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Concorso letterario “Scrivere Donna” 2010/11
NEOS EDIZIONI
“…perché ogni figlio che mettiamo al mondo ci rende invincibili verso le prove a cui la vita ci sottopone ogni giorno”
“Non potevi stare più attenta?”.
La frase non è tra le più felici, purtroppo me ne rendo conto soltanto dopo averla pronunciata e lo sguardo di mia figlia è più eloquente di qualunque risposta.
“Marta mi dispiace non volevo dire questo” dico cercando di rimediare all’offesa.
“Lascia stare mamma, tanto lo so che è proprio quello che pensi”.
Guardo la donna che ho di fronte e fatico a convincermi che sia mia figlia, visto che non abbiamo niente in comune, nemmeno la somiglianza fisica.
Avevo vent’anni quando è nata, ero piena di sogni e progetti, volevo laurearmi, andare all’estero, trovare un lavoro gratificante e non sarebbe stato certo un figlio a fermarmi.
D’altro canto mi ero lasciata abbindolare dagli occhi più azzurri che avessi mai incontrato e avevo pagato caro quel momento di debolezza. Se non ci fosse stata mia madre non so come avrei fatto, praticamente Marta l’ha cresciuta lei.
E’ diventata una splendida donna, ma ha fatto scelte completamente distanti dalle mie. A ventidue anni ha conosciuto Stefano e si è innamorata follemente, ha abbandonato gli studi nonostante io fossi contraria, si è trovata un lavoro, e nel giro di un anno non solo si è sposata, ma addirittura è rimasta incinta subito.
Ed è nata Silvia, la mia nipotina che ora ha cinque anni. Speravo che le bastasse una figlia, com’era bastata a me. E invece, dopo due anni è rimasta incinta di nuovo ed è nato Tommaso.
Io mi sono sempre stupita di come potessero essere felici nonostante questa vita mediocre, fatta di sacrifici e di notti in bianco.
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