La devozione che racconta la nostalgia dell’eternità

Diversi anni fa, ho perso il conto di quanti, avevo ritrovato nel garage del mio papà, la statua di una Madonna di cui nessuno dei miei familiari me compresa, è mai riuscito a risalire alle origini.

Non ho avuto cuore di buttarla, si trattava pur sempre della Madonna, anche se devo ammettere che era davvero piuttosto malridotta.

L’ho portata a casa e a mia volta l’ho lasciata in un angolo per altri anni a venire.

Poi la scorsa estate, sempre durante una delle mie consuete operazioni di pulizia che ben conoscete, l’ho ritrovata e ho proposto ai miei figli di farla restaurare come regalo di Natale,( visto che io sono sempre un po’ difficile da accontentare🙄🙄).

Hanno raccolto il suggerimento, ma non è stata affatto un’impresa semplice trovare qualcuno che si intendesse di restaurazioni.

Certo non si sono arresi e a Natale il regalo è arrivato puntuale e bellissimo.

Dico la verità, anche se era una richiesta partita da me, me ne ero proprio dimenticata e trovarmela davanti rimessa a nuovo è stata una grandissima emozione.

In realtà il mio desiderio di restaurarla era nato da un progetto che coltivavo nel cuore da tanti anni, e cioè mettere una statua di Maria all’ingresso di casa.

E’ stato a quel punto che ho chiesto consiglio a mio cognato Giorgio, il marito di mia sorella Tiziana.

Lui è il più bravo muratore che io abbia mai conosciuto e questa settimana ha fatto un lavoro egregio che potete ammirare con i vostri occhi.

Non è bellissima?

Mi sono domandata come mai fosse così importante per me mettere una statua di Maria vicino alla porta di ingresso.

Credo che abbia un po’ a che fare con la devozione.

La parola devozione deriva dal latino ed è composta da due termini: la preposizione semplice de che indica il movimento dall’altro verso il basso ed il verbo vovere che esprime l’azione del votarsi e dell’affidarsi a qualcuno o qualcosa.

La devozione è un forte sentimento di amore che l’essere umano prova verso qualcuno o qualcosa di mistico e trascendentale, è una passione profonda e gentile verso un legame di cui si ha bisogno per trarre ispirazione e significato. 

E’ una parola antica, che può addirittura essere ritenuta obsoleta, di cui, una volta compresa tutta la sua bellezza, ci si può innamorare, perché ha a che fare con il desiderio di consegnare la propria vita a qualcuno che ci ha preso il cuore scendendo dall’alto.

La trascrizione cristiana ci racconta che questo Qualcuno è Dio, ma la devozione è un tipo di rispetto che non volge necessariamente lo sguardo al cielo.
E’ un sentimento che riserviamo per ciò e per chi ha valore.
Si può nutrire devozione verso Dio, un santo o la Madonna, ma  può essere rivolta anche verso un ideale umano, di giustizia, verso una persona o un’istituzione particolarmente significativa per se stessi o per la società, una sorta di rispetto e lealtà nei confronti di qualcosa o qualcuno al quale si riconosce un valore speciale.

Devota è la persona che coltiva in maniera consapevole il senso dei propri limiti; e, nello stesso tempo, il bisogno di riconoscenza e di gratitudine nei confronti di chi o di cosa contribuisce a colmarli”.

Che non significa affidarsi passivamente, ma trarre forza da qualcuno in cui riponiamo estrema fiducia, per ripartire con rinnovato desiderio di andare incontro a quel che rimane del nostro vivere qui sulla terra.
E’ un gesto impegnativo perché richiede impegno e fedeltà e non si accontenta di qualcosa di mediocre, ma tende sempre verso l’alto, verso quella nostalgia di eternità che ci portiamo in tasca da sempre.

La devozione è un modo di essere, non qualcosa che fai.
È dedizione alla ricerca della consapevolezza e dell’Amore.
Krishna Das

Credo che levare lo sguardo a Maria ogniqualvolta mi capiterà di uscire o fare rientro a casa, sarà un po’ come aspirare ad essere come lei, donna di coraggio e di fede, di cui alle volte ho davvero bisogno.

Amiche care, muoio dalla curiosità di sapere se anche voi avete in casa o in giardino una statua di Maria e perché.

Mandatemi le foto scrivendomi a gio.fumagalli66@gmail.com, le pubblicherò qui nel blog.
Auguri cari di Buona Pasqua a voi e ai vostri cari, noi ci rivediamo tra due settimane, ma prima di salutarvi vi lascio con una canzone che ho cantato per una vita intera quando facevo parte del coro della mia parrocchia, qui è cantata da mio fratello Maurizio, che ha aperto questo bellissimo canale su youtube che da tempo volevo farvi conoscere.

https://www.youtube.com/watch?v=SWz3YmYgn2o

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11 pensieri su “La devozione che racconta la nostalgia dell’eternità

  1. Il tuo angolo è bellissimo, semplice ma pieno di grazia. Mi hai fatto venire voglia di fare una cosa del genere anche in casa mia: ho una statuetta della Madonna in legno, che aveva fatto mia madre e la conservo da tanto sulla libreria. Forse è il momento di crearle un angolo solo per lei.

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  2. isme

    …nostalgia di eternità che ci portiamo in tasca da sempre…

    Eccoti qui, ti aspettavo, ora e per sempre, porta nell’anima, questo gemito inesprimibile, di gioia eterna.

    ah dimenticavo…

    Nessuna creatura,

    può avere nostalgia,

    di quello che non ha mai,

    visto vissuto, e creduto.

    Ecco, l’eternità ora è con te 🙂

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  3. Io ho una statuetta molto bella della Madonna che mi ha regalato mia zia, l’ha regalata a me e a mio marito quando stavamo a Medjugorie. Fu un’esperienza bellissima. Quando ci siamo sposati ci ha regalato un quadro con la Madonna che scioglie i nodi.
    Buona Pasqua, Gigiuanna.
    Mia zia fa molti viaggi di fede, è lei che mi ha fatto conoscere le orazioni di Santa Brigida e mi ha presentato Padre Ignazio, il mio padre spirituale.
    Un caro saluto

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  4. Le tue parole ispirano pensieri profondi e grandi emozioni. Il presupposto fondamentale della devozione la identifico nella fede, in un Dio o un ideale, immaginando qualcosa che va al di là della nostra razionalità. riconoscendo, come dici giustamente, il mistero della vita e i nostri limiti di conoscenza. IL secondo aspetto è il legame con l’amore nel senso più assoluto del termine: per essere sinceramente devoti non ci si può limitare ad amare una persona o la propria famiglia, m è necessario amare la vita, la natura, l’umanità, oltre a una divinità.

    Centrale è la tua affermazione “legame di cui si ha bisogno” che ci rammenta che non possiamo vivere da soli, la nostra fragilità. Condivido il tuo pensiero ed il tuo modo di essere, anche se io personalmente non sono legato ad un’immagine particolare, ma in passato, questo mi ha spinto ad andarla a cercare con ricadute molto positive.

    Buona Pasqua a te e a tutti i tuoi cari.

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