Non so se vi è mai capitato, visitando un museo, di trovarvi di fronte ad un’opera talmente grande, che per poterne godere appieno la vista, siete state costrette a indietreggiare di qualche passo.
Soltanto in questo modo il dipinto si è mostrato in tutto il suo splendore e voi siete riuscite a coglierne il significato profondo.
Un anno fa ho perduto mio marito e con lui la nostra bellissima vita insieme.
È stato come trovarsi improvvisamente davanti a un faticoso sentiero di montagna, con uno zaino pesante sulle spalle, e nessuna intenzione, nessun desiderio di partire. Eppure, nonostante tutto, ho cominciato a camminare, e oggi se mi volto indietro vedo tante cose.
Vedo giorni in cui ho camminato speditamente nonostante il peso che mi portavo addosso, giorni in cui mi sono dovuta fermare perché la fatica della salita mi faceva scoppiare il cuore, giorni in cui non mi vergogno a dirlo, sono malamente caduta e ancor peggio ho rifiutato mani che volevano tirarmi su, perchè quelli lì, l’ho capito dopo, erano i giorni in cui ho dovuto lasciare che il dolore mi attraversasse senza sconti, per poi trovare il coraggio di rialzarmi.
Ho incontrato tante persone lungo il sentiero, qualcuno è riuscito a stare al mio passo, altri li ho perduti lungo la salita, altri ancora li ho incontrati per la prima volta e in ciascuno ho trovato conforto, sollievo e affetto.
Oggi che ho raggiunto la cima, però, ho scelto di starci da sola perchè è nella solitudine che mi sento più vicina a mio marito e perché avevo bisogno di celebrare questo giorno prendendo le distanze dalla quotidianità. Come per contemplare un dipinto, ho fatto qualche passo indietro e ho gettato uno sguardo alla mia vita guardandola nella sua ricchezza.
La vita splendida e felice che ho vissuto con mio marito, tesoro inestimabile che nessuno potrà mai portarmi via, la vita adesso, a suo modo profondamente generativa e piena, e la vita che verrà e alla quale vado incontro con fiducia e speranza.
In qualche modo sono arrivata in cima e mi sono presa il tempo di pensare a come mi sento.
Mi sento forte e fragile.
Mi sento fragile quando penso a un futuro che in qualche modo mi è stato sottratto, quando la mattina al mio risveglio allungo la mano e non ti trovo, quando corro a casa con una notizia meravigliosa da raccontarti e tu non sei lì ad accogliermi, quando qualcosa si rompe e devo accettare il fatto che per quanto mi impegni non la so aggiustare.
Ma poi mi sento incredibilmente forte quando racconto il mio dolore e riesco a farlo con serenità, quando ogni giorno trovo una valida ragione per alzarmi dal letto, quando capisco che da questa immensa perdita posso tirare fuori qualcosa di sorprendentemente utile e prezioso per me stessa e per chi incontro lungo il cammino, quando guardo i miei figli e ritrovo in ciascuno di loro la parte migliore di noi.
Il tempo del lutto è un tempo strano, intriso di un miscuglio di emozioni profonde e ricordi dolci e amari che come in una staffetta si danno il cambio repentinamente. E finché non lo avremo percorso tutto quanto, finché non saremo arrivati in cima per toccare con mano la sua intensità, chi ci è accanto dovrà necessariamente stare in attesa, pazientare, e semplicemente continuare ad amarci.
Quanto a noi, senza fretta, ma inesorabilmente spinti dalla prepotenza, dall’insolenza, dall’insistenza di questa vita, certamente faremo ritorno.
Profondamente grata alla Casa Paolo VI e a don Franco per avermi accolta con calore e gratuità.
Gio’ carissima, il tempo del lutto, il dolore, la vita che prepotente continua a chiamare, la riconoscenza di ciò che si è vissuto … ti abbraccio stretta stretta, commossa e vicina!
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Franci cara ti abbraccio anch’io
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Carissima Giovanna, ho il timore, intervenendo, di violare il tuo desiderio di solitudine ” in cima alla vetta”.
Nel tuo scritto non c’è retorica ,ma grande sincerità e coraggio dei propri sentimenti.
Non c’è disperazione ,ma dolore vissuto nel profondo.
Non c’è fatalismo, ma lo sforzo di accettare le lacrime ed il sollievo che portano con sé.
C’è amore per la vita, che emerge anche quando ci costringe a prove che mai avremmo immaginato di dover affrontare.
La tua forza e’ innata, ma e’ anche frutto della tua lunga unione con Davide e della bellissima famiglia che avete creato.
Ti auguro di cuore tutto il bene possibile.
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Ciao Luisa, che bello questo pensiero, ti ringrazio, sì credo anch’io che se sono quello che sono, lo devo anche a Davide, e al nostro cammino. Ti abbraccio di cuore.
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Complimenti per le bellissime parole introspettive che fanno intuire la presenza di una grande forza interiore che può sicuramente sovrastare l’apparente fragilità, indice di profonda sensibilità.
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parole struggenti che toccano il cuore .. un grande abbraccio e tanta stima per la tua presenza, ascolto di te e capacità di elaborazione
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Progetto Blog mi permette di conoscere in questi mesi molte persone straordinarie e sicuramente la tua voce struggente perfora il cuore. Un abbraccio
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Il tuo racconto mi hancommossa,non riesco a immaginare un possibile lutto ma per quel che può servire di sono vicina e stimo la tua fragile forza❤️
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Le tue parole mi hanno davvero toccato, hai saputo parlare di un argomento delicato e personale e ci hai permesso di entrare nelle tue emozioni, in punta di piedi. Grazie per averle condivise con noi. Un abbraccio ❤
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Carissima, il tuo racconto mi ha fatto mettere nei tuoi panni. Mi ha fatto immaginare come potrei reagire e vivere se fossi nella tua sitiazione. Anch’io ho un rapporto bellissimo con mio marito che vorrei fosse eterno. Ma so che tutto è precario, tutto può cambiare da un momento all’altro, e quasi mai ci sia arriva preparati. Fragiltà e forza: un equilibrio nella tempesta, la possibiità di raggiungere un punto fermo all’interno di un ciclone. Ecco, anch’io mi sono immaginata di vivere così il lutto. Grazie per i tuoi pensieri: mattersi nei panni degli altri è ciò che alimenta la mia anima di scrittrice.
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