Anche quest’anno è arrivato per me il momento di mettere la scrittura in stand by.
Non perché mi manchino le storie da raccontarvi amiche mie, o sia a corto di pensieri e riflessioni da condividere, anzi, mi trovo in un momento della mia vita in cui stanno accadendo tante cose, ci sono progetti da realizzare, cammini da percorrere, incontri preziosi di cui parlare.
Ma vi dico la verità, questo caldo mi ha veramente messa a dura prova e anche sedere davanti al PC per scrivere, è diventato faticoso.
Quindi mi prendo una pausa e vi do appuntamento a Settembre, dove spero di trovarvi ancora tutte quante, con il vostro affetto che non perdete occasione di dimostrarmi.
Vi invito a tornare a rileggere i contenuti già scritti se vi fa piacere e oggi, vi lascio con un post sulla stanchezza che avevo scritto tempo fa, perché rileggendolo mi sono ritrovata, ma soprattutto ho capito che non devo sottovalutarla, perché è un campanello d’allarme che mi invita a prendermi del tempo per ricaricare le pile un po’ da tutto quanto. Vi chiedo di fare lo stesso, prendetevi cura non solo di chi vi sta accanto, ma anche soprattutto di voi stesse, ascoltate i vostri bisogni e non abbiate timore di condividerli. Chi vi ama, capirà.
STANCHEZZA
Ci sono diversi modi di essere stanchi.
C’è la stanchezza che percepiamo al termine di una grande fatica fisica: dopo una giornata lavorativa, o di pulizie, dopo una lunga camminata o un allenamento, il nostro corpo ci chiede di concederci un momento di riposo che possa riportare equilibrio e benessere: io quando voglio riposare leggo un bel libro, cucino, guardo una serie tv, dormicchio un po’ sul divano e poi naturalmente scrivo.
Insomma cerco di dedicarmi del tempo di qualità con il quale ricaricarmi per poter ripartire di nuovo il giorno successivo.
Poi c’è la stanchezza intesa come sentimento, che ci assale quando abbiamo sopportato troppo a lungo momenti di tensione, di grande emotività, di paura e di dolore, e ci fa perdere il controllo della situazione che fino a quel momento avevamo così ben rigidamente gestito.
E’la stanchezza che ruba la voglia di parlare, di agire, di prendere decisioni, di andare avanti insomma. Da un momento all’altro, senza preavviso alcuno, precipitiamo in caduta libera senza trovare la forza di ribellarci.
Io provo questa stanchezza quando ho la sensazione che per quanto mi dia da fare, le situazioni non cambiano perché non dipendono da me, e mi prende un tale senso di frustrazione da aver voglia di gridare, anche se sono consapevole che non servirebbe a niente.
Sono assalita da questa stanchezza quando mi scontro con la maleducazione, la prepotenza, l’ingiustizia, con chi mente, chi si prende gioco degli altri, chi non rispetta le regole e per questo si sente furbo, con chi promette e non mantiene, chi assicura che arriva e poi non arriva mai, lasciandomi dentro un limbo di attesa scoraggiante.
E poi c’è la stanchezza di chi sta dentro le situazioni difficili da tempo e vorrebbe uscirne, ma non lo fa per un milione di ragioni. Stanchezza per una relazione che non funziona più, che ci costringe a fare i conti ogni giorno con una grande sensazione di infelicità e di impotenza che ci intrappola e ci soffoca. Stanche di ascoltare mariti, figli, genitori, amici e colleghi senza che nessuno provi ad ascoltare noi, stanche di cercare un lavoro, una casa, un figlio, un senso a quanto facciamo, senza trovarlo mai.
Io ho imparato che accogliere la stanchezza è un bene per il nostro cuore.
Quando mi ritrovo abbandonata su un divano senza la forza di muovere qualunque parte del mio corpo, vedo il mondo in maniera differente e penso: “Sono stanca, perché sono viva”.
Allora la accolgo, mi fermo, magari verso qualche lacrima di sconforto, e poi riprendo a camminare, a essere in qualche modo un raggio di luce per qualcuno.
La stanchezza fa parte della nostra vita, segna un limite raggiunto che impone una sosta, un cambiamento di rotta.
E’ importante accogliere questo momento di riposo come occasione favorevole per metterci in ascolto prima di tutto di noi stesse e poi di chi ci circonda.
Benedetta stanchezza, che ci ricorda che siamo fatte di carne e ossa e che per quanto sia nostra ferma intenzione far straripare la nostra vita di faccende da sbrigare e di situazioni da aggiustare, ogni tanto una pausa è doverosa. La stanchezza va raccontata, va condivisa, riconosciuta e rispettata. Quando vi accorgete di essere stanche ditelo a chi vi sta accanto, chiedete aiuto e conforto e calore.
State alla larga da chi sottovaluta la vostra stanchezza e non la considera.
Vi auguro tanto bene e vi aspetto a settembre con nuove storie.
Nel frattempo se volete scrivermi, sapete come fare, vi leggerò molto volentieri.🥰🥰
E non dimenticate il secondo raduno di comodamentesedute del 27 Agosto, se volete partecipare scrivetemi qui : gio.fumagalli66@gmail.com.
Un abbraccio col cuore
Buone ferie Giovanna !!!
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Grazie cara Giuliana anche a te di tutto cuore ❤️
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Buona pausa estiva e ci rivediamo a settembre 😉
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Certo Giusy sempre con piacere 😊
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Ogni volta che vengo a trovarti sul tuo blog, mi ritrovo sempre nelle tue parole. 🙂 Anch’io, dopo un’estate di caldo intenso, trasloco e lavoro, sono arrivata davvero esaurita (come le pile). Per fortuna, me ne sono accorta e ho rallentato. Penso sia la cosa più importante: sapersi ascoltare, rendersi conto che si sta andando “oltre” le proprie forze e rallentare o fermarsi proprio.
Spero tu ti sia goduta questo mese di vacanza. 🙂
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Ciao Alice! Si mi sono decisamente riposata e ora si riparte con nuovi progetti! Ti abbraccio e buona ripresa anche a te 🙂
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A settembre tutto ricomincia e io quest’anno parto per le vacanze. Sono in contro tendenza. 🤣 E… sono super curiosa dei tuoi nuovi progetti. ♥️
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Bentornata Gigiuanna!
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Grazie!
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