I CONTENUTI DEL MIO BLOG: CONCORSI LETTERARI
Terza classificata
Concorso letterario Montagne d’Argento Casa editrice Keltia
Aosta 2003
Dedicato
a chi ha un cane ,
a chi non ce l’ha ma lo vorrebbe tanto avere,
e a chi l’ha avuto e non trova più il coraggio di averne un altro.
Caro diario,
il Ferragosto dell’anno 2000 fu veramente memorabile, ma quello successivo lo fu ancora di più.
Mi ero da poco affacciato alla vita e godevo ampiamente di quell’incantevole trattamento riservato a tutti i cuccioli del mondo: nutrirmi teneramente affondato nelle morbide pieghe di pelo della mia mamma.
Dopo un paio di mesi circa, appunto il primo Ferragosto della mia breve vita, giunse al canile una cucciola d’uomo accompagnata dal suo papà, in cerca di un tipo speciale come me. E scelse me, appunto. Fu amore a prima vista: solo più tardi compresi che ero stato scelto come regalo di compleanno e per giunta in sostituzione di un cane di peluche logoro e distrutto.
Mi diedi subito da fare come mi aveva raccomandato la mamma: scodinzolare felice, leccare loro mani e faccia, abbaiare di gioia e saltellare in cerca di una carezza: l’effetto fu immediato: padre e figlia si innamorarono di me. E cosi, entrai trionfante a far parte della mia nuova famiglia adottiva.
Cosa dire, certo non fu esattamente come mi aspettavo…il trattamento era ottimo: vitto e alloggio tra i migliori, la mia morbida cuccia imbottita mi accoglieva per i miei lunghi pisolini pomeridiani, e il cibo…beh quello era veramente una delizia, ogni giorno uscivano da quelle scatolette sapori nuovi e speciali, ma presto mi resi conto che mi mancava la cosa più importante: un compagno di giochi.
La mia padroncina non aveva mai tempo da dedicarmi: sentivo parlare di scuola, di palestra, di musica, inglese, nuoto, tutte parole che in qualche modo mi allontanavano da lei, per non parlare poi dei miei padroni: assenti dalla mattina alla sera.
La noia mi attanagliava la vita, ma col tempo mi abituai a contenere il mio entusiasmo convinto in ogni caso della mia grande fortuna.
Un anno trascorse veloce. Poi una mattina compresi che nell’aria c’era qualcosa di strano: fervevano i preparativi per le vacanze.
Evviva!
Finalmente si sarebbero dedicati a me: già pregustavo lunghe passeggiate in spiaggia o nei boschi o chissà dove e meravigliose scorribande a catturare palle e bastoni da riportare alla mia padroncina!
Presto giunse il momento di partire: mi sistemai comodamente nel bagagliaio dell’auto e schiacciai il primo pisolino della mia vacanza.
Procedevamo a buona velocità quando all’improvviso l’auto si fermò e il mio padrone mi fece scendere.
“Ci siamo” pensai “ è il momento del bisognino”. Ma mi sbagliavo enormemente.
Una volta sceso dall’auto accadde l’irreparabile: l’auto ripartì a gran velocità lasciandomi esattamente dov’ero e subito compresi di essere stato abbandonato.
Conoscevo bene questa storia: al canile arrivavano di continuo cani abbandonati da padroni desiderosi di trascorrere vacanze tranquille, ma mai mi sarei aspettato di fare la stessa fine.
Vi dico la verità, ho sentito il cuore scoppiare dal grande dispiacere.
Preso dalla disperazione e soprattutto rifiutandomi di accettare la realtà, feci la cosa peggiore che potessi fare: mi misi all’inseguimento dell’auto e naturalmente la mia folle rincorsa terminò quando un’altra auto mi urtò con violenza facendomi volare lungo la strada.
“Ecco questa è la fine” pensai con disperazione.
Subito l’auto si fermò e mi ritrovai circondato da faccini di bimbi e da due adulti.
“Un’altra famiglia in partenza per le vacanze” pensai ”adesso mi butteranno in un fosso”.
Per fortuna però non andò esattamente così.
In quel caldissimo giorno di Ferragosto, mi accompagnarono da un veterinario che si prese cura di me.
Nel giro di una settimana mi ripresi fisicamente, ma ero talmente triste da non riuscire più nemmeno a mangiare.
Cosa avrei fatto una volta uscito da lì?
Sapevo che ci sarebbe stato di nuovo il canile ad attendermi.
Invece quel giorno ho imparato che non bisogna mai perdere la speranza e che la vita qualche volta riserva anche belle sorprese.
La mattina in cui il veterinario dichiarò che ero guarito, indovinate un po’? La famiglia che mi aveva investito e poi tratto in salvo, tornò a riprendermi per adottarmi: avevo trovato una nuova casa.
Certo ad accogliermi non c’erano né cucce lussuose, né cibo prelibato, anzi dovevo dividere tutto quanto con altri due cani, ma tutto sommato ero molto felice, perché finalmente avevo trovato quello che ogni cucciolo cerca: affetto, compagni di gioco, coccole, insomma una nuova meravigliosa famiglia che mi voleva bene e che sono certo non mi avrebbe più abbandonato.
Sì quello del 2001 fu veramente un Ferragosto memorabile.
Il cane ha un solo scopo nella vita: donare il suo cuore.
Joe Randolph Ackerley
Complimenti Giovanna per la posizione ottenuta al concorso letterario con questa bellissima storia….qs sera la leggo alle mie nipotine!! 😊 buone vacanze ti auguro siano giorni sereni!!
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Francesca cara ricambio di vero cuore!
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