F come fichi F come frustrazione

Che sono un po’ fissata con la preparazione delle marmellate ormai l’avrete capito da un pezzo.🙄🙄

Dopo essermi cimentata con fragole, pesche, albicocche e prugne, è arrivata la stagione dei fichi.

Molti anni fa avevo un bellissimo albero in giardino che ne produceva così tanti, da preparare marmellata per tutto l’inverno, poi purtroppo è morto e pur avendone piantati altri, ho paura che dovrò pazientare ancora parecchio prima che diventino grandi e rigogliosi, quindi per il momento cerco di accontentarmi dei piccoli frutti che mi regalano.

Certo quando li confronto con quelli che mi regala il mio gentilissimo vicino di casa, il signor Renzo, fatico a nascondere un po’ di frustrazione.

Ieri però, quando ho colto quelli maturi mi sono detta: “Magari non sono adatti per la preparazione della marmellata ma posso pensare a una ricetta speciale che li valorizzi”.

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Il caldo maleducato

Nel mio articolo Anguria e melone in competizione avevo già colto l’occasione per dirvi che l’estate non è esattamente tra le mie stagioni preferite.

Io la definisco la stagione del troppo perché in questo periodo tutto è esagerato: i temporali, le zanzare, l’insonnia, e la causa di tanto disagio è da attribuirsi soltanto a lui : il caldo torrido .🥵🥵

Ieri sono andata a Roma in giornata ( e prima o poi vi racconterò anche questa storia, lo prometto!) e il termometro ha raggiunto i 36 gradi: vi assicuro che per una come me innamorata del freddo, è stato veramente difficile non soccombere.

Il caldo è così: arriva, non si preannuncia, e ti mette fuori combattimento.

Spesso ripeto che dal freddo possiamo difenderci, ma il caldo lo si può solo sopportare.

Ha proprio una mancanza di rispetto verso noi umani, insomma è veramente maleducato.

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