Il cammino di don Bosco: camminate coi piedi per terra e col cuore abitate il cielo

Don Bosco e io ci conosciamo da tanti anni.

Da quando nel lontano 1986, mio marito (allora mio fidanzato) scelse di fare per 24 mesi l’obiettore di coscienza presso un Istituto Salesiano, anziché il servizio militare, un filo sottile ha legato la nostra storia di coppia a Don Bosco, figura importante vissuta nei primi anni del 1800, che dedicò la sua intera esistenza ai giovani, occupandosi della loro educazione che da sempre lui definì “cosa del cuore”.

L’arrivo mensile del Bollettino Salesiano ricco di articoli e testimonianze è spesso stato spunto di confronto e condivisione anche con i nostri figli e ancora oggi che sono rimasta l’unica della famiglia a leggerlo, lo considero un appuntamento rassicurante.

E’ stato proprio durante i caldi giorni di Agosto in cui stavo decidendo la meta del mio prossimo cammino, che sfogliando l’ultimo numero, ho visto l’articolo che parlava del Cammino di don Bosco.

Perché no? Mi sono detta.

Il cammino di don Bosco

“Un cammino per gli escursionisti ma anche per tutti coloro che desiderano conoscere lo spirito e la storia dei luoghi attraversati da Giovanni Bosco e dai suoi ragazzi, accolti in quel rivoluzionario progetto educativo rappresentato dall’Oratorio di Don Bosco”.

Prima di raccontarvi il cammino desidero ringraziare il signor Guido che mi ha così ben consigliato le strutture dove alloggiare, e il signor Claudio Baldi, autore con Ute Ludwig della guida “Cammino Don Bosco – Guida escursionistica con cartina” molto preziosa che mi è stata di grande aiuto assieme alle immancabili tracce gpx di cui non avrei potuto fare a meno.

Il cammino parte dal Santuario di Maria Ausiliatrice e conduce al Colle Don Bosco, dove la storia del santo dei giovani cominciò, dentro una casetta rurale all’inizio dell’Ottocento. Può essere percorso anche ad anello, combinando i Cammini alto, medio e basso con partenza e rientro a Torino. 

Io ho scelto di percorrere il Cammino Alto.

PRIMA TAPPA

Partenza: Torino, piazza Maria Ausiliatrice (Santuario di Maria Ausiliatrice, 230 m)
Arrivo: Basilica di Superga (669 m)
Lunghezza: 15,5 km
Dislivello: 490 m

La prima tappa del cammino parte dalla basilica di Maria Ausiliatrice  che custodisce all’interno della chiesa, nei quattro altari, le spoglie di Don Bosco, il suo successore Michele Rua, il quindicenne allievo di don Bosco proclamato santo nel 1954 Domenico Savio e infine le spoglie di Maria Mazzarello, fondatrice delle Figlie di Maria Ausiliatrice e Salesiane.

Per raggiungere la basilica ho attraversato a piedi sotto una pioggia torrenziale la bellissima Torino, città di cui mi sono innamorata, piena zeppa di portici e Caffè, placidamente adagiata lungo i suoi quattro fiumi.

Ho attraversato la Riserva Naturale del Meisino e poi addentrandomi in un percorso dentro il bosco, ho raggiunto la imponente basilica di Superga, che mi ha rapito il cuore con la sua storia che potete leggere qui e anche quella dei 18 calciatori del Torino che persero la vita a causa di un incidente aereo nel 1949.

La tappa si è conclusa con il mio arrivo al b&b Al guiet, dove la gentilissima Laura e suo marito mi hanno accolto con affetto.

Ho preso così tanta pioggia quel giorno che non credo mi lamenterò più della calura estiva😅😅.

SECONDA TAPPA

Partenza: Basilica di Superga (669 m)
Arrivo: Abbazia di Vezzolano (426 m)
Lunghezza: 25,6 km
Dislivello: 517 m
La mattina successiva, rincuorata dal bel tempo, sono partita per la seconda tappa bellissima ma molto faticosa, ho percorso più di 26 chilometri e ammetto di aver messo a dura prova il mio fisico.

Ma quando il fiato si fa corto e il cuore sembra esplodere nel petto, l’unica cosa che puoi fare è continuare a mettere un piede avanti all’altro, stando attenta a non cadere né inciampare, senza alzare troppo lo sguardo, senza pretendere di vedere dove ti condurrà, ma solo facendo appello alla forza di cui disponi in quel preciso istante, che deve bastare, perché è tutto ciò che possiedi. Esattamente come la vita.

Ad attendermi all’arrivo c’era l’Abbazia di Vezzolano , solitaria e imponente e poi lo splendido b&b Alle tre colline dove ho assaggiato una torta alle nocciole che non dimenticherò mai più.

TERZA TAPPA

Partenza: Abbazia di Vezzolano (426 m)
Arrivo: Colle Don Bosco (245 m)
Lunghezza: km 15,5
Dislivello: m 250
La terza tappa con il sole che ha reso il terreno più asciutto e stabile, me la sono proprio goduta.

Ho attraversato le colline piemontesi, ammirato le viti e i noccioli stracolmi di frutti, sostato lungo le numerose cappelle testimoni di una fede profonda, salutato persone cordiali e gentili.

E poi, all’improvviso mi è comparso davanti agli occhi e mi è mancato il respiro per l’emozione: il colle don Bosco.

Avevo deciso di fermarmi per la notte proprio lì, all’Accoglienza Colle don Bosco, perché ci volevo sostare in quel luogo che trasuda fede, volevo sentirmi ospite di un santo che alla fine è diventato tale perché ciò che sapeva fare, lo aveva fatto con un amore e una passione tali, da lasciare un insegnamento che ha cambiato la storia di tanti giovani.

“Non si educano i giovani se non li si ama.
Amare le cose che i giovani amano
e i giovani ameranno le cose che gli educatori amano”.

Se non ve la sentite di cimentarvi nel cammino di don Bosco, vi consiglio di andare a visitare il Colle, soprattutto se come me, siete alla ricerca di quel calore che scalda le fedi un po’ infreddolite.

La mattina dopo sono partita di buon mattino e ho raggiunto Chieri, dove ho preso il treno che mi ha riportato a Milano.

Il cammino di don Bosco non è difficoltoso, ma non va sottovalutato, soprattutto in certi tratti che dico la verità, senza i miei bastoncini non sarei riuscita ad attraversare.

Ho fatto rientro a casa ancora una volta con le tasche piene di gratitudine, per aver potuto assaporare la dimensione del silenzio, della concentrazione, della fatica ma anche della bellezza e per averlo potuto compiere in solitudine senza tuttavia sentirmi mai sola.

“Camminate coi piedi per terra e col cuore abitate in cielo”.

Che sia questo il segreto per la felicità?

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