Ostinata speranza

Era da tempo che desideravo tornare a scrivere della mia amica Irene dentro questo blog.

Ma aspettavo il giorno buono, il giorno della risalita, quello in cui avrei annunciato con gioia che stava meglio, che si cominciava a intravedere la luce in fondo al tunnel, e che vi ringraziava tutti di cuore per i vostri pensieri, i vostri ceri, il vostro affetto.

Ma quel giorno tarda ad arrivare purtroppo e il doloroso, lento, lungo calvario che sta percorrendo la mia amica pare non avere fine.

Poi oggi curiosando nel web scopro che proprio il 4 gennaio si celebra la Giornata mondiale dell’alfabeto braille (World Braille Day) per commemorare la nascita di Luis Braille che inventò l’alfabeto braille per permettere ai ciechi di leggere e scrivere normalmente.

Louis Braille nacque in Francia e all’età  di tre anni rimase accidentalmente cieco. Nonostante questo desiderava imparare a leggere e scrivere, nonostante la sua disabilità . All’età  di quindici anni sviluppò un sistema di simboli composta da puntini in rilievo sulla carta. I puntini possono essere facilmente percepiti con le mani e questo rende possibile leggere e scrivere anche ai ciechi.

E ‘stato come ricevere una carezza leggera che mi ha riportato indietro nel tempo.

Forse per molti di voi il braille è qualcosa di sconosciuto, ma chi ha a che fare con una persona non vedente, sa bene di cosa sto parlando.

Ricordo il primo giorno di scuola alle superiori, quando Irene tirò fuori quell’aggeggio ingombrante che occupava più della metà del suo banco, attraverso il quale riusciva a leggere e a scrivere.

Avevo ammirato la sua abilità e la sua scioltezza nell’utilizzarlo, le sue dita che sfioravano veloci quei curiosi puntini in rilievo che lei traduceva ad alta voce in parole.

Ricordo di aver pensato che per quanto la sua disabilità fosse gigantesca, c’erano delle situazioni in cui era molto più brava di noi a cavarsela.

Ancora oggi, quando il cuore è in preda allo sconforto, quando ricevo notizie desolanti dalle sua amate cugine che ho avuto il piacere di conoscere lo scorso mese quando sono andata a trovarla in ospedale, non smetto di pensare che Irene ce la farà, perché quando sei abituato a combattere pregiudizi e disabilità fin dalla nascita, diventi forte, invincibile oserei dire.

Allora ricomincio a sperare nelle buone notizie, a mandarle pensieri positivi, a implorarla di non mollare, che c’è una vacanza al mare che ci aspetta e che le ho promesso e che diamine io detesto non mantenere le promesse.

SPERANZA : tendere verso una meta

Amiche care, questo è il primo post del nuovo anno e anche se è veramente difficile guardarmi intorno e trovare qualcosa per cui sperare, io voglio provarci comunque e vi chiedo di fare lo stesso.

Perché le cose brutte accadono, di continuo, ma anche quelle belle.
E’ lo sguardo che noi poniamo su di esse a fare la differenza.

L’importanza sia nel tuo sguardo, non nella cosa guardata
André Gide

Vi auguro di trovare ogni giorno una buona ragione per alzarvi dal letto la mattina. Cercatela con ostinata speranza senza perdervi d’animo. Vi giuro che esiste. Per ciascuno di noi.

Voglio salutarvi con una bellissima poesia scritta da Gianni Rodari che si intitola proprio Speranza e pensate un po’, venne scelta da leggere il 23 Marzo 2020, al termine di una seduta della Commissione Europea, perché ritenuta il miglior messaggio possibile da trasmettere alla popolazione impaurita e disorientata per l’esplosione della pandemia.

Speranza
Se io avessi una botteguccia
fatta di una sola stanza
vorrei mettermi a vendere
sai cosa? La speranza.
“Speranza a buon mercato!”
Per un soldo ne darei
ad un solo cliente
quanto basta per sei.
E alla povera gente
che non ha da campare
darei tutta la mia speranza
senza fargliela pagare.

Gianni Rodari

7 pensieri su “Ostinata speranza

  1. Alessandra

    Gli Antichi avevano addirittura una divinità per la Speranza, e non a caso si diceva che “Spes ultima dea” (molto meglio della nostra grossolana traduzione “La speranza è l’ultima a morire”…): era infatti l’unica divinità a restare tra gli uomini e alla quale gli uomini potevano rivolgersi dopo l’apertura del vaso di Pandora. Inoltre ad oggi esiste una vera e propria Teoria della Speranza (Hope Theory di Snyder), secondo la quale la speranza è qualcosa di molto concreto, molto più del solo ottimismo, perché si compone di due elementi imprescindibili l’uno dall’altro: un percorso da seguire (pathway) e la motivazione necessaria ad intraprenderlo (agency). Insomma, tutto questo per dire che è giusto coltivare la speranza, è giusto alimentarla ed è giusto anche darle una prospettiva concreta e ben delineata, cercando di raggiungere quello che desideriamo, perché non vale l'”aspetta e spera” ma più l'”aiutati che il Ciel ti aiuta” ❤️ e mentre noi siamo qui a sperare per Irene, io sono convinta che lei ci darà le prove che quel cammino di risalita lo ha già intrapreso da un pezzo 🥰

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  2. lidia

    Cara Giovanna
    Oggi non potevo non condividere quanto tu hai scritto…..
    OSTINATA SPERANZA…………
    Da un ricordo della mia infanzia:
    io avevo circa 7/8 anni parlo dell’anno 1958 e spesso mi recavo con mia mamma in treno a Milano, all’Istituto delle Cieche in Via della Chiusa , Istituto gestito della congregazione delle Suore Canossiane .
    Li operava la mia cara zia, Madre Angela, sorella di mia mamma, lei era addetta a insegnare a lavorare alle ragazze non vedenti che, in quell’Istituto vivevano in convitto .
    Ricordo i loro volti, alcune con occhiali scuri, altre non portavano occhiali ma avevano delle macchie bianche sulle pupille.
    Quando suonavamo il campanello dell’Istituto veniva la Sig.na Angelina, una ragazza alta, magra, sulla quarantina, capelli sempre molto ordinati, semi corti con quelle pettinature anni 30, indossava una vestaglia nera che aveva un collettino di pizzo bianco sempre ben inamidato.
    Quando la mamma diceva sono “Ernesta, la sorella di Madre Angela “, il suo viso si illuminava e con le mani ci cercava per abbracciarci!!! Questo ricordo ancora mi commuove………
    La Sig.ra Angelina ci introduceva così in un grande salone dove tutte le ragazze erano sedute in cerchio, intente ai loro lavori .
    Be quando mia zia, alla nostra vista, annunciava alle ragazze la ns. presenza ,tutte ci venivano incontro…..e con le loro mani ci salutavano ci abbracciavano, ci toccavano…. Volevano sentire la ns presenza!! Ci volevano molto bene!! Come del resto anche noi ne volevamo a loro….
    Dopo i saluti, continuavano le loro attività, chi leggeva, chi scriveva, con delle tavolette in ottone tutte bucherellate , è li che ho conosciuto e un pò ho anche imparato a leggere l’alfabeto Braille!! (nei miei meandri devo ancora avere dei bigliettini…)
    Altre, lavoravano ad aghi delle bellissime tovaglie…. Si tovaglie, centri, scialli…. Uno scialle, lo conservo ancora con cura, è bianco bellissimo, soffice come una piuma!!! Che mi hanno regalato quando mi sono sposata!!
    Le ragazze, quando, lavorando capivano di aver sbagliato qualche punto, lo sentivano toccando il lavoro, si rivolgevano a mia zia per poter rimediare lo sbaglio !!
    Questi meravigliosi lavori, venivano commissionati da Signore che conoscevano il loro bellissimo operato e le offerte servivano anche per aiutare l’istituto.
    Da loro ho imparato molto, Il loro sorriso, la gentilezza e la gran voglia di vivere che trasmettevano, i canti e le poesie che scrivevano e recitavano, anche con difficoltà, ma sempre con il volto illuminato da un sorriso!! E questa non si chiama SPERANZA!!!
    Ed ora cara Giovanna voglio ringraziarti per avermi dato la possibilità di far emergere dai miei ricordi, quei meravigliosi momenti, vissuti con mia mamma, con mia Zia Madre Angela e con queste meravigliose persone che ora, purtroppo tutte ci hanno lasciato!!!
    Un AUGURIO sincero alla tua cara amica IRENE , perché non abbia a mollare mai, ma continui a essere forte e continui a sperare come le meravigliose ragazze che ho avuto modo di incontrare in quell’Istituto, sempre pronte anche nelle difficoltà a rimettersi in gioco!!
    Grazie ancora, cara Giovanna per i tuoi bellissimi articoli, con l’AUGURIO a tutte di un anno nuovo colmo di SPERANZA !!
    Con affetto
    Lidia

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