“La sorellanza è un patto sociale, etico ed emotivo costruito tra donne. Prima di tutto è sapere che insieme si è più forti, che l’emancipazione è possibile solo creando forti alleanze, trattandosi come sorelle”.
Arriva da lontano questa parola magica che racconta della cura che le donne si prendono l’una dell’altra quando il vivere diventa impegnativo e la paura di non farcela spaventa e preoccupa un po’.
Custodisce la profonda, confortante certezza che non si è mai sole, soprattutto quando si ha il desiderio di cercare di raggiungere un obiettivo.
Non è soltanto un’occasione di chiacchiere e risate.
E’ molto di più.
La sorellanza vola sopra ogni differenza di età, colore, religione e condizione sociale, si nutre di coraggio e di fiducia e cade a pioggia laddove i cuori ne invocano l’urgenza.
Accarezza, lenisce, rafforza, sprigiona di continuo un bene che toglie il fiato talmente la sua potenza è smisurata e inesauribile.
Tuttavia non è un diritto acquisito.
La sorellanza si edifica e si fortifica lungo gli anni, elargendo senza risparmiarsi pazienza, fiducia, incoraggiamento, è come tessere una rete comoda e robusta, pronta ad accogliere chi sta camminando sopra un filo e non è sicuro di potercela fare a rimanere in equilibrio.
Il coraggio di raccontarsi confidando segreti e fragilità, di offrire e domandare fiducia, di stringere alleanze e promesse ci rende fili di quella rete preziosa capace di sostenere nel momento del bisogno.
Arriva in alcuni momenti della nostra vita, il bisogno di fare parte di una sorellanza.
Quando avevo i figli piccoli, ho fatto parte per anni di un forum chiamato “un salotto per allattare”, dove si iscrivevano mamme come me, che a volte si sentivano inadeguate, imperfette e desideravano condividere la loro fatica con chi stava percorrendo il loro stesso impegnativo cammino. Conservo un bellissimo ricordo di quel periodo e sento ancora oggi queste amiche che mi hanno più volte ascoltata, incoraggiata e mai giudicata.
Anche durante il lungo percorso scolastico dei miei figli, ho sentito il bisogno assieme ad altre mamme di creare una sorellanza che ci ha permesso di raggiungere tanti obiettivi operando cambiamenti importanti che hanno migliorato la qualità della vita nella scuola.
Durante questi tre mesi quando mi sono ritrovata a camminare sopra quel filo sottile e il rischio di cadere si è fatto più volte inquietante e spaventoso, quando faticavo a trovare un senso a ciò che mi era accaduto, la sorellanza mi è venuta incontro, stendendo sotto di me quella rete che mi ha impedito di precipitare.
Non c’è stato giorno durante il quale io non abbia sentito forte la vicinanza di tutte le amiche che ho incontrato lungo la mia vita.
Ciascuna a modo suo, ha trovato il modo di lavare via il mio dolore spesso accettando con fatica ma con rispetto, di rimanere a un passo da me.
Priva di questo stato di sorellanza, io non potrei vivere.
E siccome abbiamo parlato di amiche, prima che la bella stagione ci lasci, vi sorprendo nonostante la giornata un po’ uggiosa, con la ricetta di un gelato buonissimo, che mi ha mandato la mia amica Nicoletta.
IL GELATO DELLA SORELLANZA
Dedicato a Laura, bravissima e paziente a montare uova e panna in modo perfetto
5 uova
500 grammi di panna da montare (vegetale è comoda perché già zuccherata)
5 cucchiai di zucchero
In tre ciotole diverse, montiamo a neve gli albumi, i tuorli con lo zucchero e la panna che deve essere appena tolta dal frigo.
A questo punto uniamo tutti e tre gli ingredienti e otteniamo così la base per il nostro gelato.
Dividiamo l’impasto a seconda di quanti gusti desideriamo preparare.
Ecco alcuni suggerimenti:
- Aggiungere circa 15 amaretti e un cucchiaio di liquore all’amaretto
- Aggiungere un cucchiaio di limoncello
- Aggiungere una tavoletta di cioccolato del gusto che preferite, sciolto con un goccio di latte nel microonde o a bagnomaria.
Naturalmente attendo con impazienza le vostre golose versioni.
Versare il gelato nei contenitori e riponete in freezer almeno un paio d’ore.
Toglietelo 10 minuti prima di consumarlo.


Raccontate, se ne avete, le vostre storie di sorellanza.
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