Stralci di te

Ho già avuto modo di raccontare nelle pagine di questo blog quanto spesso la scrittura mi sia stata di grande supporto per cercare di dare un senso agli eventi più o meno faticosi che hanno attraversato la mia vita.

Uno di questi, è stata la perdita della mia mamma, avvenuta 10 anni fa per una terribile malattia.
Nei giorni difficili di accudimento, giorni intrappolati tra la disperazione e la speranza, ho messo per iscritto parole che come scialuppe di salvataggio mi hanno aiutata a non annegare in quel mare di dolore.
Quando ho saputo che l’associazione Noi,amici dell’hospice e dell’ospedale di Eboli, aveva organizzato il concorso “Le parole che non ho detto”, ho pensato che non avrei potuto trovare mani migliori alle quali affidare il mio racconto, convinta come loro, che non ci sia nulla di più prezioso di un’esperienza condivisa, per alleviare e consolare chi la scrive e chi la legge.

Oggi a quasi due anni da quel giorno, sono accadute due cose importanti:

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Il segreto di nonna Aldina Capitolo 6

Capitolo 1

Capitolo 2

Capitolo 3

Capitolo 4

Capitolo 5

ISABELLA

Dormo in una piccola stanzetta al piano inferiore, vicino alla cucina, partecipo alla vita del convento, prego con le suore pur non essendo del tutto convinta che ci sia Qualcuno che si interessi veramente a me e abbia a cuore la mia vita, (altrimenti non sarei finita come sono) e cerco di rendermi utile in qualche modo, perché nessuno abbia a pensare che io qui sia un peso.

Se soltanto sei mesi fa qualcuno mi avesse predetto il futuro, avrei riso come una pazza, pensando alla mia vita tra queste mura, dove il tempo scorre seguendo un ritmo che non ha nulla a che vedere con il mondo esterno.

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Tutto in un giorno

I CONTENUTI DEL MIO BLOG: CONCORSI LETTERARI

Concorso letterario “Tuttiscrittori” Coarezza
Giugno 2017
Quarta classificata

Sono sotto le coperte da ore, ma di prendere sonno non se ne parla proprio. Continuo a ripercorrere questa giornata che non dimenticherò mai e non sarò la sola, la ripercorro come un film, avanti e indietro senza stancarmi, senza fermarmi, senza capire, a dirla tutta.

Ma io la voglio raccontare, per me stessa innanzitutto, per aiutarmi a fare chiarezza, e per non dimenticare, che anch’io sono una persona speciale.

Sono nata all’ombra di mia sorella, sei anni dopo di lei, quando nessuno più mi aspettava. Celeste con gli occhi azzurri più belli del mondo, cominciava la scuola, i miei genitori che gestiscono un bar, finalmente uscivano da notti insonni e pannolini sporchi e ricominciavano a fare ciò che hanno sempre amato fare: lavorare. Ma io con prepotenza sono venuta al mondo ignara di quanto avrei dovuto faticare nella vita per brillare di luce che fosse soltanto mia. Celeste naturalmente era la figlia perfetta: bella ma di quella bellezza proprio che fa girare la testa ai ragazzi quando cammina per strada, brava, sempre la prima della classe, prima nello sport e con i ragazzi. Mai un grillo per la testa, mai un grattacapo.

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