevo un uomo che mi amava, ma che non sarebbe durata per sempre.

“Cosa ne pensi di un figlio?”

Avevo chiesto a Simone.

“Un figlio? Ci sto pensando da tanto ma non osavo parlartene, volevo che venisse da te. Insomma sei tu che devi metterti in gioco più di me…”

E’ stato in quel momento lì che ho capito che sarebbe stato un peccato non provare. Il problema è che ci ha messo un po’ ad arrivare, parliamo di mesi per carità, ma sono sembrati eterni, ogni ciclo mestruale era una profonda delusione, un fallimento, una fatica da accettare.

Simone mi consolava, cercava di sdrammatizzare dicendomi che lui e io apparteniamo a una generazione abituata ad ottenere tutto ciò che desidera, con fatica e con impegno, per carità, ma alla fine si arriva sempre all’obiettivo. Invece stavolta è diverso, possiamo metterci del nostro, ma poi, un bambino arriva quando è lui a deciderlo.

E poi tre mesi fa è arrivato Lorenzo, dopo una gravidanza non facile che mi ha costretta a riposo per molti mesi .

Aspettare un figlio è un’esperienza indescrivibile, sai che dentro di te sta crescendo una nuova creatura, non la senti subito, è grande come una noce eppure ti pare di conoscerla da sempre, te la immagini, ci parli, carezzi la pancia pensando  di carezzare il suo viso, insomma ti innamori a poco a poco e quando finalmente lo incontri, hai paura che ti scoppi il cuore dall’emozione perché capisci che non ci sarà mai più nessuno che potrai amare così profondamente.

Ho vissuto in simbiosi con lui questi primi due mesi, con la scusa dell’allattamento non c’era mai l’occasione d lasciarlo e dico la verità, mi sono riscoperta gelosa di questo esserino che mi somiglia pure un po’.

Simone si è ritrovato dentro questo amore, ma per lui è diverso, ha ripreso subito il lavoro, fa la spesa, gioca a pallone.

Io invece ho messo la mia via in stand by e mi sembra quasi di stare dentro un altro lockdown, solo che stavolta, ci sto da Dio.

Ho paura che qualcuno mi svegli da un giorno all’altro dicendomi che in verità è stato tutto un sogno e non ho nessun bambino e sono di nuovo alle prese con un test di gravidanza.

Anche stamattina mia mamma è arrivata chiedendomi se volessi uscire, andare dal parrucchiere, ma il pensiero di allontanarmi da Lorenzo mi provoca un senso di panico che non avevo mai provato prima.

Mi vergogno a dirlo, ma non l’ho mai dato in braccio a nessuno, a parte Simone.

Poi stasera a cena è arrivato il  colpo al cuore che sentivo nell’aria da qualche tempo ma che mi rifiutavo di accettare.

“Sofi  tra poche settimane è Natale, cosa facciamo? Andiamo dai miei o dai tuoi? E’ ora che Lori faccia il suo debutto in società non credi?”

Ossignore.

La mia famiglia sta tutta in una mano, ma quella di Simone è una vera e propria tribù, tra fratelli, sorelle, zie e cugini sono sicuramente più di venti e a Natale si ritrovano tutti, ma proprio tutti insieme a casa dei nonni.

A parte il fatto che non voglio nemmeno pensare alle conseguenze del Covid, anche se so che sono tutti vaccinati, ma il pensiero di portare Lorenzo in quel ambiente sovraffollato mi fa male al cuore lo giuro.

“Non potremmo trascorrerlo qui a casa noi da soli tranquillamente? In fondo è il nostro primo Natale con Lori, che bisogno c’è di portarlo in mezzo a tanta gente? Non è nemmeno abituato, poveretto chissà che trauma.” dico rabbrividendo.

“Sofi non è abituato perché non gli abbiamo ancora concesso la possibilità di farlo,  anch’io sono geloso di nostro figlio, ma non credi che prima o poi dovrà cominciare a capire che al mondo non ci sono solo mamma e papà? E poi dai stiamo parlando di una visita, mica ci fermiamo tutto il giorno, però pensa al bisnonno che non l’ha ancora conosciuto”.

Lo so, so benissimo che non è normale il mio atteggiamento e da giorni continuo a ripetermelo, però più me lo ripeto più mi convinco che non c’è tutta questa fretta, insomma anche se aspettiamo ancora qualche mese non sarà mica la fine del mondo no?

Però i giorni volano via veloci e il giorno di Natale è arrivato.

Abbiamo deciso di pranzare da mia mamma e poi nel pomeriggio di raggiungere la famigliona almeno per un saluto. Ho mille dubbi, non so se allattarlo prima, dopo o durante, non so se lasciarlo dormire o svegliarlo, se cambiarlo subito o aspettare.

Fortuna che c’è un bel sole e loro non abitano distanti, così decidiamo di arrivarci a piedi e prendere un po’ di aria fresca. Mentre passeggiamo, guardo questa piccola perfetta famiglia che abbiamo costruito e ne vado così fiera che quasi mi commuovo.

Non avrei mai creduto di poter camminare accanto a un uomo che mi ama così tanto, e spingere una passeggino con dentro il miracolo più grande che la vita ti possa regalare: un figlio.

Mentre camminiamo chiedo a Simone di raccontarmi un po’ della sua famiglia che ho visto davvero pochissime volte da quando stiamo insieme.

“Mi è rimasto solo un nonno, lo sai, mia nonna se l’è portata via il Covid lo scorso anno, è salita su un’ambulanza e nessuno di noi l’ha più vista. E’ la prima volta che i miei zii si ritrovano tutti insieme, perché ci sono stati tanti diverbi pesanti e c’è voluto del tempo per rimettere insieme la famiglia. Poi c’è mia cugina Anna che quest’anno è triste perché il suo fidanzato è lontano per lavoro, c’è mio zio Federico che ha perso il posto di lavoro ….insomma ognuno come tutti ha la sua pena nel cuore, ma è Natale e cerchiamo di sorridere nonostante tutto. La cosa più bella di quest’anno è stata proprio la nascita di Lorenzo, è come se avesse dato una nuova speranza a tutti quanti”.

Quando arriviamo c’è uno strano silenzio ad accoglierci, temevo un grande caos e invece li trovo tutti lì, ad aspettarci emozionati e silenziosi.

“Li ho messi tutti a tacere” dice mia suocera “così non facciamo subito una figuraccia”.

Ci salutano bisbigliando e si avvicinano a Lore uno alla volta quasi timorosi di toccarlo.

“Oddio che amore, è bellissimo” ognuno ha una parola, un complimento.

Io li guardo e mi sorprendo a pensare che quando dicono che la nascita di un bambino è un miracolo, forse intendono proprio questa cosa qui, che un bambino aggiusta le cose, porta serenità anche dove non ci sarebbe motivo per averne, aggiusta i conflitti, e fa dimenticare anche se solo per un istante, gli affanni della vita.

Hanno una grande responsabilità i bambini, ma sono sicura che non avranno nessun problema a gestirla.

Ecco il tuo primo Natale figlio mio, così piccolo e già così importante.

Mi tornano alla mente le parole di una bellissima poesia di Gibran, che amo tanto,

“I vostri figli non sono figli vostri.
Sono i figli e le figlie del desiderio che la vita ha di se stessa.
Essi non provengono da voi, ma attraverso di voi.
E sebbene stiano con voi, non vi appartengono. Voi siete gli archi dai quali i vostri figli, come frecce viventi, sono scoccati”.

Felice Natale figlio mio.

In evidenza

Sposarsi (parte seconda) quando lo sposo è tuo figlio

Amiche care anche oggi arrivo tardi perché ieri è stata una
giornata talmente impegnativa, da aver bisogno di un momento per lasciare
sedimentare quanto è accaduto.

Dopo la parte prima di Sposarsi in cui vi ho raccontato del
matrimonio di mia nipote Alessandra con Pietro, ieri si è sposato mio
figlio Samuele, con la dolcissima Benedetta, l’amore della sua vita.

Cosa rimane il giorno dopo le nozze di un figlio?

Se chiudo gli occhi lo rivedo tra le mia braccia mentre mio marito ed io lo contempliamo nella sua assoluta perfezione, nella sua bellezza, nella sua profonda bontà, che lo ha contraddistinto ogni giorno della sua vita.

Vedo Benni, figlia di una delle mie amiche più care (e già potete immaginare come questo sia un grande dono per me), guardare Samuele con occhi così innamorati da credere che veramente a un certo punto, l’amore di una donna per un uomo possa superare quello di una madre per un figlio.

Quante presenze e quante assenze in questo giorno.

La presenza dei familiari, caldissima certezza che non conoscerà mai
tramonto e degli amici, bene prezioso, sostegno e presenza inossidabile nei
giorni a venire.

E l’assenza.

Dei nonni che tanto avrebbero desiderato fino al loro ultimo respiro di
poterci essere, perché non esiste niente di più toccante di due generazioni
così distanti che si sfiorano per un istante.

Di un papà fiero e di un marito commosso, che farebbe venire voglia di
gridare al mondo la rabbia per la mancata condivisione di questo giorno che
lascerà il segno per sempre.

Ma poi, più forte, più potente, più inarrestabile tra tutti i sentimenti, è
esplosa dentro il mio cuore una immensa, profonda gratitudine per il privilegio
di esserci stata in un giorno così, di essermi nutrita della gioia e dello
stupore di tutti coloro che erano presenti.

Un figlio che si sposa è in qualche modo un risposta a tante domande che
rimangono nell’aria, è una strada che qualcuno continuerà a percorrere al posto
tuo, è la sensazione, timida, nascosta, silenziosa, che in qualche modo tu e
io, amore mio, siamo riusciti a raccontare il senso di qualcosa che è davvero
infinitamente più grande di noi.

Siamo tutti parte di un mistero talmente impregnato di eternità e di
bellezza, che ne conosceremo il senso soltanto alla fine dei nostri giorni, ma
nel frattempo la felicità è qui, su questa terra, ed è nostro dovere
assaporarla anche per chi non è più accanto a noi, o perlomeno non lo è come
avremmo desiderato che lo fosse.

Vi lascio con questa bella preghiera e tante foto, perché possiate
immergervi anche voi per un attimo, nella nostra gioia, che vi giuro, è stata
davvero tanta.

Ci amiamo: ci siamo incontrati,
piaciuti, conosciuti, riconosciuti.

Abbiamo scoperto che qualcuno ci conosceva da sempre, il Dio di Gesù, e
ci amava di un amore libero e adulto. Dio ha inventato l’amore e ha un progetto
di bene sul mondo, su di noi.

Abbiamo deciso di aiutarlo a salvare il mondo, amandolo, amandoci.
Ci amiamo tanto da sposarci: insieme cercheremo il senso della vita,
camminando verso Dio, verso il Signore.

Ci siamo scelti come compagni di strada, cambieremo insieme, cresceremo
insieme, insieme prenderemo il Vangelo come metro di giudizio della nostra
vita.

Doneremo la vita, che abbiamo ricevuto come un dono, accogliendo dei
bambini e amandoli, come Dio li ama, con tutta la concretezza e la pazienza che
l’amore richiede.

Se il nostro amore si stancherà, ci sosterremo l’uno l’altro, amando e
donando tutti noi stessi, come Gesù ha fatto.

Sapremo perdonarci, diventando, per la comunità e il mondo, un segno
dell’amore che Dio ha per ogni uomo.

(Paolo Curtaz, da In coppia con Dio).

Buona domenica a ciascuno di voi, e se ne avete, riguardate la foto del
vostro matrimonio, aiuterà a togliere la polvere che si è accumulata
inevitabilmente negli anni e farà bene al vostro cuore.

 

In evidenza

Un fascio di rose gialle

Pubblicato su Confidenze n. 52 Gennaio 2014

“Quanta neve sta venendo giù chi la fermerà…”

La canzone di Baglioni mi tiene compagnia in questa vigilia di Natale.

Sfioro il ventre e sorrido nonostante mi tornino alla mente momenti tristi. Fatico a ricordare, ma voglio affrontare i fantasmi del mio passato una volta per tutte, guardare avanti e ricominciare.

E’ trascorso un anno da quando sono scappata da Francesco, un anno della mia vita che mai più ritornerà.

Anche allora nevicava ma io avevo il cuore a pezzi, Dio quanto ho pianto quella notte, forse non avrò più lacrime per il resto della mia vita.  

Francesco è un musicista, l’avevo conosciuto ad un concerto: si dimostrò subito affascinante, premuroso, gentile, un po’ strano anche, ma di quella stranezza un po’ tipica dei musicisti che ti intriga e che vorresti assolutamente conoscere. Abbiamo cominciato ad uscire insieme, lui mi adulava, tanti complimenti, attenzioni galanti come non ne avevo mai ricevute prima, ci siamo innamorati da perderci e dopo sei mesi mi ha chiesto di sposarlo.

Lo so, una follia, ma quando ami vivi di follie e te ne vorresti nutrire per sempre:

ci amavamo, perché aspettare?

Continua a leggere “Un fascio di rose gialle”
In evidenza

Time-out

Il time-out è una sospensione del gioco che l’allenatore richiede quando capisce che i giocatori hanno bisogno di una pausa. Vengono date nuove disposizioni e poi il gioco riparte.

Mi è piaciuta questa espressione e oggi desidero farla mia, pensando al mio blog.

Un time-out si impone in questo momento della mia vita in cui faccio fatica a trovare il tempo, la concentrazione e le idee per scrivere.

Non voglio forzarmi ma non voglio abbandonare, quindi chiedo un time-out.

E per non lasciarvi senza la vostra occasione di mettervi comodamentesedute amiche mie, spero vi faccia piacere leggere qualche storia natalizia che avevo scritto per Confidenze.

Vi terrò compagnia per qualche settimana con l’augurio di accompagnarvi dentro la magia del Natale con la consueta serenità e il grande affetto che nutro per voi.

Continua a leggere “Time-out”
In evidenza

Quella mal…sana pigrizia che ci prende

Inevitabilmente l’arrivo dell’inverno per me rappresenta una grande provocazione nei confronti della pigrizia.

Qualche volta penso che mi piacerebbe andare in letargo come la mia tartaruga, che per sei mesi non deve fare altro che dormire senza pensare più a niente.

Oppure mi capita di guardare i miei due gatti e provare un po’ di invidia, per la tranquillità e la calma con la quale affrontano le loro giornate, scandite da lunghi pisolini, brevi passeggiate e buon cibo.

Continua a leggere “Quella mal…sana pigrizia che ci prende”
In evidenza

Coprimi le spalle

La pasta e fagioli è senza dubbio nella classifica top ten dei miei cibi preferiti.

E non soltanto per il suo sapore e la sua consistenza, ma anche e soprattutto perché è uno di quei piatti che mangiati in compagnia di qualcuno, nelle sere di inverno,  hanno il potere di riempire la pancia, ma soprattutto il cuore.

Continua a leggere “Coprimi le spalle”
In evidenza

Quell’adorabile eccezione che conferma la regola

Come in ogni famiglia che si rispetti, anche a casa nostra vigono delle regole più o meno ferree che hanno decisamente contribuito lungo gli anni a mantenere in equilibrio le relazioni tra i suoi componenti.

Abbiamo la regola che l’ultimo che rientra a casa la sera spegne la luce del soggiorno, che si viene a tavola al primo richiamo, che non si esce senza chiavi, fazzoletto e cellulare e così via.

Ma c’è sempre stata una regola che nessuno ha mai pensato di infrangere stabilita fin dai primi anni di matrimonio da me e mio marito, ed era quella di non guardare la tv durante l’ora di cena, perché avrebbe tolto tempo e spazio al dialogo e alla condivisione della giornata.

Continua a leggere “Quell’adorabile eccezione che conferma la regola”
In evidenza

Chi troppo studia m..eglio diventa

Quando frequentavo le scuole superiori e trascorrevo i miei pomeriggi in camera a studiare, ogni tanto la mia mamma se ne usciva con la famosa frase:

“Chi troppo studia matto diventa”.

In verità, pur essendo una citazione di Guido Gozzano, non l’ho mai condivisa.🤭🤭

Studiare mi è sempre piaciuto, mi piace l’idea di apprendere cose nuove, consapevole che prima o poi potrebbero tornare utili.

Questa settimana sono accaduti due eventi importanti che non hanno fatto altro che confermare il mio pensiero sul valore aggiunto che lo studio porta nella storia delle persone.

Continua a leggere “Chi troppo studia m..eglio diventa”
In evidenza

Sposarsi (parte prima)

Amiche oggi arrivo tardi perché ieri è stata una giornata intensa di quelle che difficilmente la memoria potrà cancellare.

Si è sposata la mia adorata nipote Alessandra con quel ragazzo d’oro che è Pietro.

Come dare parola a così tante emozioni?

Continua a leggere “Sposarsi (parte prima)”
In evidenza

Dentro una fotografia

Se c’è una cosa che mi mette enorme tristezza sono le fotografie rinchiuse dentro gli album.

Ho sempre ripetuto a mio marito che le foto sono fatte per essere esposte, perché passandoci davanti, ci venga offerta la possibilità di ridere, piangere, ricordare, e lasciare che tutti i sentimenti del mondo vengano a galla e ci facciano stare bene o male, ma vivi.

Continua a leggere “Dentro una fotografia”
In evidenza

Tornare sui propri passi

Ogni tanto sorprendo la mia terzogenita a riguardare la serie Tv “Una mamma per amica” nonostante l’abbia vista infinite volte.

Con la molteplicità di programmi TV che ci vengono proposti quotidianamente, mi sembra  quasi uno spreco di tempo riguardare quelli già visti.

Eppure ogni volta che glielo faccio notare lei mi risponde che guardare una serie TV come “Una mamma per amica” è confortante, come stare al caldo sotto un coperta quando arriva il primo freddo autunnale, non richiede troppo impegno, sai come va a finire e nessun colpo di scena arriva a turbare la tua serenità.

Continua a leggere “Tornare sui propri passi”
In evidenza

Un caffè per ascoltare

La scorsa settimana ho riunito la famiglia per il pranzo (con relativi fidanzati e fidanzata😍)  e come dolce ho voluto stupirli provando a realizzare la ricetta della mousse di caffè di Benedetta Parodi che mi ha inviato la mia cara amica (nonché futura consuocera🥰🥰) Luisa.

Vi giro al volo la ricetta perché è talmente veloce da realizzare e il risultato così squisito che dovete assolutamente sperimentarla.

Continua a leggere “Un caffè per ascoltare”
In evidenza

La perseveranza delle donne

Non vedevo l’ora di scrivere il post di oggi.

Pregustavo la stanchezza che avrei sentito nelle gambe, nella schiena, nelle ossa per aver tanto camminato, e gioivo al solo pensiero della bellissima giornata che avrei trascorso in compagnia di donne splendide.

Non so se ricordate ma il 24 settembre era la data stabilita per il secondo raduno di comodamentesedute, già rimandato una volta a causa del maltempo.

E ieri, di nuovo, dopo un’estate di siccità, una giornata uggiosa intrisa di pioggia, ha rovinato i nostri progetti e le nostre aspettative.

Lo sconforto che assale quando un programma va in frantumi, l’abbiamo sperimentato un po’ tutte, credo, almeno una volta nella vita.

Continua a leggere “La perseveranza delle donne”
In evidenza

Operazione “leggerezza”

In uno dei pomeriggi più caldi di questa estate, ho deciso di dare inizio all’ operazione “leggerezza” che da qualche tempo mi frullava nella testa.

Abitiamo in questa casa da più di vent’anni e come in tutte le case, soprattutto quelle grandi, con mansarda, intercapedini, e box doppio, c’è spazio sempre per tutto.

Soprattutto mio marito ha sempre fatto fatica a liberarsi di qualunque cosa e con il tempo abbiamo accumulato libri, giochi, elettrodomestici ancora funzionanti ma sostituti perché obsoleti, abiti dismessi, scatole vuote, insomma veramente tanta roba.

Continua a leggere “Operazione “leggerezza””
In evidenza

La bella figura della granella di zucchero

Per celebrare questi primi freschi giorni settembrini ho preparato un plum-cake alla pesca che è stato molto apprezzato in famiglia, e quindi volentieri vi giro la ricetta al volo.

Continua a leggere “La bella figura della granella di zucchero”
In evidenza

Come una calamita, in viaggio verso casa

“Perché un pretesto per tornare bisogna sempre seminarselo dietro, quando si parte.”
Alessandro Baricco

Care amiche bentrovate. Oggi desidero raccontarvi del viaggio che ho fatto durante gli ultimi giorni di agosto, un po’ diverso dai miei cammini di cui già conoscete le storie.

E’ un viaggio cominciato un po’ per caso, al quale ho cominciato a pensare da quando l’Associazione Amici dell’hospice e dell’ospedale di Eboli mi ha regalato un cofanetto emozione3 per essermi classificata prima al concorso “Le parole che non ho detto”, lo ricordate?

Siccome comprendeva due pernottamenti e due colazioni, non potevo costruirci sopra un cammino perché mi avrebbe costretto in qualche modo a fare ritorno per la seconda notte sempre nello stesso luogo.

Ci ho pensato tanto a dove sarei potuta approdare e alla fine ho lasciato che fosse la sorte a decidere per me.

Continua a leggere “Come una calamita, in viaggio verso casa”
In evidenza

Arrivederci a Settembre

Anche quest’anno è arrivato per me il momento di mettere la scrittura in stand by.

Non perché mi manchino le storie da raccontarvi amiche mie, o sia a corto di pensieri e riflessioni da condividere, anzi, mi trovo in un momento della mia vita in cui stanno accadendo tante cose, ci sono progetti da realizzare, cammini da percorrere, incontri preziosi di cui parlare.

Ma vi dico la verità, questo caldo mi ha veramente messa a dura prova e anche sedere davanti al PC per scrivere, è diventato faticoso.

Quindi mi prendo una pausa e vi do appuntamento a Settembre, dove spero di trovarvi ancora tutte quante, con il vostro affetto che non perdete occasione di dimostrarmi.

Continua a leggere “Arrivederci a Settembre”
In evidenza

Sorellanza parola preziosa

Care amiche per il mio articolo domenicale sono andata a ripescare un articolo che avevo postato due anni fa, e che parlava di sorellanza, parola che mi sta tanto a cuore e che quindi vi ripropongo volentieri.

E siccome termina con la ricetta di un buonissimo gelato, visto che quello proposto due settimane fa ha avuto molto successo, sono felice di condividerla, con l’augurio che possiate sperimentarla perchè merita veramente.

“La sorellanza è un patto sociale, etico ed emotivo costruito tra donne.
Prima di tutto è sapere che insieme si è più forti,
che l’emancipazione è possibile solo creando forti alleanze,
trattandosi come sorelle”.

Arriva da lontano questa parola magica che racconta della cura che le donne si prendono l’una dell’altra quando il vivere diventa impegnativo e la paura di non farcela spaventa e preoccupa un po’.

Continua a leggere “Sorellanza parola preziosa”
In evidenza

I Club sandwich: risvegliare l’appetito ma soprattutto la voglia di vivere.

Buongiorno amiche care, anche questa domenica vi ripropongo un articolo estivo con una ricettina sfiziosa che spero tanto vi faccia tornare il desiderio di rimettervi ai fornelli (e lo dico anche per me!), ma soprattutto se siete in un momento complicato della vostra vita, vi aiuti a non dimenticare che, anche se ben nascosta, c’è sempre una buona ragione per amare la vita e godere del suo sapore inimitabile.

Dedicato alle Irene del mio cuore, innamorate della vita, di cui ho avuto il privilegio di raccontare la storia che potrete ritrovare qui e qui

Cucinare in questi giorni è una sfida che difficilmente riesco ad affrontare.

Dopo aver giocato più volte la carta del riso freddo, dell’insalatona, del prosciutto con melone, e del vitello tonnato, mi sono arresa e sconsolata ho chiesto ai miei figli:

“Cosa avreste voglia di mangiare?”

“Mamma è da una vita che non prepari i club sandwich”.

Che bellissima idea.

Ho pensato di proporvi la ricetta perché i club sandwich mettono davvero tutti d’accordo avendo al loro interno una tale varietà di ingredienti che difficilmente qualcuno potrebbe rimanere insoddisfatto.

Pensate che Il Club sandwich è considerato il panino di maggior successo della storia, un classico della gastronomia mondiale. Alcuni sostengono che sia stato inventato nel 1899 da uno chef di New York, altri invece raccontano che un facoltoso imprenditore newyorkese rientrando tardi a casa, con la servitù già a letto decise di prepararsi un panino con qualche avanzo presente in cucina. Il risultato fu talmente buono che decise di farselo preparare anche nel country club di cui era socio e da quel momento divenne famosissimo.

Insomma spero di avervi incuriosite e anche di avervi messo appetito!

Di ricette ne troverete davvero tante nel web, io ve ne propongo una semplice da me rivisitata secondo i gusti della famiglia.

I CLUB SANDWICH DELLA FAMIGLIA BIOLLO
Dedicata ai miei figli che mi stanno amando di un amore che travalica le ragioni del sangue.
INGREDIENTI PER 4/6 PERSONE 
Una confezione di fette di bacon
Una confezione di pan carrè o pan bauletto
burro qb – 2 uova – sale – olio
1 confezione di fette di arrosto di tacchino o di pollo o anche di prosciutto cotto
Un pomodoro, un po’ di insalata.
PREPARAZIONE
Cominciate rosolando il bacon fino a renderlo croccante.
Scaldate le fette di pane nel tostapane oppure in forno caldo per pochi minuti,
poi spalmatele con un velo di burro.
Nel frattempo sbattete due uova in una ciotola con un pizzico di sale, versatele in una padella leggermente unta d’olio e fate cuocere fino ad ottenere una frittata sottile.
Tagliate a fette il pomodoro e lavate l’insalata.
Assemblate ora il sandwich, (se vi piacciono la maionese, oppure la senape, potete spalmarle sul pane prima di farcirlo): prima il bacon con un quadratino di frittata.
Chiudete il primo strato con un’altra fetta di pane. Proseguite con il secondo strato mettendo le fette di tacchino oppure di pollo, aggiungete una fettina di pomodoro e infine l’insalata.
Ora che il panino è pronto, tagliatelo trasversalmente in quattro parti e servitelo infilzato con uno stecco.

Semplice ma d’effetto vero?

Perché i club sandwich piacciono tanto?

Io credo che il segreto stia nel miscuglio di sapori e consistenze che si sprigionano in bocca al loro assaggio.

Un po’ come il sapore della vita insomma, mai uguale a se stesso, ricco di tante cose, di nuovi incontri che non arrivano mai per caso, ma seguono un disegno preciso e rendono più autentico il cammino.
Credere che tutto concorre davvero al bene e il solo pensiero dovrebbe contribuire a rendere splendidi i giorni in cui viviamo.

Perché nonostante ci piaccia ogni tanto complicarci la vita, per fortuna succede anche che una mattina qualunque ci svegliamo e ci accorgiamo che la serenità sta tutta dentro lì, nel conforto della routine quotidiana.

E’ come avere davanti agli occhi una lavagna sulla quale possiamo disegnare la nostra giornata: tanti doveri, tante incombenze, ma anche tanto bene, la vita in famiglia, un incontro con un’amica, un evento speciale da festeggiare, una gita da organizzare. Sta a noi decidere se disegnare utilizzando gessetti bianchi oppure dare un tocco di allegria e leggerezza usando gessetti colorati. Pensate all’effetto finale.

Portare un po’ di colore nella nostra vita e in quella dei nostri cari migliora il loro benessere e il loro umore.

Un sorriso non costa nulla e rende molto.

Arricchisce chi lo riceve,

senza impoverire chi lo dona.

Non dura che un istante,

ma il suo ricordo è talora eterno.

Nessuno è così ricco da poterne fare a meno.

Nessuno è così povero da non poterlo dare.

Crea felicità in casa;

MADRE TERESA DI CALCUTTA

Una lavagna vuota da riempire.

Che responsabilità, certo, ma che splendida occasione di riempire la nostra vita con un miscuglio di sapori.

Buona domenica e se questo articolo vi è piaciuto, potete sempre condividerli cliccando qui sotto 👇👇😊😊😊

In evidenza

Le aspettative, di nuovo

Buongiorno amiche care, questo caldo mi sta mettendo a dura prova e la fatica di dedicare tempo alla scrittura unitamente al desiderio di mangiare solo cibi freschi, mi ha fatto venire voglia di riproporvi in queste ultime domeniche, prima della pausa estiva, articoli estivi già postati su questo blog per dare modo a chi non li aveva ancora letti, di poterlo fare, magari comodamenteseduta sotto l’ombrellone.⛱⛱

Quello che vi propongo oggi è un articolo che risale a quasi due anni fa, ma ancora molto attuale, in cui raccontavo di una ricetta semplice per fare un buonissimo gelato alla frutta:
Le aspettative di un gelato.

Tra l’altro l’argomento di cui avevo parlato riguardava le aspettative, tema sempre molto scottante soprattutto per noi donne.

La mia amica Luisa la scorsa settimana mi ha inviato un video che spiega come fare un buon gelato in breve tempo senza gelatiera. E’ un procedimento davvero semplice e l’unico ingrediente necessario è la frutta. Eccolo qui

Mi sono subito cimentata, ma quando ho visto il risultato, ho provato un po’ di delusione, perché non era venuto esattamente come quello del video. Poi però l’ho offerto ai miei figli e loro mi hanno fatto i complimenti dicendomi che era molto buono. Mi sono chiesta come mai a loro avesse fatto questa impressione, e a me proprio il contrario. Poi ho capito.
Nei confronti di questo gelato avevo riposto troppe aspettative.
Le aspettative sono una enorme fregatura. Finché si limitano a un gelato va tutto bene. Ma quando le abbiamo alte, altissime nei confronti delle persone che amiamo, quando ci aspettiamo che loro siano ciò che non possono essere, che  intuiscano i nostri bisogni e possibilmente li soddisfino, che ci rendano felici insomma, allora la situazione si complica e si fa fatica a venirne fuori. 
Perché non possiamo caricare gli altri di una simile responsabilità.
Se ci hanno a cuore, potranno certamente accrescere, arricchire, illuminare la nostra felicità.
Ma difficilmente potranno renderci felici se in cuor nostro, noi non lo siamo, almeno un poco.
Quando ho ridotto le aspettative nei confronti del mio gelato, e l’ho accettato per ciò che era e cioè un gelato fatto in casa fresco e dal sapore gradevole, anche se non perfetto, mi sono ritenuta soddisfatta del risultato.
E adesso alcune indicazioni pratiche che potrebbero farvi comodo.
1 Mettete la frutta in freezer già tagliata a piccoli pezzi altrimenti farete molta fatica a frullarla.
2 Se il gelato vi piace particolarmente dolce (a noi sì!) prima di frullare aggiungete un po’ di zucchero a velo (così non sentirete i granelli di zucchero).
3 Se non avete un mixer, andrà benissimo un frullatore a immersione, anche se richiede un po’ più di tempo e pazienza.
Io ho provato con le fragole e le pesche
Il gusto non posso descriverlo, è da assaggiare.
Aspetto i vostri gelati e i vostri pensieri sulle aspettative.


Prima di salutarvi voglio augurarvi di cuore che possiate smettere di aspettarvi cose.

Di aspettarvi che le persone intorno a voi cambino, perché sarà improbabile che ciò avvenga, se non sarete voi le prime a mettervi in discussione.

Di aspettarvi che la vostra vita prenda un’altra direzione, perché non sarà possibile a meno che non siate voi a indicargliela.

Di aspettarvi che le situazioni affettive, lavorative, familiari, amicali, dentro le quali siete finite per mille ragioni, che improvvisamente si sono fatte scomode, si risolvano da sole, perché sarà difficile che accada, se non vi deciderete a metterci mano.

Prendetevi cura di voi stesse, perché nessun’altro saprebbe farlo meglio.


Così, a cavallo del nostro secchio, ci affacceremo al nuovo millennio,
senza sperare di trovarvi nulla di più di quello che saremo capaci di portarvi.
Italo Calvino

Una buona domenica e naturalmente se questo articolo vi è piaciuto, potete come sempre condividerlo cliccando qui sotto 👇👇👇

In evidenza

Trekking per famiglie in Lombardia: a spasso con Daniela

Amiche care, anche oggi con grande piacere, voglio raccontarvi la storia di un’altra protagonista del mio blog, Daniela, amica da tanti anni.

Il ricordo più lontano che ho di Daniela, risale a quella parte della mia vita in cui cantavo nel coro parrocchiale e mi stava seduta di fronte a suonare superbamente una chitarra più grande di lei, senza che questo le creasse il benché minimo problema.

Quel giorno lì ho cominciato a stimarla e non ho smesso ancora oggi perché strada facendo lungo gli anni belli della nostra amicizia, non ha mai perso l’occasione di rendermi fiera di conoscerla.

Continua a leggere “Trekking per famiglie in Lombardia: a spasso con Daniela”
In evidenza

Letture per l’estate

Bentrovate amiche care.

Oggi per la categoria Protagoniste per un giorno, sono veramente onorata di presentarvi due lettrici Ornella e Stefania che ci consigliano due libri davvero speciali per le nostre letture estive.

Continua a leggere “Letture per l’estate”
In evidenza

Una regina indecisa…anzi due

Ieri pomeriggio le mie due figlie si sono date appuntamento per un momento di shopping.

Mi avevano chiesto di unirmi a loro ma dico la verità, ho preferito rimanere a casa perché sapevo come sarebbe andata a finire.

Avrebbero trascorso il loro tempo guardando scarpe e vestiti e poi nell’indecisione avrebbero acquistato praticamente poco o nulla.😫😫

E siccome l’indecisione mi fa venire l’orticaria, ho declinato l’invito.

Continua a leggere “Una regina indecisa…anzi due”
In evidenza

Figli di qualcuno Capitolo 4: il finale

Figli di qualcuno capitolo 1

Figli di qualcuno capitolo 2

Figli di qualcuno capitolo 3

ANDREA

Siamo due pazzi.

Chissà cosa credevamo di fare. Lei dice che si sono rotte le acque e va tutto bene, ma io sono sudato fradicio, ho la testa nel pallone e una paura maledetta.

Io voglio chiedere aiuto, non posso e non voglio prendermi questa responsabilità, non ce la faccio , lo so che un sono un cacasotto, ma me ne frego, adesso faccio finta di andare in bagno e scrivo a qualcuno.

Sì ma a chi?
A mia sorella?
“Ciao senti Chiara sta partorendo, hotel Kappa verresti a darci una mano?”
Sicuro le faccio venire un colpo e poi non è mica un’ostetrica.

Ecco potrei scrivere a Viola la migliore amica di Chiara.
“Non ti posso spiegare ma vieni subito è urgente ti prego”.
Che fesseria, non sa niente di parti penserebbe a uno scherzo di pessimo gusto.

No, no, devo pensare a chi potrebbe darci una mano concretamente.

Dovrei guardare la rubrica del mio cellulare ecco cosa dovrei fare. Sono sicuro che troverei qualcuno che fa al caso nostro. Ma come diavolo faccio a convincere Chiara che abbiamo bisogno di aiuto?

Continua a leggere “Figli di qualcuno Capitolo 4: il finale”
In evidenza

Notti prima degli esami

Dedicato alla 5AL
per avermi piacevolmente tenuto compagnia durante questi cinque anni,
che la forza sia con voi

Mentre scrivo questo articolo, giù al fresco nella nostra taverna, un gruppo di maturande stanno studiando per il mega ripasso in vista dell’esame di maturità.

Dico la verità mi riempiono il cuore di tenerezza.

Questa è una di quelle situazioni in cui i genitori vorrebbero farsi carico delle ansie e della preoccupazioni dei loro figli senza tuttavia privarli di un’esperienza che comunque vada, rimarrà uno dei ricordi più indimenticabili della loro vita.

Continua a leggere “Notti prima degli esami”
In evidenza

Figli di qualcuno Capitolo 3

Figli di qualcuno capitolo 1

Figli di qualcuno capitolo 2

CHIARA

“Che diavolo succede adesso?” domando nervosamente.

“Sta calma, sembra un black out, vado a bussare alla camera accanto, torno subito” mi dice Andrea.

Il buio mi fa paura. Da sempre. Una paura atavica che mi porto dentro da quando ero piccolissima.

Più mia madre si ostinava a non lasciar la lucina accesa in camera mia la notte, e più mi terrorizzava il pensiero di essere circondata da ombre spaventose.

“Andrea dove sei? No, non lasciarmi sola ti prego” il tono della mia voce è quasi stridulo, ma faccio veramente fatica a controllarmi in questo momento.

Al buio mi sento vulnerabile, come se crollassero di colpo tutte le mie barriere di difesa.

“E’ andata via la luce, sarà per colpa della neve, se vuoi do almeno un’occhiata in corridoio”

“No, non uscire, non ci deve vedere nessuno. Se è andata via la luce tornerà prima o poi”.

Mi manca il respiro, sto perdendo la concentrazione, sento l’ansia arrivare da lontano come un’onda che sta per travolgermi, Dio mio HO PAURA, qui seduta su questo letto sento il coraggio venire meno.

Sento i passi di Andrea che con cautela viene verso di me, si siede sul letto e poi lentamente, comincia a massaggiarmi la schiena.

Piano piano riprendo il controllo del respiro, so che durerà poco, ma non voglio rovinare questo momento.

ANDREA

Sono quasi due ore che ce ne stiamo qui sul letto nel buio più totale.

Le contrazioni di Chiara sono regolari, ormai le ha ogni 5 minuti.

E’ sudata, cerca di controllare il respiro e mi domando come ci riesca, visto che sta tremando come una foglia. Lo so che ha paura del buio e questo black out proprio non ci voleva accidenti.

Mi è venuto naturale sedermi accanto a lei e massaggiarle la schiena e mi sa che c’ho azzeccato perché stavolta mi ha lasciato fare. Avrei così tanto da dirle, ma non credo che sia il momento giusto.

Vorrei giurarle che non la lascerò mai più sola, che mi dispiace per tutto quanto e che qualunque cosa accada  io non scapperò.

Avrei dovuto dirgliele prima queste cose e invece sono nove mesi che non facciamo altro che farci del male, che covare dentro una rabbia che arriva da lontano, a ferirci con parole crudeli e bugiarde, incolpandoci reciprocamente di tutto quello che è successo.

Questo bambino non ci voleva, siamo così giovani, io non sono proprio capace di crescere un figlio, a malapena mi prendo cura di me stesso figuriamoci. E poi Chiara aveva già deciso per entrambi.

“Non posso più abortire, sono troppo avanti con la gravidanza”.

“Merda. E quindi cosa possiamo fare?”

“Lo partorirò, ho tutto il tempo necessario per documentarmi su come si mette al mondo un bambino, e quando sarà nato tu te ne sbarazzerai”.

“Tu sei pazza” avevo risposto incredulo.

Ho sperato fino all’ultimo di farle cambiare idea, mi sono scervellato cercando un’altra via d’uscita, ma pareva che nulla andasse bene, si è messa in testa questa mossa criminale e ora che siamo a un passo dal metterla in atto, io non sono affatto sicuro di potercela fare.

La luce che torna all’improvviso ci acceca ma ci rincuora. Guardo Chiara sorridendo, ma il sorriso mi si congela sulla faccia, perché il letto è completamente bagnato.

CHIARA

Ogni suo massaggio è come una richiesta di perdono. Lo so che mi avresti voluta più fragile per poterti prendere cura di me, ma ho imparato da sempre a contare solo su me stessa e a cavarmela da sola in ogni situazione. Sei stanco e preoccupato, lo vedo, ma so anche che sei un bravo ragazzo e non scapperai da me qualunque cosa accada.

Qui nell’oscurità più profonda riesco a immaginare per la prima volta i lineamenti di questo bambino che mi porto dentro da nove mesi e qualcosa di molto simile a un singhiozzo mi sale in gola rapido e doloroso.

Non ho mai pensato a lui come a mio figlio. Non gli ho permesso di rubarmi i sentimenti, non ha mai avuto un volto, Né un colore di occhi o chi capelli, né tantomeno l’ho mai chiamato per nome.

Ricordo che quando l’ho sentito muoversi per la prima volta con un sfarfallio improvviso e impercettibile, ho chiuso gli occhi e le orecchie cercando di sopravvivere a quel momento di dolore e disperazione.

Tu non sei niente per me, assolutamente niente, sei una zavorra che mi pesa dentro e che appena posso butterò fuori.

Non ti muovere, stai fermo, non disturbare il mio sonno, i miei sogni e i miei pensieri.

Non ti ho cercato e non ti ho voluto, ho ben altro a cui pensare in questa vita.

Come a ribadire la sua presenza, lo sento scalciare ancora una volta, mentre un liquido caldo mi scorre tra le gambe.

Finalmente la luce è tornata.

In evidenza

Benvenuta al Sud

E’ proprio vero che se ti lasci condurre, la vita ti porta veramente dove non avresti mai pensato di arrivare.

Certo ci si deve fidare e affidare, due atteggiamenti che mica sempre ci appartengono. Ma da quando è mancato mio marito, ho ricominciato a rincorrere la felicità, perché ho capito che non sempre ti viene data in dono gratuitamente, e quando non accade, se la desideri, devi proprio andartela a prendere.

E così ho provato a fare.

Venerdì mattina ho preso un treno con destinazione Eboli per andare incontro a un appuntamento irrinunciabile che come immaginavo si è rivelato magico e indimenticabile.

Continua a leggere “Benvenuta al Sud”
In evidenza

Figli di qualcuno Capitolo 2

Figli di qualcuno capitolo 1

CHIARA

Scendo dal taxi a fatica, questo tragitto estenuante a passo d’uomo mi ha esasperata. Guardo le ore, ho contrazioni ogni 15 minuti. Perfetto. Sono ancora sopportabili, c’è tutto il tempo per fare bene ogni cosa.

Ho portato una piccola borsa con tutto il necessario. Andrea è pallidissimo ma so che posso contare su di lui, un po’ perché si sente responsabile del casino che abbiamo combinato e poi perché credo che davvero ci tenga a me. Non avrei mai pensato che un tipo come lui potesse innamorarsi di una come me: io sono la ragazza perfetta che tutti si aspettano che sia e che mette soggezione ai ragazzi.

Ma lui non si è per niente intimorito, anzi, ha osato, ha rischiato e mi è piaciuto per questo. Se ne frega delle convenzioni e soprattutto ha capito chi sono veramente dietro questa faccia da brava ragazza.

Continua a leggere “Figli di qualcuno Capitolo 2”
In evidenza

Il cammino di Oropa in tre giorni: quando la fatica stempera il dolore

Non c’è tristezza che, camminando, non si attenui e lentamente si sciolga.
Romano Battaglia
.

Certi giorni spezzano le gambe e tolgono il respiro come quando si sale in vetta.
E’ da giorni così che scappo, anche se poi torno.

La fuga che preferisco in assoluto è quella che faccio quando intraprendo un cammino.

Lo scorso anno avevo affrontato la via Francisca del Lucomagno, scoprendo nella modalità della camminata una carica e una forza che non avevo mai sperimentato prima.

Quest’anno invece ho scelto il Cammino di Oropa e ne sono rimasta letteralmente rapita.

Continua a leggere “Il cammino di Oropa in tre giorni: quando la fatica stempera il dolore”
In evidenza

Figli di qualcuno Capitolo 1

Anche “Figli di qualcuno”, come “Il segreto di nonna Aldina” è una storia che ho scritto diversi anni fa, in occasione di laboratorio di scrittura creativa organizzato da la Macchina dei sogni e superbamente curato dallo scrittore Matteo B.Bianchi.

Le storie soffrono a rimanere nei cassetti, vanno rispolverate, rimaneggiate e poi rimesse in circolo, perché in un modo o nell’altro, trovano sempre la maniera di tornare utili a qualcuno.

Ecco per voi il primo capitolo.

In attesa come sempre di leggere i vostri commenti.

Continua a leggere “Figli di qualcuno Capitolo 1”