Non so perché, ma nei momenti più faticosi della mia vita, ho sempre sperato che a un certo punto il mondo smettesse di girare e mi concedesse una tregua, per abituarmi al dolore, al cambiamento, alla fatica di stare al passo.
L’ho pensato cinque anni fa in un giorno di aprile come oggi, quando la malattia di mio marito è entrata con prepotenza nelle nostre vite.
L’ho pensato di nuovo tre anni fa, quando dentro una pandemia mondiale, ho aperto questo blog, quasi a convincermi in qualche modo che ricercare la normalità, avrebbe rimesso a posto ogni cosa.
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