Ai tempi del coronavirus.
Donne che sono figlie, alle prese con genitori anziani, che nella migliore delle storie, fanno a pugni con la loro testardaggine e la loro indipendenza.
Donne che sono mogli, di mariti che all’inizio non erano mica così e chissà quand’è che si sono trasformati. Donne che sognavano soltanto di invecchiare in loro compagnia, ma qualcosa si è spezzato e l’amore è finito ancora prima di cominciare.
Donne che sono madri che d’improvviso si ritrovano a dover prendere il posto di insegnanti, allenatrici, baby sitter, madri a tempo pieno che non hanno ancora deciso se ci stanno bene dentro a quel ruolo, dove tocca inventare giochi, passatempi, merende e storie, rubando tempo al lavoro, alla casa, a se stesse.
Cos’è che ci permette di andare avanti nonostante i giorni intrisi di fatica?
La pazienza delle donne attinge da un serbatoio inesauribile ed è la salvezza di chi le circonda, di chi non può vivere senza di lei, nonostante tutto.
E non è vero che la pazienza ha un limite, perché quel limite lì, lo spostiamo ogni volta un poco più in là, se serve.
Si chiama amore.
cara Gigui sei troppo forte ho letto tutto !!! bravissima come sempre !!!!
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Grazie Lella,sempre un tesoro!
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