Mission impossible

Mi sono lasciata convincere ( per fortuna!) da mio figlio a guardare uno dei sei film della saga cinematografica  Mission Impossible uscita al cinema nell’arco di circa vent’anni (dal 1996).

Protagonista è il sempre affascinante Tom Cruise, che ricopre il ruolo di Ethan, un membro della IMF (Impossible Mission Force), una speciale sezione segreta della Cia incaricata di svolgere le missioni ritenute più delicate e pericolose.

Cruise si trova alle prese in ogni film con una diversa “missione impossibile” da risolvere e nonostante le difficoltà, puntualmente ci riesce.

Credo che me li guarderò tutti, intanto perché non è facile trovare un film che accontenti due generazioni così distanti come lo sono la mia e quella di mio figlio (30 anni di mezzo non sono pochi!), e poi perché ho realizzato che questi hanno tutte le caratteristiche che mi aspetto di trovare nei film d’azione: suspense al punto giusto, tensione ma non troppa, divertimento inaspettato, pochissimo spargimento di sangue, e soprattutto il protagonista non muore mai. (scusate lo spoiler ma secondo me è importante acquisire alcune informazioni fondamentali per evitare spiacevoli sorprese!)

L’espressione Mission Impossible è entrata un po’ nel nostro vocabolario,  ne facciamo uso quando ci troviamo di fronte a un’impresa talmente ardua che partiamo già sconfitte e rassegnate prima ancora di affrontarla.

Andare d’accordo con una collega, far cambiare idea a nostro marito, farci rispettare dai nostri figli, o più semplicemente perseguire un obiettivo ambizioso.

La mia Mission Impossible è quella di avere una casa sempre pulita.

Un cane, due gatti e quattro umani abbinati alla mia scarsa determinazione nel dedicarmi quotidianamente alle pulizie di casa, non producono certo brillanti risultati.

Quando veniva a trovarmi la mia mamma entrando in casa scuoteva il capo rassegnata, e poi si rimboccava le maniche non riuscendo a capacitarsi di come io non avessi ereditato almeno un briciolo della sua passione per le pulizie.

Per molto tempo mi sono domandata come mai non provassi soddisfazione nel dedicarmi a lustrare ogni angolo della mia casa, poi finalmente ho capito: delle nostre faticose e impegnative pulizie nessuno si accorge.

Mi capitava di trascorrere la giornata a pulire vetri, lampadari, spolverare mobili e soprammobili (ormai inesistenti in casa mia) per poi arrivare a sera stanca morta e sentirmi dire: “Come mai sei così stanca oggi?”

Quella che ci manca è un po’ di considerazione. Tutto qui.

Svolgiamo ogni giorno una enorme quantità di mansioni la maggior parte delle quali passa inosservata.

E’ vero che le facciamo per amore o per senso del dovere, ma se fossero accompagnate da una parola che ci facesse sentire preziose e indispensabili, non sarebbe più piacevole il vivere?

Abbiamo tutti bisogno di un po’ di riconoscimento e di considerazione. Quando qualcuno si accorge di noi, del nostro operato invisibile ma indispensabile, la nostra autostima spicca il volo e ci sentiamo bene con noi stesse e con le persone che ci circondano.

E’ anche vero che qualche volta dovremmo trovare il coraggio di dichiarare il nostro valore, di sottolinearlo e chiedere agli altri uno sforzo di riconoscenza nei nostri confronti.

Quando pulisco i pensili della cucina e nessuno se ne accorge, qualche volta domando: “Allora? Non trovate niente di diverso da ieri?” E così si scatena una piccola gara a chi indovina per primo.

Non si tratta di elemosinare ma di chiedere il giusto compenso per azioni che abbiamo svolto.

La ragione per cui non si accorgono di nulla non dipende da noi né dal nostro impegno nel fare le cose, ma dalla loro distrazione, dal loro sorvolare sopra le storie senza mai planare.

Per questo è altrettanto importante divenire a nostra volta riconoscenti verso le persone, farci dispensatori  di considerazione verso gli altri.

Mi piacerebbe ascoltare la vostre missioni impossibili se ne avete, oppure come siete riuscite a ottenere considerazione da chi vi sta accanto. Potrebbe essere una delle prossime missioni 😉  😉 .

Il desiderio di essere osservati, considerati, stimati, lodati, amati e ammirati dai propri compagni, è una delle più ataviche disposizioni scoperte nel cuore dell’uomo.

(John Adams)

8 pensieri su “Mission impossible

  1. gessica

    cara Gio’, ahahah anche io come te ho ridotto il mio tempo dedicato alle pulizie di casa, faccio il giusto indispensabile per me, tanto poi torna in fretta il delirio di prima !!! Poco mi importa però’, adoro le case “vissute” dove ci si sente a ns agio e non si ha paura di sporcare luoghi “immacolati” .. .passami il termine. La mia “Mission Impossible” è quella di trovare ogni giorno del tempo per me, basta poco, ma mi rendo conto di quanta carica mi da’ e quanto poi riesca a essere più paziente e “solare” per tutta la giornata……ti abbraccio!!!

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  2. Luisa

    Cara Gio’, la mia mission impossible , comune a tante donne, è sempre stata quella di conciliare un lavoro a tempo pieno fuori casa con la cura delle mie tre figlie.
    Non avendo nonni disponibili, ho dovuto ricorrere ad una tata che mi ha dato un grosso aiuto anche in casa.
    Ora che le figlie sono grandi, per scelta non ho nessuno che mi aiuta .
    Ognuna fa qualcosa ( senza particolare entusiasmo 😂)compatibilmente con i loro impegni scolastici ed ho la fortuna di avere un marito bravo a cucinare.
    Quando entro in casa la sera, non guardo piu’ (o meglio mi sforzo) il disordine che regna ovunque, scendo a fare la cyclette per scaricare la tensione e dopo una bella doccia mi siedo a tavola con loro ad ascoltare la loro giornata…
    Ma per arrivare a questa “consapevole rassegnazione ” ci sono voluti anni!

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  3. La mia mission impossibile in questo momento è riuscire a gestire una situazione al tracollo con la mia mamma anziana e mio padre con cui non va d’accordo. Vorrei che si sentisse meglio, ma mi chiede cose impossibili facendomi quindi sentire impotente, che è una gran brutta sensazione. E io che ho sempre dovuto difendermi dalla sua invadenza e manipolazione faccio una gran fatica.
    Comunque concordo, abbiamo tutti bisogno di essere riconosciuti, l’importante è che questo bisogno non faccia si che diventiamo zerbini o ci svendiamo, e che lavoriamo sul nostro valore. Figurati che io ho per tanto tempo sofferto per non sentirmi considerata, ancora adesso ho degli strascichi, ma per fortuna con la maturità mi può far ancora male la cosa ma so anche mettere il cartellino col prezzo (come mi diceva una mia psicologa quando ero molto più giovane!)

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  4. La mia mission impossible è avere una casa pulita e in ordine. Non ce la posso fare per un mix di poca casalinghitudine, disorganizzazione, figli scatenati. Questo è il post che ci voleva prima del fine settimana in cui affrontare la missione!

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  5. Pingback: Cento di queste pagine – Comodamentesedute

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