Mi piace celebrare il sabato sera con un impasto: pizza, focaccia, piadina (ormai l’avrete capito!) così come amo preparare il dolce della domenica.
Sono rituali che mi accompagnano da sempre, creati con cura negli anni per rendere speciale il week end, per alleggerirlo dalla fatica settimanale che ciascuno di noi si porta appresso.
Ho imparato che anche attraverso la cucina possiamo raccontare alla nostra famiglia il bene che ci lega, possiamo prenderci cura di ciascuno di loro e se non riusciamo a raggiungere i loro pensieri, almeno possiamo arrivare allo stomaco e riempirlo di cose buone e appetitose 😋 .
E così ieri sera ho preparato la focaccia, e che focaccia! Vi giro la ricetta perché possiate sperimentare il sapore e la fragranza di questo alimento squisito e portare allegria a tavola 🥳 🥳 .
- 280 gr di semola di grano duro
- 200 gr di farina manitoba (o farina 0)
- 1 bustina di lievita di birra ( o un panetto)
- 310 ml di acqua tiepida
- 3 cucchiaini e mezzo di sale
- 2 cucchiaini di zucchero
- 3 cucchiaini e mezzo di sale fino
- due cucchiai di olio extravergine d’oliva (in più altro per ungere la superficie)
- Se avete la macchina del pane sapete come fare: prima acqua e olio, poi le farine, il sale, lo zucchero e il lievito. Programma impasto. Al termine lasciate lievitare ancora mezz’ora prima di toglierlo dalla macchina. Se non l’avete per prima cosa vi consiglio di sciogliere il lievito nell’acqua tiepida. Mettete le farine sulla spianatoia, aggiungete il sale e lo zucchero, i due cucchiai d’olio e poi l’acqua con il lievito sciolto. Impastate fino a quando l’acqua sarà del tutto assorbita. Riponete l’impasto che deve risultare un po’ appiccicoso, in una ciotola, ricopritelo con un canovaccio e lasciatelo lievitare per un paio di ore. Al termine ungete la teglia (io uso la carta forno ma in realtà stendere l’impasto sulla teglia unta d’olio sarebbe meglio) e stendete l’impasto con le mani (mi raccomando non con il mattarello!) lasciandolo poi riposare ancora 20/30 minuti. Nel frattempo preparate un’emulsione con acqua e olio e un pizzico di sale e prima di stenderla sulla superficie, fate i classici buchi con i polpastrelli. Non preoccupatevi se sembra tanto bagnata perché deve essere proprio così prima della cottura. Salate in superficie con sale grosso (senza esagerare!) e infornate a 220° per circa 20 minuti. Quando la toglierete dal forno, bagnate ancora la superficie con altra emulsione, vedrete che si assorbirà subito.
- VARIANTE: prima di infornarla potete aggiungere quello che più vi piace, io ho messo della cipolla rossa rosolata con un po’ di olio, sale e zucchero di canna, qualche pomodorino tagliato a spicchi e della fontina.
- Vedrete che risultato strepitoso!




Naturalmente aspetto di vedere le vostre produzioni che come sempre potete postare qui sulla pagina facebook di comodamentesedute
“Ma tu guarda che focaccia di carattere ho preparato!” ho pensato mentre la farcivo “ha rischiato di fare brutta figura accogliendo su di sé tre ingredienti così diversi tra loro, ma in realtà ha fatto bene, perché l’hanno resa più ricca e squisita”.
A chi non farebbe piacere qualche volta sentirsi definire una persona di carattere, forte, decisa, con le tasche piene di certezze anziché di dubbi?
Ma cosa significa in realtà avere carattere?
E cos’è il carattere?
L’etimologia della parola carattere deriva dal greco charasso,
verbo che significa scolpire, forgiare, incidere, imprimere.
Siamo abituati a pensare che sia qualcosa che ci portiamo dentro dalla nascita e quando di fronte agli altri emerge il lato spigoloso, ci nascondiamo dietro qualche scusa dicendo: “E’ il mio carattere, sono fatta così non posso cambiare” pensando in quel modo di convincere di questa cosa gli altri ma soprattutto noi stesse.
Invece il carattere ce lo costruiamo giorno per giorno, perché
Carattere
“è l’insieme delle strategie di sopravvivenza
che ogni individuo apprende con l’esperienza dal momento della nascita“.
E’ il risultato di tutte le scelte consapevoli o meno che abbiamo compiuto da quando siamo venute al mondo.
Scelte giuste, sbagliate, coraggiose, di comodo, generose, ma sempre scelte per le quali a volte abbiamo pagato un prezzo alto: la scelta di lasciare qualcuno ci ha portato solitudine, la scelta di amare qualcuno ci ha portato gioia, la scelta di avere un figlio ci ha colmato di responsabilità, la scelta di tenere o lasciare un lavoro ci ha portato dubbi.
Ma è proprio così, come per la costruzione di una casa di Lego: ogni giorno abbiamo aggiunto un mattoncino fino a diventare quelle che siamo: scolpite, forgiate, incise. E non importa se non siamo sicure, determinate, risolute, perché qualunque tipo di donna siamo diventate, è il risultato di tanto lavoro compiuto su noi stesse.
Perciò se vi dicono che avete un bel carattere, un brutto carattere, un carattere forte o debole, siatene sempre e comunque fiere, perché non vi è stato dato in dono, ma è tutta opera vostra.
Una splendida opera oserei dire.
Forse il segreto è proprio questo: credere un po’ di più in noi stesse, nelle nostre scelte, pensare che dopo averle compiute, giuste o sbagliate che siano, siamo diventate più brave a stare dentro questo mondo complicato, ma soprattutto saremo più preparate ad affrontare quelle che ancora arriveranno.
Ogni giorno da quando mio marito è mancato ho dovuto compiere tante scelte, ma pur correndo il rischio di sbagliare, ho deciso di ascoltare prima di tutto me stessa e di fidarmi del mio giudizio, perché è questo l’unico modo in cui voglio continuare a vivere.
Spero amore mio, che tu sia fiero di me.
Vi auguro come sempre una splendida domenica per fortuna senza pioggia, e naturalmente se non volete perdere nemmeno un articolo di questo blog, potete iscrivervi cliccando QUI,
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Che belle parole, grazie. Anche io come dici ho sempre risposto che il mio carattere eh sì è così che piaccia o meno ma in realtà non ci avevo mai riflettuto. Ora comincerò grazie a te e magari riuscirò a smussare qualcosa o forse no ma di sicuro continuerò anche io a impastare 😉
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Ciao Silvia, smussare va bene con parsimonia eh?
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ciao Giovanna, mi fanno riflettere le tue parole. Io a detta degli altri, e lo riconosco, ho un brutto carattere. Le persone o mi amano molto o non piaccio loro e prevale soprattutto la seconda ipotesi. Ovviamente mi sono chiesta il perchè, sono ipercritica nei miei confronti, e ho dovuto imparare ad accettare la cosa. Ecco ascolto molto me stessa, anche gli altri ma non quando vedo che ci sono secondi fini. Amo la trasparenza, che è una dote rara oggigiorno. Sono molto irascibile e faccio fatica a giungere a compromessi. Quindi, mi dico, pochi ma buoni. A volte dovrei avere modalità diciamo più morbide. Ma la vita qui mi ha portato. Comunque non so se conosci questa storiella, che mi viene sempre in mente e che ovviamente vale nei due sensi, per chi agisce e per chi subisce.
“C’era una volta un ragazzo con un brutto carattere…
Suo padre gli diede un sacchetto di chiodi e gli disse di piantarne uno nello steccato del giardino ogni volta che avesse perso la pazienza e litigato con qualcuno.
Il primo giorno il ragazzo piantò 37 chiodi nello steccato. Nelle settimane seguenti, imparò a controllarsi e il numero di chiodi piantati nello steccato diminuì giorno per giorno: aveva scoperto che era più facile controllarsi che piantare chiodi.
Finalmente arrivò un giorno in cui il ragazzo non piantò alcun chiodo nello steccato. Allora andò dal padre e gli disse che per quel giorno non aveva piantato alcun chiodo. Il padre gli disse: leva un chiodo nello steccato del giardino per ogni giorno che non perderai la pazienza e non litigherai con qualcuno.
I giorni passarono e finalmente il ragazzo potè dire al padre che aveva levato tutti i chiodi dallo steccato. Il padre portò il ragazzo davanti allo steccato e gli disse: figlio mio, ti sei comportato bene ma guarda quanti buchi ci sono nello steccato. Lo steccato non sarà mai più come prima. Quando litighi con qualcuno e gli dici qualcosa di brutto, gli lascia una ferita come queste. Puoi piantare un coltello in un uomo, e poi levarlo, ma rimarrà sempre una ferita, non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà.”
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Patty bellissima questa storia non la conoscevo grazie davvero! P.S. non ci credo che hai un brutto carattere.
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ciao
grazie per le tue belle parole … ogni giorno un mattoncino lego per costruire sé stessi e la cerchia intorno a noi … grazie da meditare e riflettere psicologicamente, quali mattoncini ho messo? quali mi mancano per costruire la mia bella casa?
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Ciao Sr. Mariadoria, si sono pensieri che dovremmo sempre mettere in conto…
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Mi sono imbattuta nella vera definizione di carattere quando mi sono documentata e informata quando sono diventata madre per la prima volta. Il mio primogenito mi ha infatti dato filo da torcere e ho impiegato tempo a capire ed accettare la sua indole naturale che è cosa diversa dal carattere che via via si forma con gli anni. Non è facile capire che ogni figlio è come è e non come l’avevamo immaginato. Ora ha già 13 anni ma ci sto ancora lavorando!
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Federica, è molto bello quello che hai scritto. Non hai dato per scontate molte cose: che i nostri figli non sono noi, non sono come vorremmo che fossero, che hanno il loro carattere e noi possiamo fare ben poco per cambiarlo. Ti penso come una mamma in gamba.
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Le tue riflessioni sono sempre interessanti, grazie! E tu devi avere un gran bel carattere, in realtà, e tanta forza. Un grande abbraccio.
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Grazie Rossella!
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Cara Gio’, il carattere ossia “è l’insieme delle strategie di sopravvivenza
che ogni individuo apprende con l’esperienza dal momento della nascita” anche io non ci avevo riflettuto sul significato!!!! be’ sicuramente condivido la spiegazione…..e non mi soffermo sul mio carattere, sono in continuo “sviluppo” 🙂 !!! Invece volevo dirti che ultimamente anche io sto “proponendo” , visto anche il tanto tempo passato in casa, la “serata pizza ” (la domenica sera) …..si impasta rilassandosi, con il mio bimbo grande che vuole fare lo chef , ogni settimana stiamo migliorando l’impasto, domenica abbiamo provato le famose “pieghe” che hanno reso la pizza piu’ alta e digeribile……e sono felice, è bellissimo poi mentre ceniamo vedere la soddisfazione nei suoi occhi, mentre si gode le ns piccole conquiste culinarie 😉 …..e quindi ti copierò volentieri la ricettina anche per la focaccia !!!! ti abbraccio forte!!!!!
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Ciao Gessi mi mancavi 🙂
Raccontami per bene cosa sono queste pieghe che sperimento anch’io! Che bello un cucciolo che ama cucinare, coltiva questo dono mi raccomando, poi ti tornerà utile;)
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GIO’….:-) !!! Le “pieghe” di rinforzo, le ho copiate da una ricettina trovata on line di “Bongi” il mitico cuoco esperto di impasti che vedevo sempre alla “Prova del cuoco”. Recupero il link e te lo invio!!!!! buona giornata!!!!!
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