Quello sguardo che commuove

Ho scoperto che ogni anno il secondo giovedì del mese di ottobre si celebra  la Giornata mondiale della vista promossa dall’Organizzazione Mondiale della Sanità e dall’Agenzia internazionale per la prevenzione della cecità.

Quando scopro per caso questi eventi, in realtà poi pensandoci bene, mi accorgo che accadono delle cose che mi fanno pensare che di casuale ci sia ben poco.

Sono giorni questi, in cui penso tanto alla mia cara amica Irene, (di lei vi ho già raccontato qui in questo blog) che di nuovo ha raccolto tutto il coraggio di questo mondo ed è tornata in trincea per combattere un nemico che non le dà tregua.

Sono anche giorni in cui tristemente sto facendo i conti con un calo della vista non indifferente che finirà per costringermi ad andare da un oculista e di conseguenza, a mettermi degli occhiali se voglio vederci da lontano in maniera un po’ più nitida di quanto non veda ora (già, perché per vedere da vicino ne faccio largamente uso ormai da anni 😭😭)

Non da ultimo però questa giornata mi fa pensare anche a un altro tipo di vista, che ha molto più a che fare con il cuore che non con gli occhi.

Sto parlando dello sguardo che le persone hanno su di noi.

Non so se vi è mai capitato di essere oggetto di attenzione da parte di qualcuno che nemmeno vi conosce eppure ha nei vostri confronti un gesto di cortesia.

La persona che davanti a te alla cassa del supermercato ha il carrello pieno e ti vede con due articoli in mano e la fretta negli occhi e ti chiede “Vuole passare?”

Gli operatori del centro di raccolta dei rifiuti che quando arrivi  con l’auto stracolma di oggetti pesanti da buttare ti vengono incontro e ti danno una mano.

Gli automobilisti che si fermano davanti alle strisce pedonali e mentre passi ti salutano.

Non so se anche per voi è così, ma quando mi succede qualcosa di simile e così meravigliosamente inaspettato, provo una sensazione di riconoscenza indescrivibile.

Perché quella persona lì, per un breve istante ha deciso di far cadere il muro dell’indifferenza e di regalare proprio a me un gesto di attenzione totalmente gratuito.

L’indifferenza si scontra con la vita stessa, perché la vita è incontro, gioco, rischio, rapporti, amore, pace. Siamo chiamati all’incontro e al confronto, sempre e in ogni luogo in cui siamo”.

Facciamo una grande fatica a uscire dai nostri pensieri, dalle nostre preoccupazioni, dalle incombenze quotidiane con cui conviviamo ogni giorno, per dedicare un gesto di attenzione e cura verso chi incontriamo in qualunque situazione, eppure se ci è capitato di sperimentarlo, sappiamo quanto bene può portare.

A volte facciamo uso dell’indifferenza come barriera per proteggerci dalle sofferenze altrui, non per cattiveria o egoismo, ma perché crediamo che non ci sia spazio da dedicare al dolore degli altri, quando siamo travolti dal nostro.

Eppure è proprio nel momento in cui decidiamo coraggiosamente di andare verso l’altro, che le nostre fatiche si ridimensionano, e la nostra umanità si ridesta.

C’è un brano di vangelo, “ Il buon samaritano” che mi commuove ogni volta che mi capita di ascoltarlo.

Il pensiero che uno sconosciuto di fronte a un uomo in difficoltà decida di non distogliere lo sguardo, ma anzi di fermarsi a soccorrerlo senza pensare alle conseguenze del suo gesto, è qualcosa che scalda il cuore.

Perché più di un mancato soccorso, è l’indifferenza che ferisce profondamente, nega la comunicazione, l’accoglienza, la solidarietà e genera profonda solitudine.

Sono molte le atrocità nel mondo e moltissimi i pericoli. Ma di una cosa sono certo: il male peggiore è l’indifferenza.
Elie Wiesel

Saremo sempre sopraffatti dai nostri problemi personali, dalle preoccupazioni da affrontare, dalla fatica quotidiana, ma distogliere lo sguardo, fingere di non vedere, ignorare i bisogni di chi capita sul nostro cammino, non renderà più leggero il vivere.

Molto più probabile potrebbe essere invece, che accada il contrario.

Possiamo sempre provare care amiche cosa ne dite?

Un abbraccio e buona domenica a tutte voi.

6 pensieri su “Quello sguardo che commuove

  1. Molro bello il tuo post che tocca, secondo me, un punto cruciale della società attuale: il rapporto con gli altri, nel senso più ampio del termine. Credo sia qualcosa di più dell’indifferenza, un individualismo sfrenato che ci porta a una competizione e ad un isolamento che ci rende profondamente tristi e soli. Dovremmo ritrovare, come da te auspicato, un senso della comunità perduto. L’indifferenza che tu denunci, comunque, è quella che ferisce maggiormente le persone più fragili e più deboli. Buona domenica anche a te

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    1. Giuliana

      Innanzitutto, per gli occhiali sei in buona compagnia, anch’io nn mi rassegno alla vista che peggiora !! Ma x fortuna ci sono le lenti che ci vengono in soccorso…..sul resto, la maleducazione purtroppo e’ la regola, ma le eccezioni non mancano e qsto significa che la Speranza nn muore mai. Un abbraccio

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