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“L’amore non si butta” : come nasce, di cosa parla e altre cose belle

Matteo B. Bianchi, scrittore che stimo moltissimo, nel suo ultimo libro “Il romanzo che hai dentro” ha scritto:

“Raccontare storie è un modo per condividere idee,
per instaurare dialoghi, per creare legami,
per ricordarci l’essenza più profonda del nostro essere umani.
E quando queste storie sono personali, attingono in maniera diretta dalla nostra esperienza di vita, tale connessione col lettore appare inesorabilmente più forte.
Leggere le gioie e i tormenti racchiusi nelle esperienze altrui ci fa sentire meno soli, meno diversi, meno deboli”.

Dopo la perdita di mio marito avvenuta cinque anni fa, ho creduto per molto tempo che la sola cura per andare avanti fosse quella di custodire il mio dolore al riparo da sguardi di compassione e silenzi colmi di imbarazzo.
Solitudine, fragilità, tristezza sono stati d’animo che hanno fatto a gara per ricavarsi uno spazio nel mio cuore e trovare la forza di ricominciare a vivere ha richiesto un impegno oltre misura.

“E poi arriva il giorno in cui capisci chiaramente che non
ce la puoi fare a sfidare tutte queste mattine, che per arrivare
a sera richiedono una lunga e interminabile giornata, e che
affrontare tutto questo da sola è come essere stata scaraventata
in mare aperto senza salvagente”.

Il lutto è un tempo strano intriso di un miscuglio
di emozioni profonde e ricordi dolci e
amari che, come in una staffetta, si danno il
cambio repentinamente.
Questo libro nasce con l’intento di diventare
uno strumento discreto, ma potente, per chi
ha subito la perdita di una persona cara ed
è alla ricerca di un modo per non lasciarsi sopraffare dalla disperazione.
Pagina dopo pagina, attraverso la narrazione
di un tempo passato, presente e futuro,

ho ripercorso  le emozioni e gli stati d’animo
che mi hanno attraversata

quando il dolore è entrato nella mia vita,
cercando di offrire spunti di riflessione,
raccontando come abbia cercato di imparare a sostare con quel dolore,

ad ascoltarlo, ad abitarlo, fino a quando lentamente
ha cominciato a fare un po’ meno male.
E racconta di tutto quell’amore che rimane dentro

dopo la perdita di una persona cara
e non sai cosa farne,
di quanto sia inverosimilmente possibile provare di nuovo a seminarlo, vederlo crescere e produrre molto frutto, sebbene sia stato generato da una perdita lacerante.
Perché l’amore non si butta via, come il pane.

“L’amore non si butta” è stato scritto pensando a chi sta attraversando un lutto, ma anche a coloro che desiderano rimanere accanto a chi soffre – familiari, amici, persone care – e faticano a trovare parole e gesti capaci di dare conforto.
Ed è infine, un libro che invita ciascuno di noi a prenderci cura di chi amiamo, a godere della bellezza di un tempo prezioso da condividere che ci è stato donato e che spesso diamo per scontato.
E’ con grande emozione e anche un po’ di sacra trepidazione  che vi affido le pagine di questo libro che da oggi potete preordinare nelle librerie oppure su Amazon attraverso questo link:

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“L’amore non si butta” dal 7 Novembre nelle librerie e negli store on line

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Il sentiero di Maria: un tempo rubato alla fatica quotidiana

Amiche care

Inutile dire quanto mi mancate, quanto mi mancano i vostri messaggi, le vostre mail, tutte quelle parole di incoraggiamento che fanno così bene al cuore e che dovremmo seminare sempre con generosità, affinché ogni essere umano possa goderne. 💚💚

La mia assenza non è stata vana, come vi avevo preannunciato nell’ultimo post, ho lavorato a un progetto speciale che ormai è quasi terminato e non vedo l’ora di raccontarvelo, ma vi chiedo ancora un attimo di pazienza.

Però nel frattempo, siccome ormai mi conoscete e sapete che se mi imbatto in una cosa bella poi non vedo l’ora di condividerla, oggi oltre a un saluto voglio raccontarvi dell’ultimo cammino che ho fatto questa settimana, davvero, davvero speciale.

https://www.sentierodimaria.it/

Vi dico solo che ne avevo tanto bisogno.

Se siete in un momento della vostra vita in cui state trascurando l’aspetto spirituale che in passato non era mai venuto meno, questa è un’occasione bellissima per riavvicinarvi.

Il sentiero di Maria è un pellegrinaggio che parte dall’antica Basilica di San Zeno a Verona e termina al Santuario della Madonna della Corona, situato a 774 metri sul mare.

Io l’ho percorso in tre giorni, sì faceva molto caldo, ma gran parte dell’itinerario per fortuna si snoda lungo le fresche sponde del fiume Adige e nei boschi dove l’ ombra vi permetterà di camminare più agevolmente.

Ecco l’itinerario

PRIMA TAPPA

VERONA-BUSSOLENGO 17 km

Sono partita da Verona verso le 8.30 e subito mi sono ritrovata in compagnia del fiume Adige che con il suo scorrere lento ha accompagnato i miei passi e i miei pensieri lungo tutta la giornata.
La tappa è praticamente tutta in pianura, ci vogliono 5 ore ma io ne ho avuto bisogno di una in più perché lungo il  tragitto si incontrano tante piccole chiese che impongono una visita che ristora e rinfranca.
Arrivata a Bussolengo ho raggiunto l’albergo http://www.albergoaiperseghi.it/ dove la gentile Sara mi ha accolto con acqua fresca, succo di frutta e simpatia.
A Bussolengo c’è il Santuario della Madonna del perpetuo Soccorso https://www.santuariobussolengo.it/
che regala a chiunque lo desideri, l’occasione bella di ringraziare, chiedere, offrire.

SECONDA TAPPA

BUSSOLENGO – RIVOLI VERONESE 18 KM
Il segreto è partire presto la mattina. Alle 6 ero già in cammino e a quell’ora tutto il silenzio e la pace che ti circondano hanno un valore inestimabile. Il cammino riprende dal Santuario e risale l’argine sinistro nuovamente in compagnia del fiume Adige. Anche lungo questo percorso non mancano chiese e monumenti impregnati di fede che non smettono di sorprendere i pellegrini. A Rivoli Veronese ho alloggiato alla https://locandaalmuseo.it/ assolutamente consigliato, dove ho anche cenato e goduto il meritato riposo.
E sì  Rivoli è davvero ventosissima.

TERZA TAPPA

RIVOLI VERONESE – SANTUARIO DELLA CORONA 15,5 KM

Il fiume Adige è ormai lontano, è tempo di salita e questa è sicuramente la tappa più impegnativa. Però la salita è dolce e le strade facilmente percorribili, è un itinerario consentito a tutti e permette di raggiungere il santuario in circa 5 ore di cammino.
E poi mentre percorri gli ultimi metri a un certo punto lo vedi, anzi è lui che vede te: il Santuario della Madonna della Corona,https://www.madonnadellacorona.it/ luogo di silenzio e di meditazione, un gioiello incastonato nella montagna sospeso tra cielo e terra, celato nel cuore delle rocce del Monte Baldo e io fatico a credere che possa essere soltanto opera umana.

Appena varco la soglia della chiesa, è come se qualcuno mi dicesse:
“Ce ne hai messo di tempo ad arrivare, ma finalmente sei qui”.
Si sono qui ho pensato.
Sono qui e non vorrei essere altrove.

“Davvero, dovrei raccontare queste cose?
Queste sono cose che non si raccontano,
cose assai semplici, che occorre aver vissuto in prima persona” 

Durante il ritorno a casa il cuore si è fatto più leggero.
Il corpo è affaticato, ma sfidare i miei limiti è qualcosa a cui non riesco a rinunciare, perché mi fa sentire incredibilmente viva e felice di esserlo.
Questi cammini mi impongono di guardarmi dentro, chiedermi chi sono, dove sto andando e qual è il senso della mia storia su questa terra.
E’ difficile porsi queste domande nella faticosa quotidianità che affrontiamo giorno dopo giorno, ma ritagliarsi una piccola fuga non solo dal luogo nel quale viviamo, ma anche e soprattutto dai nostri pensieri più esigenti che richiedono di continuo soluzioni e strategie per stare dentro questo mondo cosi complicato che fa tanta paura, ci costringe a fare spazio a pensieri belli, nobili, gentili e generosi.

Questa estate già avanzata regala giornate più lunghe, tempo in più che sarebbe un peccato buttare. Ritagliatevene un po’, anzi andatevelo a prendere, rubatelo, pretendetelo.
Perché ve lo meritate.
Siate le prime a crederci e piano piano ci crederanno anche gli altri.
Vi abbraccio.
A prestissimo con altre belle novità.

E se avete voglia di raccontarmi cosa ne fate del tempo rubato, io non vedo l’ora di leggervi.

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Tradire, un po’ come morire ma anche rinascere

Erano mesi che mi trascinavo una brutta cervicale.

All’inizio l’ho ignorata, poi trascurata, poi subita e solo quando mi sono resa conto che se non l’avessi accettata e curata non mi avrebbe dato tregua, mi sono arresa.

E così tra un antidolorifico e un antiinfiammatorio, qualche seduta di fisioterapia e una mezza dozzina di cuscini per capire quale fosse il più adatto, ho cercato di venirne fuori.

Poi la mia amica Alfonsa mi ha parlato della ginnastica posturale e ho pensato: “Perché no?”

La ginnastica posturale è un insieme di esercizi che hanno lo scopo di migliorare la postura, ma anche la mobilità ed è molto efficace per la gestione di dolori articolari e muscolari. Insomma un modo per prenderci un po’ cura del nostro corpo con dolcezza.

Devo ammettere che ho iniziato solo da qualche settimana ma sento già i benefici, la nostra insegnante Evelina è molta brava, attenta e rispettosa dei tempi e delle difficoltà di ciascuno partecipante e il gruppo è davvero accogliente 🥰🥰

Insomma fino a qui tutto bene.

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