La diffidenza rende tristi

Premetto che abito in fondo a una stradina sterrata che passa inosservata al resto del mondo,  i corrieri fanno sempre una gran fatica a trovare casa mia e non ho mai, dico mai ricevuto un volantino pubblicitario.

Eppure un sabato mattina di qualche settimana fa, un uomo è arrivato fin davanti al cancello e ha suonato il citofono.

Mi sono affacciata dalla porta finestra per chiedergli di cosa avesse bisogno e lui mi ha fatto capire con un gesto che mi avrebbe rubato solo un minuto.

Mi sono avvicinata con cautela al cancello senza aprirlo e ho visto un uomo non più giovanissimo, con i capelli bianchi, la pelle scura e una vecchia bici malandata.

Mi ha raccontato di essere originario del Bangladesh, di essere considerato troppo vecchio per trovare lavoro e di avere una numerosa famiglia da mantenere.

Vendeva bigiotteria, chiedeva solo di dare un’occhiata.

Uno dei tanti stranieri insomma di cui i giornali in queste settimane hanno scritto tanto.

Non so spiegare cosa sia accaduto, ma mi ha toccato il cuore, così ho chiesto a Susanna di raggiungermi e alla fine abbiamo comprato dei braccialetti.

20 euro in meno nel portafoglio a me non avrebbero cambiato la vita, ma a lui probabilmente sì.

Non finiva più di ringraziarmi, se ne è andato felice.

In seguito però non ho potuto fare a meno di pensare che la mia diffidenza non mi ha permesso fino in fondo di essere ospitale, avrei potuto accoglierlo in casa, offrigli un caffè, ma non sono riuscita.

E mi è rimasta dentro una piccola punta di amarezza.

Diffidenza

“Disposizione d’animo incline a non fidarsi,

mancanza di fiducia: sospettoso che tende a dubitare”.

Purtroppo la diffidenza ce la insegnano fin da bambini.

Io stessa ho educato i miei figli a non fidarsi degli sconosciuti, a non accettare nulla da loro, a essere prudenti.

Il bisogno di proteggerli da brutte esperienze e da situazioni spiacevoli alle volte ci porta a erigere barriere che alla fine ci isolano impedendoci di avvicinare le persone e  di interagire con loro.

Siamo cresciuti nella cultura della diffidenza e c’è ben poco di cui essere fieri; diciamo la verità, non esiste niente di più triste della mancanza di fiducia, perché abbiamo bisogno di socializzare per sopravvivere.

La prudenza è una forma di saggezza che ci protegge da pericoli e danni, ma la diffidenza è un’altra cosa, è una mancanza di fiducia a prescindere, spesso dettata dal pregiudizio.

Totò diceva: “La diffidenza rende tristi” e aveva ragione, ogni volta che ci mostriamo diffidenti verso qualcuno, perdiamo una buona occasione di conoscere brave persone, con qualità e sentimenti straordinari, capaci di illuminare le nostre giornate.

E’ un muro che non si può abbattere in un giorno solo, è un lavoro che richiede impegno, pazienza e tanto desiderio di avvicinare le persone con la curiosità di scoprire di quali e quante ricchezze sono custodi.

Un mancato incontro è sempre un’occasione perduta.

E un po’ come fare un lungo viaggio in auto e accontentarsi semplicemente di ammirare paesaggi che scorrono via veloci.

Sostare, scendere dall’auto, percorrere lunghi tratti a piedi per osservare meglio da vicino, è tutta un’altra storia ricca di significato.

“Diffida di tutto, tranne di quello che ti dice il tuo cuore.”
Susanna Tamaro

E a proposito di diffidenza prima di salutarvi voglio condividervi la ricetta dei muffin che ha preparato oggi Susanna. Si è chiusa in cucina dicendo che avrebbe inserito un ingrediente segreto e io dico la verità, ero un po’ diffidente. 😅😅

Invece ha preparato dei muffin con il burro di arachidi squisiti, ottimi per la prima colazione.

Vincere la diffidenza nei confronti dei nostri figli, ad esempio, è un ottimo inizio.

Muffin al burro di arachidi
Ingredienti
Dosi per 10 muffin
175 g. di farina
Mezza bustina di lievito per dolci
50 ml. di olio di semi
70 g. di burro di arachidi
1 uovo
100 ml. di latte
100 g di zucchero
1 bustina di vanillina
100 g di gocce di cioccolato o uvette
1 pizzico di sale
granella di nocciola
zucchero di canna
Procedimento
Mescolate in una ciotola gli ingredienti liquidi (latte, uovo, olio) e in un’altra quelli secchi (farina, lievito, zucchero, sale, gocce di cioccolato o uvetta , vanillina,). Versate gli ingredienti liquidi sopra a quelli secchi e mescolate velocemente, quindi incorporate anche il burro di arachidi. Versate un cucchiaio di impasto in ogni pirottino, spolverate con la granella di nocciola e lo zucchero di canna e infornate per circa 20 minuti a 180 gradi.

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11 pensieri su “La diffidenza rende tristi

  1. GIULIANA ROVEDA

    Erigiamo barricate istintive ma nn raggiungiamo mai il livello di chi rifiuta a prescindere: con prudenza ma apriamo il cuore e il portafoglio e doniamo all’altro qlcosa di grande, l’idea che nn tutti sono respingenti e che anche per loro c’è rispetto e posto in qsto pazzo mondo. Meglio poco che nulla e credimi, c’è purtroppo di molto peggio. Un mega abbraccio ❤️

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  2. Un pensiero come uno dei raggi di sole di questa giornata soleggiata dopo il diluvio.Anche io ho donato la moneta del carrello al Nigeriano,che aspettava mogio nell’angolo senza offrire il suo servizio.L’ho chamato io.Puzzava di sudore e mi ha ricordato l’allievo rom, in una classe dove era deriso e provocato da tutti, che alla mia domanda, molti indiretta, del perché non risultava profumato come gli altri,rispose che non aveva né il riscaldamento nè l’acqua calda.Diffidare è giusto ed opportuno.Se qualche volta ci fanno fessi è una qualità non un difetto.

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  3. La mia prima impressione è che a volte sei un po’ troppo critica nei conronti di te stessa. Siamo umani, abbiamo tutti delle repulsioni nei confronti degli stranieri. Pensa ai condizionamenti sociali, alle violenze sessuali subite dalle donne, che poi vengono accusate di essere state troppo disponibili. Inoltre la paura è un’importante meccanismo di protezione, di cui dobbiamo tenere conto. Le tue riflessioni, giustamente, ci invitano a superare i condizionamenti e a ricordarci che non possiamo vivere senza gli altri. La società contemporanea è triste a causa della solitudine, sta a noi tutti cercare di creare una comunità.

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  4. Alla fine un gesto di accoglienza l’hai fatto aprendo il cancello e il tuo portafoglio. A volte forse è meglio essere diffidenti che potrebbe essere anche previdenti. Nella vita bisogna anche essere prudenti con tutte le notizie brutte che ci arrivano, è meglio andarci piano

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  5. La diffidenza non deve rendere tristi.Ci serve per smascherare quanti rubano per il proprio superfluo ciò che per altri è sopravivere.Per i comuni mortali nen è un problema e come Totò elargiamo il poco di moneta a tutti.Quanto sono in ballo grosse somme meglio non farci prendere dalla tristezza e valutare e soppesare bene.

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