La canzone di Baglioni mi tiene compagnia in questa vigilia di Natale.
Sfioro il ventre e sorrido nonostante mi tornino alla mente momenti tristi. Fatico a ricordare, ma voglio affrontare i fantasmi del mio passato una volta per tutte, guardare avanti e ricominciare.
E’ trascorso un anno da quando sono scappata da Francesco, un anno della mia vita che mai più ritornerà.
Anche allora nevicava ma io avevo il cuore a pezzi, Dio quanto ho pianto quella notte, forse non avrò più lacrime per il resto della mia vita.
Francesco è un musicista, l’avevo conosciuto ad un concerto: si dimostrò subito affascinante, premuroso, gentile, un po’ strano anche, ma di quella stranezza un po’ tipica dei musicisti che ti intriga e che vorresti assolutamente conoscere. Abbiamo cominciato ad uscire insieme, lui mi adulava, tanti complimenti, attenzioni galanti come non ne avevo mai ricevute prima, ci siamo innamorati da perderci e dopo sei mesi mi ha chiesto di sposarlo.
Lo so, una follia, ma quando ami vivi di follie e te ne vorresti nutrire per sempre:
La scorsa domenica sono andata a Milano a trovare una cara persona che sta attraversando un momento difficile e doloroso😔😔.
Nonostante conosca Milano molto bene e l’esperienza negli anni mi abbia insegnato a muovermi sui mezzi senza abbassare la guardia, a quanto pare ho ancora tanto da imparare perché mi hanno rubato il portafoglio 😭😭.
Non è la prima volta che mi capita di essere derubata, sempre a Milano e sempre sui mezzi mi era già accaduto diversi anni fa, ma mi sono resa conto che non ci si abitua mai a questo genere di cose.
Quando mi sono accorta di ciò che era accaduto ho provato un fortissimo senso di smarrimento.
Anche se di breve durata, la sensazione che si prova di impotenza, solitudine, ma soprattutto umiliazione, è indescrivibile. Ritrovarsi in un luogo così affollato senza documenti né soldi genera uno strato di sottile ansia e vi garantisco che non è facile scrollarsela di dosso.
E’ stato come se improvvisamente seppure per un breve lasso di tempo, avessi smesso di essere me stessa.
Un ladro non ti ruba soltanto un portafoglio, ma molto di più.
Ti rende diffidente verso il prossimo, e timoroso, e incredibilmente vulnerabile. Cambia il tuo sguardo sulle persone e serve molto tempo per riacquistare una sorta di equilibrio.
Forse ti insegna anche a essere più accorto (non a me), ma pagando un prezzo veramente caro.
Dopo lo sconforto è sopraggiunta la frustrazione, al solo pensiero della quantità di tempo che avrei dovuto spendere per richiedere tutti i duplicati dei documenti e sporgere denuncia.
Tuttavia, sapete bene che io amo i bicchieri mezzi pieni.
E quindi voglio raccontarvi anche un altro aspetto di questa vicenda, un aspetto che ha a che fare con le brave persone.
Nei giorni seguenti ho richiesto il blocco della carta di credito e la mia amica Cristina ha reso tutto molto più sbrigativo e semplice di quanto non credessi.
Per non parlare delle commesse dell’Esselunga e di Arca Planet, che mi hanno dedicato buona parte del loro tempo per farmi duplicati delle tessere.
Quando poi mi sono decisa a sporgere denuncia, e mi sono recata dai Carabinieri, ho trovato un Appuntato comprensivo e gentile.
Ma la certezza che al mondo alla fine ci sono molte più brave persone che gente disonesta, l’ho avuta ieri mattina, quando ho ricevuto una telefonata dal signor Giuliano che mi comunicava di aver ritrovato il mio portafoglio sotto la sua auto.
Non posso descrivervi la gioia e il sollievo provati in quel momento, ma credo riusciate a immaginarla.
Così ieri sono tornata a Milano a riprenderlo e ho conosciuto anche la moglie del signor Giuliano, altra persona squisita che mi ha accolta con un tale affetto, da rasentare la commozione.
Insomma, tutto è bene quel che finisce bene, e quindi volevo dire al ladruncolo che si è preso il mio portafoglio che non ce l’ha fatta nemmeno questa volta a farmi perdere la fiducia nel genere umano, perché ci hanno pensato tutte le splendide persone che ho incontrato lungo la settimana a dimostrami che alla fine il bene vince su tutto.
E siccome voglio chiudere questo articolo con una nota di dolcezza, visto il titolo, vi giro la ricetta di una torta buonissima che ho realizzato per festeggiare la felice conclusione di questa vicenda.
Sto parlando della torta paradiso, una delle mie preferite, delicata, profumata e perfetta per la colazione del mattino e il te del pomeriggio.
Vi giro gli ingredienti ma per il procedimento vi invito a seguire il video di questa ragazza stra-simpatica perché è pieno zeppo di accorgimenti importanti per realizzare una torta veramente squisita
TORTA PARADISO 100gr burro morbido, tolto dal frigo almeno due ore prima di preparare la torta 180gr zucchero 4 uova a temperatura ambiente buccia grattugiata di un limone non trattato un cucchiaino (5ml) estratto di vaniglia 80gr fecola di patate o amido di mais 200gr farina 00 una bustina (16gr) di lievito per dolci un pizzico di sale zucchero a velo vanigliato per decorare Cottura 180°C | 40 minuti, ripiano centrale.
Per quanto scavi dentro la mia memoria, faccio fatica a ricordare un pranzo della mia vita in cui non sia stata seduta a tavola con i miei nonni.
Loro ci sono sempre stati, dentro la mia infanzia, la mia adolescenza e ancora oggi che ho diciotto anni compiuti, non vado a dormire se prima non sono salita da loro per un saluto. Sono i genitori della mia mamma, e abitano sopra di noi da sempre, anzi, noi abitiamo sotto di loro, perché quando si sono sposati i miei genitori, i nonni hanno fatto alzare il tetto della casa e ricavato un piccolo appartamento per lasciare a loro la casa più grande.
Per i miei genitori è stata una grande fortuna poter contare sui nonni, la mamma mi racconta sempre che per ogni cosa ci sono sempre stati.
Quando partivamo per le vacanze non c’era nemmeno il problema di chiudere casa, perché la nonna scendeva, la ripuliva per bene e al nostro ritorno trovavamo sempre profumo di pulito e frutta fresca sul tavolo.
E’ stata semplice e meravigliosa la vita con i nonni.