Diario di bordo di un piccolo uomo di mare

I CONTENUTI DEL MIO BLOG: CONCORSI LETTERARI

Premio letterario Montagne d’Argento “Appunti di viaggio” Novembre 2004

Dedicata al piccolo Lodovico,
che ha affrontato un lungo e impegnativo viaggio per raggiungere mamma e papà,
perché cresca con la meravigliosa certezza che ne è valsa incredibilmente la pena.

Con amore prozia Giò

Sto per intraprendere il viaggio più emozionante della mia vita, l’unico, a dire il vero, che mi sia consentito compiere da solo, nonostante la mia giovane età.

Esisto da pochissimi istanti, ho l’aspetto di un piccolo bozzolo informe e una gran confusione in testa, ma i miei progetti sono ambiziosi, perchè questo viaggio mi porterà a raggiungere la più straordinaria delle mete: diventare un uomo.

Scrivo questo diario per tutti coloro che desidereranno un po’ meglio comprendere questo evento che si svolge proprio qui, a bordo di questa imbarcazione con un nome veramente speciale: si chiama mamma ed io sono il piccolo uomo di mare che la condurrà in porto.

MESE PRIMO

Sono in viaggio da pochi giorni e già devo affrontare la grande impresa di rimanere saldamente aggrappato al timone; accidenti, è come trovarsi dentro una tempesta…le onde mi assalgono, il vento mi sferza la pelle…devo resistere, sono piccolo ma possiedo una grande forza: l’immenso desiderio di vivere che ogni essere umano si porta in tasca dall’eternità.

MESE SECONDO

Ho un cuore che batte, lo sento…scandisce il tempo e mi regala un po’ di compagnia…finché lo potrò udire, non avrò nulla di cui temere…

MESE TERZO

Il viaggio procede bene, ma accadono strani eventi: il mio corpo, innanzitutto sta mutando: non sono più un bozzolo informe, sono diventato un bambino, ho due occhi, una bocca, due minuscole orecchie e persino un naso: quando mi arrabbio, riesco a corrugare la fronte, e quando sono felice, sorrido. Possiedo anche due mani, ciascuna con ben cinque dita, il pollice è il mio preferito, nei momenti di solitudine è il mio rifugio segreto, mi fa pensare alla mamma.

A volte riesco persino a fare capriole e mi sorprendo a sorridere di me stesso…mi domando se anche da grande troverò questo coraggio di prendermi un po’ in giro…chissà se la vita sarà troppo severa con me oppure mi lascerà un po’ di spazio per giocare e divertirmi.

MESE QUARTO

La rotta è  tracciata, il mare è tranquillo. A volte mi avventuro sul ponte per respirare una boccata d’aria. E’stata calata una corda dal nome complicato, per i più arditi (forse io non lo sono?): cordone ombelicale…quando voglio osare mi aggrappo e spicco il volo…splendido, infinito. Ah volare! Farà parte della mia storia?

MESE QUINTO

A volte accade un fatto che ha dell’incredibile: riesco a udire la sua voce, la voce  limpida, meravigliosa, inconfondibile della mia mamma, che si rivolge a me parlandomi con una dolcezza  che non ha eguali: mi racconta la bellezza del mondo ed io rimango in ascolto fino al calare della notte, sognando un cielo trapuntato di stelle e una sottile brezza di primavera di una tale intensità, da togliermi il respiro.

MESE SESTO

Dicono che i sogni di chi naviga siano bizzarri.

Io stanotte ho sognato una grande mano che si apriva per accogliermi e poi adagio mi  deponeva tra le braccia di una bellissima signora …

Mi sono svegliato all’improvviso e subito ho compreso…se mi trovo qui, è perchè Qualcuno ha fortemente desiderato che io ci fossi …non posso sprecare questa occasione…l’avventura continua, giungerò a destinazione qualunque sia il prezzo da pagare e nessuno resterà deluso.

MESE SETTIMO

Cattiva compagna di viaggio la solitudine. Per la prima volta da quando sono partito ho tanta paura e mi sento solo.

E’ come se questa nave  fosse improvvisamente divenuta troppo piccola per ospitarmi…fatico a compiere anche i movimenti più banali…ho bisogno di sgranchirmi le gambe, non riesco più a fare capovolte…non c’è bussola, il timone non risponde…forse sto andando alla deriva…spero che qualcuno si occupi di me fino alla fine, perché non sono più tanto sicuro di farcela. Mamma dove sei?

MESE OTTAVO

Avevo promesso a me stesso che non avrei  perso la calma e invece come un bambino ( quale effettivamente sono) mi sono lasciato prendere dal panico. Però ho scoperto che c’è un’altra persona importante che mi attende sulla soglia della vita: mio padre, anche per lui stringerò i denti e proseguirò questo viaggio fino in fondo, così che al nostro appuntamento, vedendomi, possa dirsi fiero di me.

MESE NONO

Ci siamo, il mare è di nuovo in tempesta…Questa volta non ho scelta, devo abbandonare la nave e non ci sono scialuppe. Posso soltanto scivolare verso la meta augurandomi che in fondo ci siano due forti braccia pronte ad accogliermi…ecco mi pare di scorgere una luce, qualcuno mi chiama…ormai non c’è più tempo per terminare questa pagina di diario, sto per nascere ed è l’unica cosa che conta.

EPILOGO

L’avventura è terminata. Ora ne comincia una nuova, se possibile, ancora più affascinante, perchè mi condurrà alla scoperta di altri esseri umani come me.

Mi sarà richiesto ancora grande impegno, lo so, soprattutto nella più sublime e difficile delle arti: quella di amare.

Ma  stavolta il piccolo uomo di mare non sarà più solo ad affrontare tutto questo.

4 pensieri su “Diario di bordo di un piccolo uomo di mare

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