Raccontami una storia

Pubblicata su Confidenze n. 21 Maggio 2020

Per quanto scavi dentro la mia memoria, faccio fatica a ricordare un pranzo della mia vita in cui non sia stata seduta a tavola con i miei nonni.

Loro ci sono sempre stati, dentro la mia infanzia, la mia adolescenza e ancora oggi che ho diciotto anni compiuti, non vado a dormire se prima non sono salita da loro per un saluto. Sono i genitori della mia mamma, e abitano sopra di noi da sempre, anzi, noi abitiamo sotto di loro, perché quando si sono sposati i miei genitori, i nonni hanno fatto alzare il tetto della casa e ricavato un piccolo appartamento per lasciare a loro la casa più grande.

Per i miei genitori è stata una grande fortuna poter contare sui nonni, la mamma mi racconta sempre che per ogni cosa ci sono sempre stati.

Quando partivamo per le vacanze non c’era nemmeno il problema di chiudere casa, perché la nonna scendeva, la ripuliva per bene e al nostro ritorno trovavamo sempre profumo di pulito e frutta fresca sul tavolo.

E’ stata semplice e meravigliosa la vita con i nonni.

Da loro ho imparato tante cose, come si pota una rosa, quando si semina l’insalata, come lavorare all’uncinetto o preparare una ciambella.

Ci sono pagine di vita che sono state scritte per tornare a rileggerle quando il cuore si fa pesante, perché fanno bene come una carezza.

Ma oggi al ritorno da scuola, mia mamma mi aspettava, perché sapeva che sarei salita dai nonni a salutarli come sempre e aveva uno sguardo strano.

“Mamma che succede?”

Ho scoperto così che la nonna, dopo 48 anni di matrimonio se ne è andata di casa. Non so se sono in grado di raccontare ciò che mi si è spezzato dentro a sentire una simile notizia. E’stato come ascoltare una storia, una di quelle che mi raccontavano sempre loro, di cui conoscevo a memoria il lieto fine, e di colpo scoprire che il finale era cambiato ed era orribile.

Nei giorni a seguire la situazione si è fatta più chiara.

La nonna ha lasciato un biglietto dicendo che sarebbe andata a stare con sua sorella per qualche tempo perché aveva bisogno di riflettere su tante cose e non poteva farlo rimanendo tra le mura della sua casa soprattutto con il nonno.

Ma su cosa deve riflettere una nonna?

I nonni hanno il compito di rendere lieve la vita ai figli e ai nipoti e io invece mi sentivo un macigno sulle spalle.

Può accadere che i genitori si separino, gli zii forse, gli amici dei genitori, dei compagni di scuola, ma due compagni di vita come i nonni, com’è possibile che scelgano di interrompere il loro cammino insieme?

Ma i giorni trascorrono lenti e della nonna nessuna notizia. La mamma continua a chiamarla al telefono senza successo, e nel frattempo cerca di prendersi cura del nonno, che prende un sacco di pastiglie ogni giorno, ma non sa quali, perché era la nonna ad occuparsi di lui. Non sa nemmeno cucinare un uovo al tegamino e sta davanti al televisore tutto il giorno.

“Mamma come posso aiutarti?” chiedo disperata .

Lei non vuole farmi preoccupare e risponde che andrà tutto bene, che dobbiamo dare loro tempo, che lei li conosce bene, perché sono i suoi genitori e prima o poi faranno pace. Poi però la sera la sento parlare sottovoce con papà e so che anche lei è preoccupata.

Perché nemmeno le mamme riescono ad aggiustare tutto quello che si rompe.

Allora ho deciso di provarci di persona.

Il primo pomeriggio in cui ci siamo ritrovati soli io e il nonno, ho preparato il tè con i biscotti, ho apparecchiato la tavola e l’ho praticamente obbligato a scendere.

“Nonno, stai mangiando così poco in questi giorni, dai fammi compagnia”.

Ho capito che l’ha fatto solo per farmi contenta, però alla fine ha ceduto.

“Nonno tutto bene? Sei sempre così silenzioso da quando..insomma da quando…”

“Tua nonna se ne è andata vuoi dire? Sì Dany hai ragione è che sto ripensando a tante cose”.

“Posso aiutarti nonno? Tu lo sai quanto ti voglio bene”.

Mi sembrava surreale questa conversazione, che tante volte era avvenuta al rovescio, ma coraggiosamente mi sono ripromessa di portarla fino in fondo.

“Dany, gli adulti commettono un sacco di errori e anche se cercano di tenerli nascosti per tanto, tantissimo tempo, alla fine, diventa meno faticoso tirarli fuori che tenerli dentro, perché non ne sopportano più il peso.”

Cosa c’entra questo con il fatto che la nonna se ne è andata?

Con il nonno ho fallito miseramente, parla in modo strano, non sembra nemmeno più lui e io non so come comportami.

Quando ho capito che con lui non sarei riuscita ad ottenere nulla, ho deciso di andare dalla nonna. Conosco la zia Tina, mi vuole un gran bene, sono sicura che mi farà entrare.

La chiamo prima di andare a casa sua e la imploro di farmi salutare la nonna, perché sono davvero triste.

Sono un po’ agitata, ma devo andare fino in fondo.

Non voglio impicciarmi, quando litigano i miei genitori, sto ben attenta a non interferire, ma stavolta è diverso, la mamma non se ne è mai andata e le cose si sono sempre risolte.

Suono il citofono e il portone si apre. Mentre salgo le scale mi viene incontro la zia Tina.

“Guarda che non le ho detto niente, quindi per lei sarà una sorpresa, mi raccomando, io vado da una vicina e vi lascio sole un momento”.

Appena entro in casa, sento profumo di biscotti e un nodo mi chiude la gola. Mi tornano alla mente le parole della nonna “Quando sei triste sali da me che facciamo i biscotti scacciamalinconia e vedrai che tutto si aggiusta”.

E poi la vedo in cucina, che mi da di spalle impegnata a togliere i biscotti dalla leccarda del forno.

La mia nonna, il mio faro, la custode di tutti i miei segreti.

Ha i capelli in disordine e mi sembra invecchiata dall’ultima volta che l’ho vista. Sto per chiamarla, ma come se si fosse accorta della mia presenza, si gira e mi vede.

In un istante volo tra le sue braccia.

“Daniela, tesoro mio”.

Dopo tante lacrime e qualche biscotto, riprendo il controllo della situazione. E ricordo a me stessa che sono lì per una missione importante: riportarla a casa.

“Nonna perché non torni? Se il nonno ti ha offesa in qualche modo sono sicura che è pronto a scusarsi, me l’hai insegnato tu che bisogna perdonare e andare avanti”.

Lei mi guarda con un amore che mi commuove.

“Dany non posso, mi dispiace così tanto, quando me ne sono andata il primo pensiero sei stata tu e il dolore che ti avrei dato, ma adesso non posso proprio, c’è una ferita da rimarginare e ho bisogno di tempo. Ma non voglio che ti preoccupi, tu potrai venire tutte le volte che vorrai, a patto che non cerchi di convincermi a tornare, quando sarò pronta sarai la prima a saperlo.”

Ho lasciato la nonna con il cuore pesante, ma non potevo fare altrimenti. Lei dice che è stata infranta una promessa dopo tanti anni e ha bisogno di tempo per capire se può andare avanti.

Invecchiare insieme a una persona che non è esattamente quella che credevi fosse stata per tanti anni, non è facile.

Mentre cammino per la strada con le cuffie nelle orecchie, ascolto Ermal Metal che canta “Piccola anima”, una canzone che amo molto e di nuovo mi tornano le lacrime agli occhi.

“Dicono che non c’è niente di più fragile di una promessa…”

Eppure un matrimonio comincia così con una promessa che gli sposi si impegnano  a mantenere, ma a quanto pare non è per niente facile e stare insieme per così tanti anni, non mette al sicuro da niente.

A casa trovo la mamma ad aspettarmi e di nuovo mi vengono le lacrime agli occhi.

“Dany  non possiamo entrare in questa cosa, la dobbiamo guardare a distanza e sperare che tutto si risolva per il meglio”.

“Ma come fai ad accettarla? Non è giusto, non pensano a noi, al dolore che ci danno?” 

“Prima di essere i tuoi  nonni e i miei genitori, sono una coppia di sposi, che anche dopo 50 anni di matrimonio, possono ritrovarsi fragili e in difficoltà. Il loro amore per noi è fuori discussione, ma dobbiamo concedere loro il tempo di aggiustare le cose e se così non fosse, trovare il modo di starci dentro lo stesso”.  

Aspetterò insieme a loro, cercando di stare vicino all’uno e all’altra come posso. Anche se sono separati sono sempre i miei nonni e mi devo fidare del loro amore, pensare che andrà davvero tutto bene e che le storie, prima o poi, torneranno ad avere un lieto fine.

Un pensiero su “Raccontami una storia

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...