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P come parola, P come potenza

Questa settimana sono stata costretta mio malgrado a salutare due donne speciali.

Le persone che vedete accanto a me in questa foto si chiamano Anzhelika e Anton, sono rispettivamente figlia e nipote della cara Raissa, la badante che accudisce mia suocera da diversi anni.

Loro vivevano in Ucraina, Anzhelika  aveva un lavoro, Anton aveva appena terminato gli studi a Varsavia e si era da poco laureato. Era tornato a casa per cercare un lavoro e stare vicino a sua madre, che il papà l’ha perso quando era ancora piccolo.

Sembra una storia familiare simile alle nostre, con la differenza che quasi un anno fa, a questa famiglia come a tante altre, la guerra ha spazzato via tutto in un momento: casa, lavoro, sogni, speranze, futuro, lasciando in cambio soltanto paura e disperazione.

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D come donna d come dignità

Da quando ha avuto inizio la mia vita da consigliera, uno dei miei primi incarichi è stato quello di organizzare un corso di italiano per stranieri nel paese in cui risiedo. Si tratta di un corso gratuito organizzato dal CPIA Centro provinciale istruzione adulti (e a questo proposito ringrazio Michela per il prezioso supporto 🥰), al termine del quale vengono rilasciati l’attestato di frequenza e, dopo il superamento di un test, anche un certificato di competenza con valore legale.

Confesso che mi sono cimentata in numerosissimi progetti nella vita, ma questa per me era in assoluto la prima esperienza, e come ogni esperienza che si rispetti, non ha perso l’occasione di insegnarmi una lezione preziosa.

Innanzitutto mi sono occupata della preparazione del volantino e in questo mi sono stati di grande aiuto Mina, una carissima amica di origini marocchine che vive in Italia da molti anni ed è mediatrice culturale e mio nipote Martino che per la grafica è stato ancora una volta insuperabile.

Mi sono chiesta: come far arrivare alle persone straniere questa iniziativa?

Siccome nel mio paese è molto alto il numero dei residenti di origine marocchina, ho pensato di preparare un volantino bilingue e devo dire che si è rivelata una scelta azzeccata.

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L come lutto L come libro

Ogni tanto dentro le pagine di questo blog, lascio cadere questa parola, lutto, perché pur essendo una definizione che implica una pesantezza di cuore, sono convinta che come ogni altra parola, che sia letta, pronunciata o ascoltata, rappresenti sempre un efficace mezzo per comunicare qualcosa.

Il lutto è il tempo che fa seguito alla perdita di una persona cara.

Nessuno è in grado di quantificare quanto possa durare questo tempo: giorni, mesi, a volte anni, ogni persona che subisce un lutto deve fare i conti inevitabilmente con due aspetti dolorosi e inaspettati dai quali rischia di essere sopraffatta

Accettare la perdita e gestire il dolore.

Quando è mancato mio marito, e con lui la terra sotto i miei piedi, c’è stata una realtà preziosa che mi ha tratto in salvo traghettandomi da un mare di disperazione ad acque più tranquille nelle quali perlomeno ho imparato a stare a galla, ed è stata la possibilità di condividere il mio dolore con un gruppo di persone che come me avevano vissuto un’ esperienza di perdita.

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